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CONSIGLIO PROVINCIA TRENTO * LAVORI AULA MATTINATA: « CHIUSA CON L’APPROVAZIONE DI CINQUE MOZIONI LA SESSIONE DI INIZIO OTTOBRE »

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16.22 - giovedì 7 ottobre 2021

Consiglio, chiusa con l’approvazione di cinque mozioni la sessione di inizio ottobre. Si è conclusa poco dopo le 13, con l’approvazione di cinque mozioni e la bocciatura di quella di Onda Civica, la sessione di ottobre del Consiglio provinciale.

FdI: la Provincia estenda l’applicazione del progetto BrennerLEC a tutta la tratta dell’A22 di sua competenza.

Il dispositivo della mozione, approvata con 21 sì, un contrario della Lega, un astenuto di Onda Civica e un non partecipante della Lega, impegna la Giunta ad attivarsi – in considerazione del traffico intenso concentrato nei periodi di flusso turistico e soprattutto nell’ottica di una visione che rispetti l’ambiente – per estendere l’applicazione del progetto BrennerLec. Progetto che ha l’obiettivo ridurre le emissioni nel corridoio del Brennero per tutelare la salute della popolazione anche attraverso una gestione dinamica della velocità, abbassandola in caso di traffico intenso o meteo avverso, con l’utilizzo temporaneo della corsia d’emergenza come corsia di transito, e la segnaletica “intelligente”. Un progetto, ha chiesto la consigliera di FdI, che andrebbe applicato in modo sistematico sull’A22, da definire di concerto con la Provincia di Bolzano ed il concessionario, anche in un’ottica di valorizzazione ambientale della concessione stessa. Un progetto, il BrennerLec, ha aggiunto, che va a beneficio delle popolazioni locali, è finanziato dalla Ue e ha la caratteristica di mettere assieme l’efficienza dei trasporti con la tutela dell’ambiente. E che, inoltre, porta alla responsabilizzazione dell’utenza. Un programma, ha affermato la consigliera riportando una serie di dati, all’avanguardia e che va nella direzione del green deal. Con la Giunta, la consigliera di FdI ha concordato un emendamento in base al quale, il governo provinciale, di concerto con Bolzano dovrà promuovere la necessaria modifica del codice della strada per poter attuare le misure di riduzione della velocità.

L’esponente di Onda Civica, dichiarando la sua astensione, ha detto che l’A22 è responsabile del 31% delle emissioni di biossido di carbonio e il 21% dell’ di ossido di azoto. Una presenza,quella dell’Autobrennero, che ha portato sviluppo ma che pesa moltissimo sull’inquinamento, quindi, per l’esponente di Onda Civica il BrennerLec è un palliativo. Se crediamo che la velocità incida sui livelli di inquinamento si deve fare come a Innsbruck e attorno a Bolzano: il limite ai 100 all’ora. Ha aggiunto poi che se siamo preoccupati del fatto che un terzo degli inquinanti vengono dall’autostrada è assurdo pensare di fare la Valdastico, almeno che non si pensi di far andare le auto ai 30 all’ora. C’è poi un problema dei pedaggi, visto che con il costo di quelli attuali si richiama il traffico da tutta Italia. Insomma, se si vuole intervenire concretamente si devono introdurre i limiti di velocità come hanno fatto a Bolzano e Innsbruck e aumentare i pedaggi che per i mezzi pesanti sono fermi da anni e attirano camion da tutta Europa. Sull’intermodalità, ha ricordato, è stato chiuso il polo di Rovereto e se l’Interbrennero lavora quasi un terzo dei treni di 10 anni fa non è colpa certo dell’opposizione.

