(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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“L’Associazione nazionale magistrati, unendosi alle parole già pronunciate dalla Sezione di Lecce, esprime la massima vicinanza alla collega Francesca Mariano, giudice per le indagini preliminari di quella città, minacciata in modo macabro e inquietante con l’invio presso la sua abitazione di una testa di capretto insanguinata, con una lama da macellaio in essa conficcata”. Così la Giunta esecutiva centrale dell’ANM.
“La collega Mariano come peraltro la collega Carmen Ruggiero, pubblico ministero della DDA di Lecce, sono state già vittime di minacce, da ricollegarsi alla loro attività di contrasto del crimine mafioso che opera in quel territorio. I magistrati sono ben consapevoli dei rischi, anche e specie personali, che si corrono quando, per ragioni del proprio ufficio, ci si imbatte in indagini e processi nei confronti di esponenti di una criminalità sanguinaria e pericolosissima, che mette in pericolo, con la pervasività della sua illecita attività, i beni fondamentali della nostra comunità e le condizioni di una ordinaria e tranquilla convivenza. Per via di questa consapevolezza e della adesione convinta ai doveri della funzione giudiziaria, queste brutali minacce non sortiranno l’effetto di intimidire e far allentare l’azione di contrasto al crimine, rafforzando anzi, in tutti, la convinzione di quanto la Magistratura sia essenziale nella tutela dei diritti dell’individuo e della integrità della società tutta”.
“Auspichiamo che le colleghe, come tutti i magistrati e gli altri esponenti delle Istituzioni impegnati sul versante più esposto del contrasto mafioso, avvertano, e non solo in tali occasioni, la vicinanza e la solidarietà più estese possibili”, conclude la Giunta.