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CONSIGLIO PAT * DIFENSORE CIVICO – ATTIVITÀ 2022: « 589 FASCICOLI APERTI, 636 ARCHIVIATI E 876 COMUNICAZIONI FORNITE AI CITTADINI » (PDF RELAZIONE)

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12.16 - giovedì 6 luglio 2023

La relazione del difensore civico tra istanze dei cittadini e rilievi giuridici. 589 fascicoli aperti, 636 fascicoli archiviati, 876 comunicazioni (incontri, comunicazioni scritte, telefoniche, corrispondenza ed interventi vari rivolti ai cittadini). Questi i numeri dell’attività del difensore civico riferita all’anno 2022, diffusi da Gianna Morandi, difensora civica della Provincia autonoma di Trento, nell’ambito dell’annuale conferenza stampa svolta oggi presso la Sala Rosa della Regione. L’illustrazione dell’attività dell’organismo, incardinato presso il Consiglio, è prevista in adempimento alla legge provinciale 28/1982 istitutiva della difesa civica trentina.
Sanità, assistenza, previdenza, tributi, urbanistica, procedimento amministrativo, accesso agli atti, anticorruzione, parità di genere, sanzioni amministrative: sono numerose le materie per le quali il cittadino si è rivolto alla difesa civica. Le istanze hanno riguardato nel 43% dei casi l’ordinamento, per il 30% i servizi sociali e culturali, per il 18% il territorio e l’ambiente e per il 9% l’economia e il lavoro. Gli enti interessati sono quelli del sistema pubblico integrato provinciale: Provincia e suoi enti strumentali, comuni, comunità di valle, gestori di servizi pubblici, amministrazioni statali.

 

Diniego di accesso agli atti. Morandi si è soffermata in particolare sull’istituto dell’accesso agli atti e sul ricorso al Difensore civico contro il diniego di accesso adottato dalle Pubbliche Amministrazioni. Ha spiegato che la disciplina in materia è molto articolata ed esistono varie tipologie di accesso. Spesso il diniego di accesso è carente nella motivazione o contiene una motivazione fittizia e in molti casi si tratta di diniego tacito, conseguente al decorso infruttuoso del termine di trenta giorni dalla presentazione dell’istanza (diniego tacito). Accade poi non di rado che a fronte della dichiarazione di illegittimità del diniego da parte del Difensore civico, gli atti richiesti non vengano consegnati al cittadino, vanificando l’istituto del ricorso al Difensore civico e costringendo il cittadino a presentare ricorso al TAR. Nel corso del 2022 su15 ricorsi ci sono state 10 dichiarazioni di illegittimità di diniego.
La difensora ha riferito che spesso i cittadini lamentano la mancata risposta da parte della Pubblica Amministrazione in ordine alle istanze presentate: un comportamento da stigmatizzare, ha detto, tenendo conto dell’obbligo della Pubblica amministrazione di provvedere non solo nei casi espressamente previsti dalla legge, ma anche laddove ragioni di giustizia e di equità impongano l’adozione di un provvedimento e, comunque, nei casi in cui sorga per il privato una legittima aspettativa a conoscere il contenuto e le ragioni delle determinazioni dell’Amministrazione a fronte di indeclinabili doveri di correttezza gravanti anche sugli uffici pubblici.

 

Inosservanza obbligo vaccinale. Numerose sono state le richieste di intervento pervenute al Difensore civico da parte del personale sanitario riguardanti la sospensione dal lavoro per inosservanza dell’obbligo vaccinale, la corresponsione della retribuzione relativa al periodo di sospensione, l’assegnazione a mansioni diverse dei lavoratori che avevano deciso di non vaccinarsi, nonché il riconoscimento dell’esenzione da vaccino.

 

Digital divide. Altro tema di rilievo è quello legato al rapido processo di digitalizzazione. La pandemia ha impresso un’accelerazione verso la digitalizzazione della pubblica amministrazione, garantendo la prosecuzione delle attività ordinarie e rendendo di fatto superata la prestazione lavorativa svolta in via esclusiva in presenza. Se da un lato, l’interazione digitale contribuisce a semplificare, e velocizzare, rendendo i processi della Pubblica amministrazione più inclusivi, accessibili e trasparenti con un miglioramento della qualità ed efficienza dei servizi erogati, dall’altro il digitale deve colmare e non aumentare le disuguaglianze, ha notato Morandi. Le categorie più esposte all’esclusione digitale sono i soggetti anziani, le donne non occupate o in particolari condizioni di emarginazione, gli immigrati, le persone disabili, le persone detenute ed in generale i soggetti che, per effetto dello scarso livello di scolarizzazione e di istruzione, non sono in grado di utilizzare gli strumenti informatici. In questo senso Morandi ha espresso apprezzamento per quelle amministrazioni, come il comune di Trento, che hanno dato spazio a figure di ausilio e supporto ai cittadini messi, quindi, in condizioni di interrelazionare digitalmente con l’Ente pubblico. Certo rileva una minore elasticità nel procedimento, là dove ad esempio servano interlocuzioni dirette, rilevando quale canale di accesso alla Pubblica Amministrazione lo SPID, affiancando, poi, alle numerose forme di pagamento di uso corrente, anche digitali, il sistema pagoPA.

 

Le altre istanze e due questioni giuridiche. La relazione della difensora alla stampa ha trattato poi una molteplice serie di questioni di rilievo. Citiamo tra le altre, l’adeguamento della legge provinciale in materia di IMIS alla sentenza della Corte costituzionale 209/2022, che ha consentito a persone legate dal vincolo del coniugio o della unione civile di disgiungere – a date condizioni – le residenze e fruire di due distinte esenzioni per prima casa: spetta ai comuni procedere agli accertamenti, ha aggiunto.
Numerose anche le istanze che hanno riguardato il canone RAI laddove i cittadini si trovano a volte esposti a pagamenti non dovuti, con richieste reiterate di comunicazioni in assenza delle quali il canone viene prelevato unilateralmente anche se ne mancano i presupposti, ecc.
Morandi ha poi riferito l’utilità degli approfondimenti svolti in tema di videosorveglianza e problematiche relative ai diritti alla ripresa delle aree di pertinenza e di quelle pubbliche o aperte al pubblico. Infine, altre questioni hanno riguardato l’istruttoria dei titoli abilitativi edilizi richiesti ai comuni e le modalità di partecipazione dei cittadini alla pianificazione urbanistica.

Capitolo a sé è stato dedicato al delicato tema della costituzione di parte civile del Difensore civico nei processi penali in cui parte lesa sia un soggetto disabile, con tutte le criticità che nascono dalla dicotomia che si può creare fra disabilità formalmente accertate e disabilità sostanziali prive di un previo supporto medico-legale che ne riconosca il rilievo. La difensora ha rilevato l’assenza di una norma di raccordo che consenta al difensore civico di intervenire a tutela dei soggetti disabili e ha riferito di un ordine del giorno formulato in accordo con la Presidenza del consiglio provinciale approvato a inizio anno per la promozione e l’informazione di questa facoltà del difensore civico presso le associazioni e le realtà del territorio che si occupano di soggetti fragili.
Morandi ha quindi citato la legge 24/2017, la cosiddetta Gelli-Bianco che consente alle province la possibilità di affidare al difensore civico la funzione di garante del diritto alla salute. A questo proposito la provincia di Trento legiferava nel 2010 introducendo la Camera conciliativa per la risoluzione delle controversie stragiudiziali in campo sanitario: un istituto purtroppo mai decollato, ha commentato amaramente.

 

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