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DEMAGRI (CASA AUTONOMIA) * SANITÀ: « NON BASTANO LE PASSERELLE PER COPRIRE CINQUE ANNI DI INCOMPETENZA POLITICA »

Scritto da
09.26 - mercoledì 2 agosto 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Non bastano delle passerelle per coprire cinque anni di incompetenza politica . Come si gestisce con successo un sistema complesso come quello della sanità trentina? Se uno dovesse guardare all’esempio dato da questa Giunta provinciale, sembrerebbe tutto relativamente semplice. Non prendere nessuna vera decisione per l’intera durata del proprio mandato, ridurre le complessità ad una serie di passeggiate tra gli ospedali del Trentino negli ultimi mesi di legislatura e scaricare le proprie colpe sui lavoratori che non si è fatto nulla per aiutare.

Ne è un esempio lampante l’ultimo caso di cronaca riguardante la casa di riposo di Mori, dove un anziano è fuggito dalla struttura per tornare a casa sua. Una palese dimostrazione della carenza di personale nelle Rsa e più in generale in tutto il sistema sanitario. Eppure l’assessora Segnana ha pensato di addossare tutte le colpe ad uno staff che ad oggi è sottodimensionato e sovraccarico di lavoro. A me sembra invece che le responsabilità vadano cercate proprio nel lavoro dell’assessorato, che in cinque anni non è mai stato capace di effettuare una revisione delle strutture e delle loro necessità nonostante i continui appelli dei professionisti.

Ritengo inaccettabile questo genere di comportamento. Soprattutto in un periodo di crisi del sistema sanitario come quello che stiamo vivendo non possiamo avere un assessorato alla sanità che addossa le proprie colpe su chi fa di tutto e anche di più per mantenere in piedi un servizio. Non possiamo avere un’assessora che non pensa ad una riorganizzazione del sistema e che addirittura non ha mai messo piede in una casa di riposo, ma si limita a mettersi in mostra in una serie infinita di passerelle in vista delle elezioni.

Per esempio, che utilità porta una visita a Cavalese per la presentazione del nuovo elicottero, se non quella di andare a caccia di voti attraverso il mero atto di mostrarsi sul posto senza aver effettivamente ragionato sulla questione? Perché, se si ragiona sulla misura presa e non sulla visibilità politica, si incappa nel fatto che la zona era comunque servita egregiamente dalla Centrale Unica. Se questo potente mezzo dovesse servire solo la zona di Cavalese allora ne servirebbe anche uno in Tonale o a Storo viste le relative distanze dall’ospedale centrale.

Anche la visita a Cles a salutare i direttori non migliora l’immagine delle attività della Giunta, che invece di limitarsi a stringere mani potrebbe spendere qualche ora ad informarsi e ragionare sulle strutture che sta visitando. Per esempio al nosocomio delle Valli del Non non serve una visita pro forma, servono invece ortopedici e anestesisti per le unità operative che stanno diventando un deserto. Oppure ancora medici e infermieri per un pronto soccorso che avrebbe le capacità strutturali (due ambulatori nuovi mai aperti) per accogliere molte più persone. Oggi si trova intasato per la mancanza di personale.

Non parliamo poi della perdita d’acqua al Santa Chiara di qualche giorno fa. Un tubo rotto che l’assessora ha dovuto assolutamente vedere. Magari poteva risparmiarsi il tempo della visita e spendere qualche ora in ufficio a progettare misure per l’ospedale di Arco e di Tione (anche questi segnati sull’itinerario dell’assessora). Lì ci sono grosse difficoltà nella gestione del reparto psichiatrico e del pronto soccorso.
Viste queste carenze stanno perdendo utenza a favore degli ambulatori privati, ai quali si possono attribuire poche responsabilità. In fin dei conti stanno coprendo un servizio necessario per i cittadini che dovrebbe invece essere garantito dalla sanità pubblica. Se la Giunta apre loro un viatico non occupandosi dei suddetti servizi non ci si può certo lamentare con i medici privati.

La responsabilità è dell’attuale governo provinciale, che non solo non cura i servizi di base, ma nemmeno le eccellenze del territorio. Il centro di protonterapia per esempio ha ricevuto numerose richieste di collaborazione da parte di altri centri di eccellenza italiani. Eppure nulla è stato fatto, con buona pace di quelle che potevano essere delle ottime opportunità. I pazienti e i bilanci del servizio sanitario avrebbero potuto beneficiare di questo genere di iniziative per poi reinvestire nella cura dei cittadini. Per non parlare poi dell’aumento di attrattività del servizio per i professionisti.

Ma si sa, migliorare il proprio sistema per attrarre nuovi professionisti è faticoso, è molto più semplice lasciare le cose come stanno. In questo modo, quando a un certo punto le strutture si vedranno obbligate a ridurre autonomamente i posti letto disponibili, la Giunta potrà sempre alzare le mani e dire che la colpa è dei professionisti. Poco importa che alle loro spalle ci fosse un’amministrazione incapace di creare le condizioni necessarie a mantenere il servizio.

L’unica cosa che si può fare, e sono convinta che tutti i professionisti della sanità lo faranno, è assegnare la colpa ai veri responsabili senza farsi abbindolare da questa passerella finale. Dubito infatti che dopo cinque anni di amministrazione leghista ci sia ancora qualche operatore sanitario che voglia riporre la propria fiducia nell’attuale assessora o nei partiti in cui lei si identifica. Bisogna far capire a questa Giunta che non bastano delle passerelle a cancellare cinque anni di incompetenza politica e che l’obbligo contrattuale di adeguamento dei contratti non può diventare una moneta di scambio in vista del voto.

Bisogna far capire che è il momento di cambiare e di affidare la sanità trentina nelle mani di qualcuno che sappia cosa sta facendo.

 

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Paola Demagri

Consiglio Provincia autonoma Trento (Gruppo Misto)

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