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WWF * GRANDI CARNIVORI: « LA PAT VUOLE ABBATTERE 24 ORSI NEI PROSSIMI 3 ANNI, SI COMINCI A LAVORARE SU INFORMAZIONE E PREVENZIONE »

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13.56 - mercoledì 10 gennaio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Nei giorni scorsi la Provincia Autonoma di Trento (PAT) ha presentato un nuovo disegno di legge che, contro ogni evidenza scientifica, prevede l’abbattimento di 8 orsi all’anno per i prossimi 3 anni con il fine di “assicurare la pubblica sicurezza e la tutela dell’economia di montagna”. Prosegue la linea politica anti-scientifica sulla gestione degli orsi della PAT, che negli ultimi anni ha completamente dimenticato quale sia una corretta strategia che tenga conto sia degli aspetti biologici che sociali. È il momento di abbandonare le politiche populiste e anti-scientifiche e lavorare seriamente per garantire da un lato la conservazione di una specie prioritaria a livello europeo e dall’altro la costruzione di una coesistenza reale con le comunità locali, sottolinea il WWF Italia, che ribadisce ancora una volta quanto la diffusione di una corretta conoscenza sia la base necessaria per avviare, seppure con colpevole ritardo, questo percorso. La Provincia di Trento ha dimostrato in questi ultimi anni l’incapacità di gestire il ritorno dei grandi carnivori, come dimostra la politica sugli orsi e i simili approcci tenuti verso il lupo, che hanno avuto come diretta conseguenza nello scorso luglio l’ordinanza (bloccata dal ricorso al TAR del WWF e di altre associazioni) per l’abbattimento di due lupi nella zona di Malga Boldera (Ala).

Fugatti, rieletto Presidente della Provincia nell’ottobre scorso, con questo ennesimo provvedimento che prevede l’abbattimento fino a 24 orsi nei prossimi tre anni, dimentica di non avere completa autonomia nella gestione delle specie protette. La linea politica dell’amministrazione provinciale ha portato ad un inasprimento del conflitto sociale e del livello di allarmismo, ormai diffuso in alcune vallate trentine, dimenticando l’importanza fondamentale di una comunicazione corretta e equilibrata.

L’orso resta una specie protetta da leggi nazionali e direttive europee, che non possono essere ignorate o, peggio, bypassate da un disegno di legge della Provincia Autonoma. Lo stesso Pacobace (Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’orso sulle Alpi) non prevede quote di abbattimento minime e massime per la gestione della popolazione di orso sulle Alpi. Il disegno di legge prende spunto dal rapporto pubblicato da Ispra (“La popolazione di orsi del Trentino: analisi demografica a supporto della valutazione delle possibili opzioni gestionali”), le cui analisi hanno portato a individuare le soglie di prelievo massime tali da non avere un impatto negativo sui trend demografici e sulle probabilità di sopravvivenza della popolazione trentina di orso. I risultati delle simulazioni hanno permesso di individuare la soglia massima di 8 individui in totale, di cui al massimo 6 adulti tra cui 2 femmine riproduttive. Quando questa soglia viene superata, la probabilità di sopravvivenza della popolazione crolla.

Al di là dei modelli, sottolinea il WWF Italia, occorre ribadire come una diminuzione del numero di danni al patrimonio zootecnico e apistico necessiti di un approccio basato sulla prevenzione e l’informazione. Nessuna quota di abbattimento può avere maggiore efficacia di investimenti mirati in tal senso, come dimostrato da numerosi contesti internazionali. Investire più risorse in questa direzione porterebbe ad una diminuzione del conflitto anche a fronte di un trend demografico positivo della popolazione di orso, garantendo in questo modo sia la conservazione di una popolazione ancora minacciata, sia un abbassamento del livello di conflittualità con le popolazioni locali.

Il Pacobace già prevede, tra le numerose attività di comunicazione, educazione e monitoraggio in gran parte dimenticate dalle politiche della PAT degli ultimi anni, anche la rimozione di individui realmente pericolosi. Ma questi rappresentano casi rarissimi e non prevedibili, da valutare caso per caso con attente valutazioni, su cui non è possibile basare dunque delle quote di abbattimento annuali come invece prevedrebbe il nuovo disegno di legge.

Comunicazione, sensibilizzazione, prevenzione dei conflitti e investimenti per migliorare la connettività ambientale sono le linee di lavoro che andrebbero intraprese basandosi su un approccio tecnico-scientifico, secondo il WWF Italia.
Organizzare campagne di informazione mirate, investire nella diffusione di misure di prevenzione e permettere alla popolazione di orsi del Trentino di ampliare l’areale attuale in modo naturale, intervenendo su quelle barriere antropiche che ne rallentano la dispersione, sono passi nell’unica direzione possibile per garantire un futuro all’orso sulle Alpi e allo stesso tempo conoscenza e sicurezza per le comunità locali.

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