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LETTERE AL DIRETTORE

MAURIZIO FRESCHI * SCUOLA TRENTINA: « SPIACE CAPIRE CHE L’ATTENZIONE ATTORNO AL TEMA ISTRUZIONE SI MANIFESTI SOLO IN VISTA DI TORNATE ELETTORALI, SI SOPISCE DOPO LA CONTA VOTI »

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18.55 - lunedì 30 maggio 2022

Scuola trentina e campagna elettorale. Sono ormai iniziati festival, convegni, incontri e confronti di vario tipo sul tema “Scuola” partendo dal nido fino all’università. Spiace che tutta questa attenzione si riscopra solo in vista di tornate elettorali per poi vederla sopirsi subito dopo la conta dei voti e si riduca a ridondanti attimi di auto-referenzialità che poco portano all’effettiva crescita del sistema.

Cercando comunque di valorizzare il “buon momento” sarebbe opportuno focalizzare alcuni limiti di questi spazi di confronto per rendere la discussione più costruttiva senza ridurla a mero spot propagandistico. Iniziando con l’analisi dei limiti un fattore che porta ad uno sbilanciamento nello sviluppo di proposte utili e realizzabili è determinato dalla partecipazione, a questi momenti di confronto, prevalentemente di docenti e dirigenti del secondo ciclo o universitari con una scarsissima presenza di rappresentanti del primo ciclo dove avviene la prima e fondamentale impostazione della vita scolastica dei nostri studenti, oppure di persone che o si trovano ormai fuori dal mondo scolastico e che impostano il ragionamento su un’immagine di scuola basata sul proprio vissuto personale ma lontana dalla realtà attuale.

A seguito di tutto ciò si può evidenziare un’eccessiva focalizzazione dell’attenzione e del dibattito sul secondo ciclo e sull’orientamento universitario senza prendere adeguatamente in considerazione gli enormi problemi del passaggio tra il primo e il secondo ciclo (medie -> superiori) che troppo spesso non aiuta gli studenti ad orientarsi in funzione delle loro reali qualità o aspettative ma banalizza la scelta secondo il criterio “valutazioni più alte verso indirizzi liceali, poi verso i tecnici e infine quelle più basse ai professionali” svilendone l’indirizzo e le effettive possibilità. Aggiungiamo inoltre che molte volte le famiglie riversano sui propri figli le proprie aspettative o i propri sogni imponendo percorsi basati su scelte non in linea con le potenzialità dello studente costringendolo ad un calvario scolastico disincentivante e frustrante.

Non tralasciamo poi di considerare che in questi contesti si evidenzia sempre ciò che “non va”, si enunciano obiettivi più legati a valori assoluti che ad una strutturazione concreta di un progetto ma non si riscontrano quasi mai proposte serie e pragmatiche su come raggiungere tali obiettivi.

Prima di riempire il tempo di teorizzazioni irreali dovremmo prendere atto di una serie di reali criticità della scuola trentina e cercare di riportarla a quella eccellenza che può esprimere, ma per farlo dobbiamo prima ridare stimoli e professionalità ai docenti attualizzando le retribuzioni, evitando di ridurre sempre di più gli spazi della didattica riempiendoli di adempimenti burocratici. Dovremmo intervenire sulla stabilizzazione e sulla qualità della formazione docenti riducendo il gap tra chi la affronta professionalmente e chi come un obbligo imposto con disinteresse e senza effettivo riscontro formativo, eliminare una “valorizzazione” di facciata sostituendola con una reale premialità di professionalità e carriera valorizzando le ricadute didattiche non organizzative o burocratiche.

Altro tema da affrontare in tempi brevi è quello dell’inclusione e del sostegno: urge attualizzare i parametri ed adeguare la legge ai valori attuali ormai cresciuti in misura esponenziale dal 2006 ad oggi, rivedere il rapporto con il servizio sanitario ed incrementare il numero dei professionisti ormai sommersi da una quantità insostenibile di certificazioni a discapito dell’utenza, aumentare il numero dei docenti di sostegno formati, impostare un serio programma di formazione docenti in modo che tutti siano adeguatamente informati e formati sulle tematiche dell’inclusione, imporre una corretta applicazione dei PEI sanzionando gli inadempimenti, mettere tutti gli istituti nella condizione di poter accogliere soggetti certificati senza doverli dirottare altrove per mancanza di spazi o di risorse.

Da non trascurare il ruolo dei dirigenti scolastici, ruolo di sempre più grandi responsabilità ma troppo spesso screditato dal divario di professionalità tra molti soggetti validi e altri che, per carenze di pragmatismo o di comunicazione, trasmettono l’immagine di un sistema scolastico impostato su disorganizzazione e sprechi. Sarebbe importante la creazione di un organo di reale ed imparziale vigilanza che possa verificare, sanzionare e risolvere le situazioni più critiche, inoltre eliminare o seriamente riparametrare i bonus per obiettivi.

Necessario rivedere la quantificazione delle risorse finanziarie per gli istituti implementandola, interrompere una dinamica di “risparmio” sulle assegnazioni scaricando sui bilanci di istituto costi e adempimenti sempre maggiori senza effettivi adeguamenti da anni, attuare un reale monitoraggio della spesa stabilendo ambiti di priorità per evitare di penalizzare spese fondamentali per la didattica a vantaggio di attività complementari e non indifferibili troppo spesso attivate più per immagine (o bonus) che effettiva ricaduta sugli studenti.

Ulteriore ambito di intervento la formazione professionale, svilita nel tempo dall’impoverimento delle risorse docenti, dall’identificazione in indirizzo per “chi non studia” nell’orientamento del primo ciclo e da una strutturazione dei piani di studio che porta la maggioranza degli studenti a fermarsi al quarto anno. Andrebbe rivalutata per le sue reali potenzialità e valorizzata riportandola a pari dignità con gli altri indirizzi mostrandola come opportunità o alternativa non come “ultima spiaggia”.

Oltre a queste ci sarebbero molti altri ambiti su cui intervenire riportando le basi del funzionamento della nostra istruzione a quello che erano e che dovrebbero essere eliminando anni di impoverimento di risorse umane e finanziarie ma, prima di tutto, si dovrebbe rivedere il ruolo e la modalità di gestione del Dipartimento togliendo ogni arbitrarietà decisionale riportando gli spazi di operatività in un ambito normativo chiaro in modo da eliminare ogni spazio, e ogni dubbio, per gestioni personalistiche.

In questo momento la nostra Scuola è come una casa, con fondamenta precarie e compromesse, di cui ci si preoccupa solo dell’aspetto esteriore tinteggiandone la facciata …iniziamo a consolidare le fondamenta! Auspico inoltre che questo momento di attenzione per l’istruzione si trasformi poi in una reale capacità di intervento anche dopo la conta dei voti.

 

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Maurizio Freschi (*)

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(*) Presidente Consulta Provinciale Genitori e Vicepresidente Consiglio Sistema Educativo Provinciale

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