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ZENI (PD) – INTERROGAZIONE * PANDEMIA: « PRIME E SECONDE DOSI VACCINALI, LA GIUNTA PAT CONOSCE LE INDICAZIONI SCIENTIFICHE? »

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12.59 - venerdì 7 maggio 2021

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

Agendo sulla base di qualche misterioso suggerimento, la Giunta provinciale, nelle scorse settimane, ha deciso di posticipare la somministrazione delle seconde dosi per i vaccini “Pfizer” e “Moderna”, portandole a 42 giorni di intercorrenza. E’ noto come le indicazioni cliniche prevederebbero, come periodo ideale per la seconda dose, 21 giorni di intercorrenza per “Pfizer” e 28 giorni per “Moderna”, mentre per “Astrazeneca” l’ A.I.F.A. afferma l’opportunità di una intercorrenza pari a 10/12 settimane fra le due dosi.

A fronte di ciò, pare che la Giunta provinciale voglia ridurre l’intercorrenza per “Astrazeneca” a 42 giorni. Si tratta di una notizia che lascia interdetti, vuoi perché in netto contrasto con le linee di politica sanitaria perseguite fino ad ora, ma anche e soprattutto con le esplicite indicazioni cliniche sull’efficacia del farmaco.

Su questi delicati temi, il Consigliere del Partito Democratico del Trentino, Luca Zeni, ha quindi depositato una interrogazione in Consiglio provinciale per sapere se corrisponde al vero la notizia della riduzione a 42 giorni dell’intercorrenza tra prima e seconda dose di “Astrazeneca”, nonostante le indicazioni cliniche evidenzino almeno 10 settimane di intercorrenza utile; se si è levata una protesta in proposito da parte di alcuni medici che non vogliono, giustamente, avallare una simile scelta ed infine se non si ritenga opportuno rendere più flessibile, a fronte di un aumentato numero di vaccini disponibili, rendere più flessibile per le categorie fragili l’intercorrenza tra prima e seconda dose per avvicinarlo il più possibile alle indicazioni di 21 giorni per “Pfizer” e di 28 giorni per “Moderna”.

 

 

*

Trento, 7 maggio 2021

Egr. Signor
Walter Kaswalder
Presidente del Consiglio provinciale
SEDE

Interrogazione n.
Prima e seconda dose vaccini: le indicazioni scientifiche sono note alla Giunta provinciale?

Nelle scorse settimane la giunta provinciale ha deciso di posticipare le seconde dosi per i vaccini Pfizer e Moderna a 42 giorni.
Le indicazioni cliniche prevedrebbero come periodo ideale 21 giorni per Pfizer e 28 per Moderna; “Qualora si rendesse necessario dilazionare di alcuni giorni la seconda dose, la Commissione Tecnico Scientifica di AIFA precisa che non è possibile superare in ogni caso l’intervallo di 42 giorni”.
La motivazione utilizzata dalla giunta provinciale di portare all’ultimo giorno utile la data per la seconda dose è stata che in tal modo si può vaccinare un numero maggiore di persone almeno con la prima dose. Linea poi condivisa dal Ministero della salute con una recente circolare.
A destare perplessità non è la linea generale, ma la rigidità del criterio adottato. Questo automatismo ha escluso meccanismi di flessibilità, e la maggioranza consiliare ha bocciato le proposte che chiedevano di ridurre quei tempi almeno per le persone più fragili, ed ha mantenuto la linea anche dopo che sono aumentate le dosi disponibili di vaccino.
Per Astrazeneca invece AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, riporta che
“L’autorizzazione provvisoria all’uso di Vaxzevria da parte di EMA e di AIFA prevede la somministrazione della seconda dose del vaccino in un intervallo compreso tra 28 e 84 giorni dalla prima somministrazione. Tuttavia, nuovi dati raccolti da studi in corso sembrano offrire l’opportunità di indicare un intervallo più lungo tra la prima e la seconda dose. In particolare i nuovi dati, pubblicati in febbraio 2021 in preprint sulla rivista ‘Lancet’, indicano un’efficacia dell’82% quando la seconda dose viene somministrata nel corso della dodicesima settimana.
Ecco perché AIFA ritiene utile indicare la somministrazione della seconda dose del vaccino Vaxzevria idealmente nel corso della dodicesima settimana e comunque a una distanza di almeno dieci settimane dalla prima dose.”
Quindi AIFA è chiara: per Astrazeneca l’ideale è far passare 10-12 settimane tra prima e seconda dose.
Alcuni medici di medicina generale riferiscono che in una recente riunione con personale medico che deve procedere a somministrare i vaccini, sia stato comunicato da parte dei vertici aziendali l’intenzione di ridurre a 42 giorni la distanza tra prima e seconda dose per Astrazeneca.
Tale notizia lascerebbe esterrefatti, perché contraddittoria sia con la linea di politica sanitaria portata avanti in Trentino, di concentrare le energie sulle prime dosi posticipando le seconde, sia con le esplicite indicazioni cliniche sull’efficacia del farmaco.
Pare che il motivo di tale scelta sia quello di rendere impossibile al cittadino individuare il vaccino al momento della prenotazione! Quindi, al fine di ridurre la trasparenza e la facoltà di scelta del cittadino, si forzerebbe rispetto alle indicazioni cliniche.
Pare che alcuni medici abbiano protestato per questa decisione, e che si stia valutando se attuarla o seguire le indicazioni di AIFA.
Tutto ciò premesso si chiede alla giunta:
1) se non si ritenga opportuno, alla luce dell’aumento dei vaccini disponibili, rendere più flessibile, per le categorie più fragili, la distanza tra prima e seconda dose, per riavvicinarla ai 21 (28 per Moderna) giorni ideali previsti da AIFA;
2) se corrisponda al vero che si stia valutando di ridurre a 42 giorni la distanza tra prima e seconda dose per Astrazeneca, nonostante le indicazioni cliniche indichino in almeno 10 settimane il periodo previsto, al fine di non far sapere al momento della prenotazione al cittadino con quale vaccino riceverà;
3) se corrisponda al vero che vi sia stata una protesta da parte di alcuni medici, che non intendono avvallare la scelta di cui al punto 2.

A norma di Regolamento si chiede risposta scritta.

Distinti saluti.

avv. Luca Zeni

 

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