Il consigliere del Misto – Azione s’è espresso a favore della mozione, anche perché, ha ricordato, il progetto ha dato risultati all’estero. L’A22 è stata ed è un’opportunità, ha detto ancora, ma porta, inevitabilmente, problemi di sostenibilità ma cercare di farvi fronte con i limiti di velocità è complicato perché vengono determinati a Roma. E palazzo Chigi non sempre attento a questi temi: basti pensare che quando si è parlato di pedaggi ambientali nel Governo non si sono trovate orecchie attente anche da parte di ministri a parole ambientalisti. Ma se il tema è quello dei limiti, ha aggiunto, va colta l’occasione della mozione perché, in linea con Bolzano, si può arrivare a sperimentare limitazioni della velocità.
L’esponente del Misto – Europa Verde, dichiarando il suo sì alla mozione, ha però sottolineato la contraddizione di una maggioranza che sottolinea i problemi dell’A22 e al tempo stesso vuole farne un’altra, la Valdastico, che aggraverebbe la situazione ambientale. Comunque, BrennerLec si pone il problema di portare benefici ambientale e ha aggiunto che una limitazione dinamica della velocità delle auto avrebbe un impatto benefico perché le emissioni di ossido di carbonio dipendono molto dall’andatura. Nel tratto San Michele – Egna il limite di 100 all’ora, ad esempio, ha portato a una riduzione delle emissioni autostradali. Stesso risultato si è riscontrato tra Trento Sud e Rovereto Sud in seguito ai rallentamenti causati dal traffico eccessivo.
Un consigliere del Pd ha detto che il consigliere di Onda Civica ha ragione quando parla di placebo, la soluzione vera sta nella riduzione dei mezzi spostando il trasporto merci sulla ferrovia. L’A22, oltre all’inquinamento, è intasata quindi più pericolosa perciò operare sui limiti di velocità è razionale. Ma, ha ricordato, se pensiamo di limitare la velocità (anche per contenere l’impatto acustico) si deve essere coerenti perché se si dà il via libera alla Valdastico, che porterà 17 – 20 mila mezzi al giorno sulla Brennero, ogni azione diventa inutile,
Un consigliere della Lega ha detto che questi 17 – 20 mila veicoli al giorno vanno comunque verso nord. E questi numeri dimostrano che la Valdastico servirà a far calare il traffico in Valsugana. Quindi, per il leghista, si tratta di argomenti pretestuosi.

Il consigliere del Misto – 5 Stelle ha ricordato che si stimano 9 milioni di morti al mondo per inquinamento, 800 mila in Europa. Ed è evidente che chi vive vicino alle fonti dell’inquinamento è più a rischio. Per questo vanno fatte ricerche epidemiologiche e ha ricordato che non a caso durante l’epidemia Covid si è cercata una relazione tra morti per infezione e inquinamento. Per Marini la Giunta dovrebbe portare in Consiglio una proposta di legge, o al limite una proposta di voto anche se è meno forte, da mandare a Roma per arrivare ad una modifica del Codice della strada. C’è poi il tema che riguarda la reale necessità di questo volume di trasporti per portare merci che, in moltissimi casi, potrebbero essere a km zero e quello dello sviluppo della tecnologia e della riduzione del traffico su gomma anche mettendo sui treni i camion a Verona.

La proponente ha replicato ricordando che la mozione riguarda anche al salute pubblica e sui limiti di velocità ha affermato che, paradossalmente, non si può intervenire sui limiti per motivi ambientali. Comunque, l’emendamento della Giunta va nel verso della collaborazione con Bolzano per intervenire a Roma per i limiti di velocità. Sui costi ha ricordato che l’A22 è tra le più care d’Italia e quindi non si può parlare di aumenti delle tariffe. Sulla Valdastico ha affermato che questa verrà fatta in un futuro non vicino e quindi non si può rimanere fermi per anni. Il progetto BrennerLec è concreto, interviene nei momenti di traffico intenso, e può aiutare a migliorare la situazione tenendo presente che, al di là dei camion, il peso delle emissioni delle auto è grande. L’approccio ha poi un risvolto culturale e incide sulla responsabilizzazione dell’utente.

Un consigliere Pd ha ricordato alla Lega che la stessa concessionaria, in base al progetto della Giunta della Valdastico, stima l’arrivo fino a 19 mila auto su A22, cioè un aumento di traffico del 7%. Lo studio commissionato dalla Giunta, dice che la Valdastico sposterebbe solo il 13% dei mezzi dalla Valsugana. Quindi, sulla Valdastico passerebbe il traffico che passa oggi anche per il Tarvisio. Quindi, non c’è una posizione ideologica da parte del Pd, al contrario le affermazioni ideologiche vengono dal centro destra.

