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WALTER PRUNER * ELEZIONI – TRENTINO: “ PROVE DI LOGORIO DI LEGA SU FDI, PER INDURRE IL PARTITO DELLA MELONI AD UN’AUTO-ESCLUSIONE CHE CONSENTA L’ARREMBAGGIO AUTONOMISTA LIBERO DA IMBARAZZI “

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08.06 - domenica 28 agosto 2022

Con la iniziativa messa in campo al 91° di deposito liste, in cui il vice presidente della Giunta provinciale a trazione leghista è arrivato ad un passo dalla candidatura nel collegio di Rovereto in inedita quota Patt-Progetto Trentino, si è aperta una nuova linea sulla rotta 2023.

Il territorio centrista si riempie di nuovi competitori o il gesto si colloca casuale in coda ad una rumba elettorale senza schemi di gioco particolari? I maligni parlano di prove di logorio della Lega, nei confronti di Fratelli d’Italia, per indurre questi ultimi ad un’ autoesclusione, che consenta l’arrembaggio autonomista libero da imbarazzi col partito della Meloni.

E qui sarebbe interessante comprendere quanti e quali siano realmente gli accordi, le eventuali decisioni maturate tra le sacrestie di partito, che da Ala all’ asta del Noce, hanno costellato questa calda estate politica.

Intanto balza immediatamente all’ occhio, e sorprende, l’alchimistico tentativo di Progetto Trentino di anticipare quel territorio moderato che sta organizzandosi attorno a Campobase. Il bradisismo al centro, con questo sorpasso, tentato da Progetto Trentino, proprio lì in mezzo, laddove entrambe le forze hanno in questo centro il loro medesimo barometro politico e metronomo elettorale, non è ignorabile.

Il silenzioso incedere del movimento civico territoriale, capace di attrarre diverse e nuove forze giovani, qualificate anche se al momento sotto traccia, descrive un Campobase che in questa tornata avrebbe potuto fare altro: attendere, vedere e decidere. Se non è successo, questo dimostra che una scelta di imbalsamazione preventiva non appartiene al nuovo raggruppamento.

Poi, il sotterrraneo filo che lega Campobase ad una parte almeno della S.V.P., quella più sociale che sta vivendo nel suo massimo riferimento, il Presidente Kompatscher, un momento di evidente attacco interno, non ha impedito comunque di portare ad alcuni impegnativi ragionamenti circa il ruolo del gruppo parlamentare monostellato futuro in quel di Roma, a difesa e promozione di un blocco autonomista rigoroso ed autorevole. Su questa piattaforma Campobase, lo ha scritto chiaramente un paio di settimane fa, ha intenzione di bussare senza timore reverenziale alla porta della Stella Alpina.

In campo avverso invece, dopo una partita in sordina, dicevo, al 91°, il contropiede centrista dell’esperto vice presidente è entrato in area, murato dalla difesa meloniana.
Di contro, appunto, lo stretching di Campobase ha invece preferito puntare, tatticamente, a concentrarsi, sul piano delle candidature di non rottura e condiviso gradimento. Un intelligente lavoro prodromico al 2023, senza disdire ambizioni di colpaccio soprattutto con la candidatura concordata, ma tutta loro, dello stimato Patton sul collegio di Trento.

Credo sia piuttosto difficile la conciliazione di due moduli, apparentemente, ma solo apparentemente, sorretti da un’ unica matrice centrista: ad effetto scenico quella di Progetto Trentino, di pragmatismo, programmatico e silenzioso quello di Campobase. La divaricazione tra i due stili “centristi” è nei fatti presente già fin dall’esordio. Al di là dell’esito abortivo dell’iniziativa interna al centro destra, essa, acutamente, si radica nella necessità di far fronte alle conseguenze di un eventuale elettorale avvicinamento/affiancamento o sorpasso di una Fiamma tricolore nella veste di roditore leghista.

E la ricerca di soluzioni temperate al centro, proprio attraverso un democristiano di lungo corso, come il territoriale Mario Tonina, è tutt’altro che scentrata. La più articolata e preparata ragione politica di Campobase, si trova ora di fronte ad una variabile forse inattesa, ma per esso suggestiva e stimolante. La miccia è quella messa in campo da una parte dall’ apparente indecifrabile, decisoria latitanza degli autonomisti, pressati da una nuova concorrenza civico territoriale molto vicina al suo perimetro di gioco, appunto, Campobase; e dall’altra invece dalla spericolata ma plausibile scommessa al centro di Progetto Trentino e del prodotto residuo della Civica borghiana, soggetti lanciati a sondare le praterie del moderatismo popolare che Lega e Fiamma faticano a raggiungere.
Non è tanto ampio lo spazio all’interno di questa zona di disaffettività elettorale, ma decisivo.

È certo che pure Campobase sia lì anch’esso a contenderselo, attraverso la sua capacità penetrativa, corrosiva ed erosiva, in un territorio ricco di altrui doppifornismi. Il compito non è semplice: attrarre quella platea di qualche decina di migliaia di indecisi esigenti, non cristallizzati ma mobili, posti su una piattaforma di scivolosità sulla quale, il suo greep politico, è chiamato ad un esordio elettorale intrigante quanto impegnativo. La sua capacità di reggere la attuale, insidiosa sede stradale, dipenderà dalla qualità performante della mescola con la quale, gli attenti meccanici ora ai box di Campobase, decideranno su tempi e modalità del Pit stop.

L’esito di questo piano corsa è legato alla qualità di gestione di alcune variabili tra cui pilota, programma, autorevolezza di compagine e loro performanza.

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Walter Pruner
Trento

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