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LAV – ROMA * TRENTO – GESTIONE ORSI: « IMPENSABILE ARCHIVIARE UNA DENUNCIA PIÙ CHE NECESSARIA, CHIEDIAMO NUOVE INDAGINI »

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15.44 - martedì 4 aprile 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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TRENTO: TRE SETTIMANE PER CONOSCERE ESITO OPPOSIZIONE ALL’ARCHIVIAZIONE DELLA NOSTRA DENUNCIA CONTRO FUGATTI PER MALTRATTAMENTO DEGLI ORSI DETENUTI AL CASTELLER.

LAV: IMPENSABILE ARCHIVIARE UNA DENUNCIA NECESSARIA E QUASI SENZA INDAGINI CHIEDIAMO NUOVE E URGENTI INDAGINI CHE ACCERTINO LE RESPONSABILITA DELLA PROVINCIA NELLA GESTIONE DEGLI ORSI

Orsi privati della loro libertà, rinchiusi in spazi ristretti e privi di stimoli ambientali, sottoposti a sedazione con psicofarmaci per contenerne lo stress. Questa la situazione drammatica degli animali detenuti nella prigione del Casteller, per la quale LAV ha sporto denuncia per maltrattamento di animali contro il Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti.

Una denuncia più che necessaria, oggi a rischio archiviazione quasi senza che siano state svolte indagini.

Per questo si è svolta oggi al Tribunale di Trento, l’udienza per discutere l’opposizione all’archiviazione della nostra denuncia allegando, con l’avvocato Massimiliano Canè, probante documentazione tecnica e importanti relazioni medico veterinarie con cui abbiamo sostenuto la richiesta di nuove indagini ad iniziare dalla nomina di consulenti tecnici, esperti medici veterinari ed in comportamento animale, al sentire i Carabinieri che hanno effettuato i sopralluoghi e soprattutto nell’accertare la verità sulle condizioni di salute e detenzione degli orsi DJ3 e M57 trasferiti all’estero di cui non si è avuta più notizia.

Il 14 settembre 2020, infatti, su mandato del Ministero dell’Ambiente, i Carabinieri entrarono nel recinto dove allora erano rinchiusi gli orsi M49, M57 e DJ3 per verificare lo stato di salute e di detenzione degli animali. Ne uscì un quadro drammatico a causa delle violenze subite dagli animali. In aggiunta, il rapporto stilato da un veterinario affermava addirittura che M49, in conseguenza dello stress subito, “ha smesso di alimentarsi e scarica tutte le sue energie contro la saracinesca della tana”. La relazione dei Carabinieri si concludeva affermando che “si ritiene che le condizioni di detenzione degli orsi, che dovranno prolungarsi per un periodo di diversi mesi, non garantiscano adeguate condizioni di benessere degli esemplari”.

“Alla luce del rapporto dei Carabinieri, abbiamo subito denunciato alla Procura della Repubblica la gravità delle condizioni nelle quali versavano gli orsi rinchiusi al Casteller – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV animali Selvatici – tanto da configurare a nostro avviso, il reato di maltrattamento di animali in capo ai responsabili della loro detenzione in quelle condizioni.”

Il Casteller si estende su un’area totale inferiore a un ettaro, a sua volta suddivisa in tre recinti, ognuno di superficie inferiore ai 3.000 mq. Si tratta di una situazione in cui è impensabile poter costringere un orso, abituato invece a percorrere anche decine di chilometri in un solo giorno, come confermato dalla lettura del verbale dei Carabinieri all’origine della denuncia della LAV.

“Il posto degli orsi è nello spazio naturale dei loro territori, non certo dentro un recinto fatto di cemento, rete metallica e corrente elettrica a migliaia di volte – dichiara la LAV – ma da quando nel 2000, la stessa Provincia ha voluto e realizzato la loro reintroduzione, non è stata in grado di organizzare una sola campagna informativa rivolta ai cittadini con l’obiettivo di favorire la convivenza uomo-orso in sicurezza.”

Già nel 2002, la Giunta provinciale si era resa conto della necessità di dotarsi di un piano per assicurare la “coesistenza pacifica dell’orso con l’uomo e le sue attività”, ma da quel momento non è stato fatto più nulla. Neppure dopo che, nel 2016, è stato messo a punto il Piano di Comunicazione redatto dal Parco Naturale Adamello Brenta con il MUSE, in collaborazione con il Settore Grandi Carnivori della Provincia. Un piano che in questo momento continua ad ammuffire in qualche cassetto della Provincia.

In queste condizioni, le responsabilità per gli incidenti avvenuti non possono ricadere sugli animali. Ricadono invece tutte sull’amministrazione Provinciale, che non si è mai curata di avviare un serio piano per la convivenza con questi animali limitandosi a uccidere o catturare orsi per poi imprigionarli al Casteller, arrivando a trasferirli in altri stati europei all’interno di strutture che ora li utilizzano come attrazione per turisti.

“Ci auguriamo che in queste settimane il Giudice scelga di accogliere la nostra richiesta di opposizione all’archiviazione del procedimento per maltrattamento di animali e di disporre le nuove indagini richieste– conclude la LAV – non è più tollerabile che le responsabilità umane continuino a ricadere sugli orsi solo perché si sono comportati secondo la loro natura. Noi continueremo a batterci perché gli orsi siano rispettati e lasciati liberi sul loro territorio.” Ringraziamo l’avvocato Massimiliano Canè del foro di Bologna per l’assistenza legale fornita.

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