Per il consigliere di Azione il progetto Serenissima (del quale la Giunta attuale non si vuole occupare) che non è la Valdastico. Un progetto che potrebbe già essere portato alla valutazione e in base al quale la società ha ottenuto la concessione. Il resto sono solo chiacchiere, ha aggiunto, compresa la revisione del Pup e ha chiuso affermando che comunque ci si dovrà occupare del traffico in Valsugana anche con la Valdastico. Alla fine, ha detto ancora, si preferisce parlare di un’opera che non si farà mai, facendo credere che si toglierà traffico dalla Valsugana e che si farà una specie di Eden a Rovereto Sud. Il consigliere di Azione ha insistito sul fatto che la Giunta va impegnata a muoversi con Roma per arrivare ai limiti di velocità. Dai banchi della lega è stato ribattuto che la Valdastico alleggerirebbe molto di più del 13% la Valsugana sulla quale gli unici interventi sono stati fatti dalla Giunta. Inoltre, di Valdastico si parla da più di 50 anni e una soluzione va trovata visto che le Giunte di centro sinistra non hanno mai mosso un dito.

Il consigliere di Futura, dichiarando il suo sì, ha affermato che il BrennerLec è un intervento di minima che ha però una sua utilità. Ovviamente gli interventi risolutivi sono altri dalla mobilità elettrica ai treni, ma, per ora, l’intervento più serie sarebbe sulle tariffe per evitare il problema del traffico deviato.

Un consigliere del Patt ha ribattuto che in Valsugana durante la Giunta precedente un disegno c’era. Una visione che vedeva la Valsugana come una rete di imprese agricole e turistiche e per questo sono state finanziate opere che sono lì, come il compendio di Sant’Orsola per i piccoli frutti o il rinnovo degli impianti irrigui a Susà o il Castello di Pergine e le Terme di Levico, il progetto del Tesino. Anche per assecondare questo disegno non si è pensato a ridurre la statale in una sorta di autostrada.

Un esponente leghista ha dichiarato il suo dissenso alla mozione e ha aggiunto che è giusto intervenire quando c’è di mezzo la salute, ma in questo momento c’è un grave problema economico e quindi anche un intervento sulla velocità non è condivisibile.

 

 

Misto – M5S: coinvolgere i Comuni confinanti sui progetti di area vasta. No della Giunta.

Il dispositivo della mozione respinta con 17 no 12 sì, mirava a impegnare la Giunta ad avviare un confronto con il Governo per promuovere adeguamenti normativi e/o regolamentari affinché sia assicurato il coinvolgimento dei comuni confinanti delle Province di Trento e Bolzano e delle Regioni Veneto e Lombardia, nelle procedure della programmazione dei progetti di area vasta, da realizzarsi con il Fondo comune confinanti, attraverso la costituzione di tavoli permanenti di coordinamento territoriale. Questo per armonizzare le strategie, le politiche pubbliche e i servizi pubblici erogati dagli enti locali nelle aree di confine. Una necessità, ha aggiunto il proponente, anche per evitare situazioni incresciose come quella del ponte di Ponte Caffaro dove si è realizzata una infrastruttura che è lì ferma dal 2017 o del tunnel della Valvestino che si è deciso di costruire senza neppure sentire il comune di Bondone. E’ quindi evidente che serve un tavolo dei sindaci per coordinare gli interventi e i servizi in base ai bisogni. La Giunta ha espresso parere contrario alla mozione perché in parte superata e perché rischierebbe di appesantire le procedure di decisione.
, esprimendo il suo sì, ha ricordato che i fondi per i comuni di confine nacquero per depotenziare il moto di antipatia verso la nostra autonomia e che i comuni beneficiari hanno sempre voluto avere piena libertà nell’uso di queste risorse. La scorsa legislatura si è intervenuti allargando i comuni confinanti e si è costruito un percorso di integrazione degli interventi tra Trento Bolzano e le regioni confinanti. La mozione, secondo Azione, avrebbe aperto una necessaria riflessione per garantire alle comunità la possibilità di esprimere un parere.
Anche per futura la mozione, di assoluto buon senso, prevedeva di fare in modo che gli interventi sui comuni confinanti siano più razionali.
Il proponente ha replicato affermando che il no della Giunta significa che i comuni non possono dire la loro e avere un ruolo nell’utilizzo di risorse della Pat. Si tratterebbe solo di buongoverno e di evitare sperperi di milioni di euro

 

Onda Civica: riconoscere il ruolo professionale e il lavoro svolti dagli autisti delle ambulanze di Trentino Emergenza.

