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TRENTO FILM FESTIVAL * PREMIAZIONI: «ASSEGNÀTI I RICONOSCIMENTI “DOLOMITI PATRIMONIO MONDIALE” / “SOLIDARIETÀ BANCA TRENTINO ALTO ADIGE” / ” GREEN FILM” / ” ANTROPOCENE MUSE”»

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13.38 - sabato 27 aprile 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Assegnàti i primi quattro riconoscimenti speciali. In occasione delle proiezioni in sala oggi saranno consegnati i premi Dolomiti Patrimonio Mondiale, il Premio Solidarietà Banca per il Trentino – Alto Adige, il Premio Green Film e il Premio Antropocene MUSE.

Il Premio Dolomiti Patrimonio Mondiale, istituito dalla Fondazione Dolomiti UNESCO e dalla SAT Società Alpinisti Tridentini al miglior film che documenti la consapevolezza delle comunità rispetto agli eccezionali valori universali riconosciuti da UNESCO e la capacità di una conservazione attiva del territorio, è stato attribuito a Contadini di Confine / Grenzbauern di Michele Trentini (Italia/2024/72′). Questa la motivazione della giuria indipendente, composta da Maria Carla Failo, Mauro Pascolini e Massimiliano Corradini: «Il filmato ripropone il tema della “resistenza” sulle terre alte, in questo caso basata su un allevamento portato avanti con sistemi tradizionali e una meccanizzazione ancora “a misura d’uomo”, che, grazie anche alla ricchezza del pascolo di montagna, consentono la produzione di un formaggio di pregio come il Trentingrana. Apprezzabile la scelta delle interviste fatte quasi sempre alla coppia. Da sottolineare infine il tema del confine che esiste politicamente, ma non nel sentire delle persone». Il premio sarà consegnato al regista alle 15.00 al Cinema Modena Sala 2. Una menzione speciale è stata attribuita a Bergfahrt di Dominique Margot (Svizzera/2023/97′).

Il Premio Solidarietà Banca per il Trentino – Alto Adige, istituito dalla Banca per il Trentino – Alto Adige all’opera che meglio sappia interpretare le situazioni di povertà, ingiustizia, emarginazione ed isolamento sociale che, nella solidarietà e nell’aiuto reciproco, possano trovare il loro riscatto, va invece a The Ice Builders di Francesco Clerici e Tommaso Barbaro (Italia/2024 /15’): «L’impegno degli abitanti del territorio dello Zanskar, assoggettati ai ghiacciai che forniscono loro acqua per coltivazioni ed allevamento, affrontano il cambiamento climatico e le esternalità negative della ricorrente siccità unendo le forze per costruire, con ingegno e paziente solidarietà, piccoli ghiacciai artificiali ad alimentare le falde acquifere, manifestando concretamente che cose ed esistenze sono interdipendenti e collegate», hanno scritto i giurati Ermanno Villotti, Michele Goller e Franco Dapor.

Lo stesso film si aggiudica anche il Premio Green Film, istituito dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente e dalla Trentino Film Commission per il film che esprima in maniera più efficace i valori e le pratiche della protezione e della sostenibilità ambientale, con particolare attenzione all’ambiente montano e ai cambiamenti climatici. «Raccontato in modo efficace e coinvolgente, sensibilizza su una particolare strategia di adattamento climatico dal basso, basata sulla conoscenza locale di una comunità montana che ha pienamente compreso la necessità di cambiare paradigma per aver vissuto le conseguenze della crisi climatica sulla propria pelle», si legge nella motivazione della giuria, composta da Marco Niro, Lavinia Laiti e Linnea Marzagora.

Il premio sarà annunciato alle 18.45 al Cinema Modena Sala 1. La giuria del Premio Green Film ha assegnato anche una menzione speciale a Bergfahrt di Dominique Margot. Nella stessa occasione sarà consegnato anche il Premio Antropocene MUSE, assegnato all’opera che meglio racconta il rapporto tra l’umanità e il resto del mondo naturale nell’epoca dell’Antropocene. La giuria indipendente – composta da Stefano Zecchi, Massimo Bernardi, Davide Dalpiaz, Luca Scoz, Alice Labor e Fabio Pupin – ha assegnato il premio a Death of a mountain di Nuno Escudeiro (Portogallo, Francia/2023/37′): «Mescolando filmati d’epoca e di attualità si crea una narrazione tra realtà e metafora che mostra il disincanto verso la montagna da parte della protagonista. Da idilliaco luogo dei ricordi d’infanzia, la montagna diventa terra di confine e di conflitto, dove i problemi apparentemente lontani della globalità diventano drammaticamente vicini e tangibili, coinvolgendo inevitabilmente gli abitanti di questi luoghi».

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