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SMI TRENTINO * ACCESSI AI PRONTO SOCCORSO: « NEPPURE IL TRIAGE HA RISOLTO IL PROBLEMA DEL SOVRAFFOLLAMENTO »

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14.18 - giovedì 28 dicembre 2023

Apprendiamo dalla stampa che ci sarebbero problemi presso i pronto soccorsi trentini, per via dei codici bianchi e verdi in sovrannumero. Leggiamo anche che la medicina generale viene indicata come parte del problema. Additandoci la soluzione, addirittura!, sulla cancellazione dell’attività di vaccinazione, che è parte integrante preventiva del nostro accordo nazionale. Figlia delle “condotte” a cui tutti noi siamo affettivamente legati. O sulla burocrazia amministrativa, che abbiamo già risolto con l’ex Assessore Segnana e con il “tavolo tecnico sulla semplificazione” che sgraverà ulteriormente, entro la primavera, i compiti extra clinici del medico di base, grazie alle soluzioni prospettate con Apss.

Tenuto presente che il codice colore bianco viene deciso all’uscita e non all’entrata dei Ps, con tutta una serie di esami prima verificati immediatamente; che un numero importante di cittadini trentini non ha ancora effettuato la scelta del medico, e chi ce l’ha lo obbliga a prescrivere da remoto senza obiettività, altrimenti lo querela o lo minaccia; che un terzo della popolazione trentina è anziana, mentre sono calati i posti letto ospedalieri ed il personale dirigente specialistico; che non sappiamo ancora oggi le tipologie di codici bianchi più frequenti, senza la quale analisi, qualsiasi soluzione proposta o attuata rischia di essere pura demagogia; che il compito fondamentale del medico di medicina generale non è quello di valutare le urgenze entro pochi minuti, ma quello di gestire le cronicità, le fragilità, le comorbilità, la prevenzione, la assistenza domiciliare integrata, i dettami dall’art.4 del nostro contratto di lavoro e della Missione 6 del Pnrr.

In definitiva, rileviamo come Sindacato che in Trentino detiene la maggioranza assoluta dei medici di medicina generale:

-un sempre maggiore bisogno del cittadino di ottenere dal servizio pubblico risposta ad esigenze urgenti o percepite come tali e non risolte, date le lunghissime liste d’attesa per la specialistica.

-la perdita di fiducia nel ruolo del medico di famiglia, visto solo come un individuo a cui ordinare per mail ulteriori esami e accertamenti e non più come il clinico risolutore dei bisogni individuali che prima di ricettare visita

-il ruolo di rete di sicurezza rivestito dal pronto soccorso per categorie socialmente deboli;

-la convinzione del cittadino di ottenere colà un inquadramento clinico terapeutico migliore, in tempi brevi, pagando lo stesso ticket, che non attraverso i Rao.

-la preminenza del modello di salute tecnologica avanzata, a disposizione dei Pronto soccorso, rispetto al modello preventivo territoriale dei gruppi integrati della di medicina generale, con il mancato coinvolgimento dei medici di famiglia nelle prestazioni diagnostiche di primo livello collegate all’accesso improprio, come da Acn e Acp vigenti.

Constatiamo amaramente che neppure il triage ha risolto il problema del sovraffollamento e degli accessi impropri ed evitabili. E che il Rao è diventato troppo facilmente riconoscibile e fucina di forzature.

Riteniamo come SMI che tale fenomeno possa essere contenuto notevolmente solo con ulteriori modalità organizzative diversificate, ad elevata flessibilità, con sviluppo ulteriore nelle integrazioni multi professionali, adattabili ai contesti territoriali, urbani ed extraurbani, di cui avevamo sentito parlare due anni fa con l’introduzione delle reti professionali territoriali. Anche queste sparite dai radar.

Le soluzioni per i medici le abbiamo pronte per l’Assessore Tonina, che attendiamo ad una prima verifica da qui a poco. Prevedendo specificamente il coinvolgimento e la partecipazione dei medici ai percorsi di prescrizione, prenotazione, erogazione e monitoraggio delle prestazioni, che distinguano i primi accessi dai percorsi di follow-up.Nel rispetto delle condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza previsti dalle normative vigenti, fino nei processi di budgeting aziendali.

Non disdegnando, per la continuità assistenziale oraria, ambulatori per la gestione dei codici di minore gravità, retti dalla medicina generale a ruolo unico, all’interno degli ospedali stessi, dove c’è più sicurezza che in sedi pericolose abbandonate a se stesse.Piuttosto, nelle valli e sulle nostre montagne, punti di primo intervento, fissi o mobili, presso cui far operare medici dell’emergenza territoriale convenzionati.Tutto cio per rendere un percorso sempre più appropriato verso il Ps.

 

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Dottor Nicola Paoli
Segretario Smi Trentino

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