Il dispositivo della mozione (bocciata premessa e punto uno) è stato approvato all’unanimità e impegna la Giunta a dare mandato alla Giunta di valutare la possibilità e le modalità per riconoscere anche agli autisti di ambulanza dell’Apss l’indennità di malattie infettive per il periodo indicati dalla delibera del 9 aprile 2021. Mentre il primo punto che prevedeva l’impegno a dare all’Apran il mandato di colmare la lacuna di trattamento degli autisti delle ambulanze in servizio presso l’azienda sanitaria provinciale, procedendo ad inquadrarli nella categoria C. Ci si trova di fronte, ha detto il proponente, a un’anomalia contrattuale che paragona questi lavoratori dell’emergenza gli autisti dell’economato, a parte il riconoscimento di 1800 euro all’anno. Tendendo conto che questi lavoratori pur soccorrendo le persone non sono soccorritori, oggi sono chiamati a effettuare interventi come quello di collocare gli elettrodi per gli elettrocardiogrammi e viene loro richiesto un continuo aumento di competenze. Non solo, ma gli autisti sono stati esclusi dal riconoscimento, durante il Covid, dell’indennità di due euro al giorno per il rischio malattie infettive. In tutto qualcosa come 70 mila euro. Quindi, ha aggiunto l’esponente di Onda Civica, l’infermiere che risponde al telefono al 112 ha un’indennità, giusta, di 5 euro al giorno per il rischio infettivo chi va a prendere i malati no. L’assessora alla salute ha detto che anche nella conferenza Stato – Regioni si è affrontato il tema ma la definizione di figure professionali spetta allo Stato. La figura dell’autista soccorritore è ancora senza risposta. L’assessora, infine, ha ricordato che gli autisti hanno ricevuto il bonus Covid.
Una consigliera del Patt, appoggiando la mozione, ha affermato che l’indennità malattie infettive per il Covid ha portato a divisioni tra il personale e che il tema fondamentale rimane quello contrattuale, che rimane sempre aperto anche di fronte alle difficoltà della sanità.
L’esponente di Futura ha detto che questa non è l’unica cosa bizzarra nella sanità: la più bizzarra è quella del mancato adeguamento contrattuale. Tema che riguarda gli autisti, chi lavora nelle Rsa. Bizzarrie si riscontrano anche per i titoli di studio: la laurea di un infermiere, ad esempio, vale economicamente meno di quella di chi lavora negli uffici Pat; chi ha un master come professionista sanitario o infermiere di famiglia oggi non trova una collocazione contrattuale. Quindi, vanno trovate le risorse per adeguare i contratti della sanità e pubblico impiego. Sull’indennità del rischio di contagio non è pensabile non riconoscerla a chi entra in contatto con i possibili contagiati.
La capogruppo Pd, esprimendo il sì alla mozione pur ritenendo debole l’emendamento della Giunta, ha affermato che questi lavori, pur non avendo la corretta collocazione hanno svolto sempre la loro funzione subendo una doppia beffa: il non riconoscimento dell’indennità di contagio, riconosciuta all’infermiere che lavora con loro, e il mancato rinnovo del contratto. Tra l’altro il costo di due euro al giorno sembra del tutto sostenibile.
Il consigliere del Misto – Azione ha affermato che le modalità per dare l’indennità ci sono: basta estendere a questa categoria la delibera del 9 aprile scorso.
La capogruppo della Lega ha aggiunto che il riconoscimento della figura dell’autista – soccorritore deve passare dallo Stato, ma è chiaro che questi lavoratori si sono trovati pienamente coinvolti nella pandemia e va riconosciuta all’assessora la sensibilità di andare incontro a questa categoria riconoscendo l’indennità malattie infettive.
Il proponente ha replicato affermando che il riconoscimento, col passaggio alla categoria C dopo 5 anni di servizio, si potrebbe già fare e va fatto. Si è poi augurato che la delibera per l’indennità venga fatta in tempi rapidi perché basta solo aggiungere un “operatore tecnico – autista”. Comunque, ha concluso, fino a quando non saranno riconosciuto questi lavoratori non vanno definiti come autisti soccorritori.

 

La Civica: un riconoscimento tangibile alle forze di polizia locale.

Il dispositivo della mozione, approvata con 21 sì, 7 astenuti un non partecipante al voto, impegna la Giunta a valutare l’adozione di modifiche al Dpgp del 30 aprile 2008 numero 16-123/Leg, utili a prevedere il conferimento di un riconoscimento ufficiale, che potrebbe essere a foggia di nastrino, per il servizio reso dal personale della polizia locale durante il periodo di pandemia, individuando un momento ufficiale – quale potrebbe essere il 20 gennaio, S. Sebastiano “Giornata nazionale della polizia locale” – momento individuato dal citato regolamento per il conferimento delle onorificenze.
Ul consigliere di Futura ha affermato che tante sono state le figure professionali, tra queste i servizi sociali e i volontari, che si sono impegnate nella fase pandemica e quindi ha espresso la sua astensione.

