News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE

RENZO GUBERT * MOSCHEA A TRENTO: « NON È PIÙ IN GIOCO SOLTANTO LA LIBERTÀ DI CULTO, MA IL RILIEVO IDENTITARIO »

Scritto da
08.52 - domenica 11 giugno 2023

Egregio Direttore,

trasmetto in allegato una breve riflessione. Ringrazio per l’attenzione.

Dopo molti anni torna di attualità il progetto di costruire una moschea a Trento. Paiono svanite le preoccupazioni circa il possibile ruolo politico delle moschee, mentre diventa essenziale la possibilità di ogni religione di avere un proprio ruolo di culto, se lo desidera. E così non solo il sindaco, che si è dichiarato non credente, promette di modificare il piano urbanistico per consentire la costruzione di una moschea, ma anche il delegato diocesano don Cristiano Bettega vede con favore che a Trento si edifichi una moschea. Neppure una parola sull’opportunità che gli stati che si dichiarano mussulmani offrano la medesima opportunità ai fedeli cristiani del loro paese. Nel paese sede del maggior centro mussulmano, l’Arabia Saudita, non è neppure concesso di celebrare la messa in luogo privato. Ma poco importa. Che i cristiani di quei paesi o immigrati come lavoratori a tempo definito in quei paesi se la vedano loro, paiono pensare sindaco e Diocesi. Immagino che il discorso non cambierebbe se invece di una moschea si volesse costruire a Trento un tempio induista. Poco importa non solo all’autorità amministrativa ma anche a quella religiosa cristiana se in India i cristiani sono perseguitati. Chiedere reciprocità non è cristiano, vero?

C’è un secondo aspetto della questione che merita considerazione: riconoscere libertà di culto da praticare in un luogo di culto non equivale a costruire moschee o templi induisti o buddisti. Anni fa ero impegnato in Università su ispirazione del prof. Demarchi e del prof. Bruno Tellia, docente universitario a Udine, in una serie di indagini sul sentimento di appartenenza territoriale. Richiesti quali fossero i simboli più rappresentativi dell’area alla quale si sentivano appartenenti, gli intervistati rivelavano come il simbolo di gran lunga più rappresentativo era la chiesa del paese. Se il luogo di culto mussulmano fosse a Trento  una moschea, con uno o più minareti, è difficile sostenere che non risulterebbe cambiata l’identità simbolica di Trento e del Trentino. Non sarebbe più in gioco soltanto la libertà di culto, ma il rilievo identitario, del quale i simboli non solo naturali , ma anche quelli costruiti hanno un peso notevole. Basta andare a Serajevo o a Gerusalemme per capire come ci si trovi in realtà con identità plurime e spesso in conflitto. Sindaco di Trento e autorità diocesana è questo che vogliono per Trento? Il giusto principio della libertà di religione comprende anche il diritto a mutare la percezione simbolica dell’identità culturale della popolazione trentina? Spero in un qualche riflessione.

 

*

Renzo Gubert

Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.