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UIL SCUOLA TRENTINO * MOBILITÀ PERSONALE DOCENTE: « SIA VINCOLATA SOLO LA PRIMA SEDE, IN SUBORDINE SI PASSI DA CINQUE A TRE »

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09.31 - mercoledì 6 marzo 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Mobilità personale docente. Sia vincolata solo la prima sede. In subordine si passi da 5 a 3. Uil scuola non ha firmato un Contratto della mobilità Docenti che prevede la reintroduzione di vincoli di permanenza triennale sulla sede per i neo immessi in ruolo. Tantomeno è d’accordo con la reintroduzione per legge di vincoli per tutti i docenti.. “Pur comprendendo la necessità di tutelare la continuità didattica, vincolare la permanenza triennale su 5 sedi a tutti i docenti che presentano domanda di trasferimento è troppo davvero, soprattutto in un territorio come quello trentino. Di fatto non è più una libera scelta: è un vero e proprio ritorno ad un passato che consideravamo remoto”.

Leggiamo della volontà di reintrodurre il vincolo triennale all’interno della mobilità docenti. Altro che novità: è un vero e proprio ritorno al passato dopo anni di contratti che, anche in deroga alla norma, hanno permesso a tutti i docenti di presentare domanda di trasferimento, al fine di avvicinarsi alla propria famiglia, di coniugare impegni familiari e vita lavorativa. Mentre lo scorso agosto è stato tolto dalla legge il vincolo su sede di titolarità per i docenti e per il personale ATA, a distanza di 6 mesi il Legislatore ha deciso di reintrodurlo. In dialetto direbbero: “l’è tut en far e ‘n desfar”. Con un primo risultato immediato: ad oggi in Trentino non vi sono più regole chiare; tutti attendono l’approvazione o meno dell’emendamento e le conseguenti circolari applicative, per poi presentare domanda di trasferimento. E il 16 scadono i termini di presentazione. In ogni caso quella del vincolo triennale sulle prime cinque sedi scelte dal docente in fase di presentazione di domanda di mobilità è misura inefficace ed iniqua.

Inefficace perché le persone dovranno trovare forme diverse che permettano comunque di coniugare vita lavorativa alle esigenze / necessità familiari. Se la Provincia vuole tutelare la continuità didattica, visto che in Trentino più di 2.000 docenti sono a tempo determinato – impossibilitati a garantire continuità alcuna, organizzi concorsi di stabilizzazione per chi già da anni lavora nella scuola trentina, da offrire ai docenti con almeno 3 anni di insegnamento e 24 CFU. Sicuramente non bastano le procedure pensate sino ad oggi! Iniqua perché pensata da chi ha presente esclusivamente le realtà di città come Trento o Rovereto. Un esempio: se abito a Trento trovo almeno 7 Istituti Comprensivi oppure 6 Istituti Superiori. Facile a questo punto individuare cinque sedi all’interno del Comune di residenza. Se io abito in una vallata le cose si complicano all’inverosimile: due esempi. L’insegnante che ha residenza e famiglia a Storo, le cinque sedi potrebbero essere Valle del Chiese, Ledro, Tione, Rendena e Giudicarie esteriori. Il collega che vive a Cavalese può aggiungere Predazzo, Fassa, Cembra e Piné. Sono libere scelte? Possiamo vincolare le persone per tre anni?

UIL Scuola chiede sia modificato l’emendamento presentato: sia posto il vincolo sulla sola sede di ricongiungimento alla propria famiglia! Una misura di equità che, in onore al protocollo d’intesa firmato con l’Assessore Spinelli (rinnovo dei contratti – luglio 2023), ha l’obiettivo di introdurre misure di conciliazione fra vita familiare ed ambito lavorativo.

In subordine, chiediamo quantomeno che il vincolo sia ridotto alle prime tre sedi: un obbligo che comunque potrebbe generare spostamenti di decine di chilometri, all’interno di un orario di lavoro frammentato / spezzato, con numerosi rientri pomeridiani.
Di Fiore: “E’ necessario osservare come anche in Trentino si continui ad intervenire con norme di legge su materie che dovrebbero essere disciplinate esclusivamente dalla contrattazione. Un accordo negoziale ponderato e condiviso poteva essere lo strumento corretto per evitare confusione. E comunque per guardare avanti e per non tornare indietro di dieci anni”.

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