 

UpT: sostenere Asuc, Comuni e Magnifica Comunità di Fiemme nella lotta al bostrico.

Il dispositivo della mozione, approvata all’unanimità, impegna la Giunta a considerare nell’opera di prevenzione prevista dalla Provincia attraverso la Fem per contrastare il bostrico l’introduzione di predatori antagonisti come già avviene in altre foreste delle Dolomiti; ad attivare un tavolo di confronto con le parti interessati tra cui Comuni, Asuc e Magnifica Comunità di Fiemme, per valutare le soluzioni da adottare per la lotta ai cambiamenti climatici compromettere la filiera del legno; a valutare un sostegno economico per le Asuc, i Comuni e la Magnifica Comunità, interessati dalla perdita del patrimonio boschivo, affinché possano avere un aiuto concreto nella gestione della lotta contro il bostrico, tenendo conto, in generale, dei mancati ricavi nella vendita del legname. L’assessora alla salute ha detto che il tema del bostrico è presente in Alto Adige e nelle regioni del Nord, ma più in generale colpisce il patrimonio forestale europeo. E’ stato inserito un emendamento nel decreto incendi per potenziare la lotta al parassita, mentre la Patt ha investito 31 milioni per mettere mano alle ferite inferte da Vaia; il monitoraggio sul bostrico continua e gli interventi andranno valutati in base alle funzioni del bosco. Con Magnifica Comunità e Asuc il confronto è avviato e ora si farà quello con i comuni. Si è riattivato inoltre il tavolo legno per ragionare sulle strategie per rilanciare il settore. L’esperienza dei paesi mitteleuropei, ha detto l’assessora, ha evidenziato che servono 5 – 6 anni, cambiamenti climatici permettendo, per ottenere la vittoria sul bostrico. Quindi, non si potranno fare miracoli, ma si sta facendo il possibile sapendo che gli esboschi devono tenere presente dell’assetto idrogeologico.
Un consigliere del Pd, approvando la mozione, ha detto che la situazione è allarmante e ha sottolineato che molti focali si sviluppano in boschi di privati che spesso non si occupano più delle loro proprietà.
Sì alla mozione anche da parte di un esponente della Lega che ha sottolineato l’importanza di un tavolo di confronto Pat – Magnifica – Asuc. Mentre il capogruppo di FdI ha ricordato che la consigliera Rossato, recentemente, ha evidenziato il problema in una domanda di attualità.

 

Futura: intensificare l’ assistenza psicologia e psicopedagogica nelle scuole.

Il dispositivo della mozione, approvata all’unanimità, impegna la Giunta – in base al protocollo d’intesa con il ministero dell’istruzione per il supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche stipulato con l’Ordine degli psicologi -, ad intensificare l’attività preventiva e di supporto psicologico e psicopedagogico in tutte le scuole di ogni ordine e grado, confrontandosi con l’Ordine degli psicologi della provincia, rafforzando quanto già previsto dalla legge provinciale sulla scuola. Una bisogno di sostegno che è cresciuto in seguito all’impatto che il Covid ha avuto sul benessere psicologico dei ragazzi. Il proponente ha auspicato che questo tema venga affrontato nel bilancio per superare, sostituendola con quella del team, quindi con un servizio più strutturato, la logica dello sportello psicologico. Positivo il parere dell’assessore all’istruzione il quale ha ricordato che il supporto psicologico è attivo nel 90% delle scuole ed è cresciuto del 20% negli ultimi anni, ma si possono fare ancora passi avanti.
La capogruppo Pd ha ricordato un suo emendamento in materia nell’assestamento del 2020 che venne però bocciato. Il 18 novembre dell’anno scorso con una mozione, votata all’unanimità, si chiedeva di supportare gli istituti per l’adesione al protocollo nazionale. Stessa unanimità venne espressa ad una mozione analoga della Lega. Ma, anche nel luglio scorso nell’assestamento venne proposto da Pd e Futura un emendamento che fissava il budget necessario, che venne di nuovo bocciato. Quindi, la capogruppo dem, ha detto di sperare, visto l’impegno che l’assessore ha assicurato, che nel prossimo bilancio vengano posti i finanziamenti per potenziare il supporto psicologico ai ragazzi.

 

 

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