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LETTERE AL DIRETTORE

LORENZO RIZZOLI * CONCESSIONI BANCARIE« OGGI PIÙ CHE MAI IL TRENTINO HA BISOGNO DELLE CASSE RURALI, CON LO SPIRITO CHE AVEVANO UNA VOLTA «

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15.48 - mercoledì 9 agosto 2023

Gentile direttore Franceschi,

la sovrattassa sulle banche: a mio avviso va fatto altro. Il Governo Meloni ha, da qualche giorno, emanato un decreto che tanto ha fatto discutere nell’ambito bancario e creditizio. Infatti, in dipendenza dell’andamento dei tassi di interesse e dell’impatto sociale derivante dall’aumento delle rate dei mutui è stata istituita, per l’anno 2023, una imposta straordinaria, a carico degli intermediari finanziari. Poiché l’imposta straordinaria, pari al 40%, viene applicata sul margine di interesse, se gli istituti bancari avessero già adeguato i tassi sulla raccolta (interessi sui depositi bancari), così come raccomandò Bankitalia, non avranno impatti significativi come conseguenza della sovrattassa. Sarà interessante sapere, in concreto, le cifre che lo Stato incamererà da tale manovra.

Quello che, a mio avviso, andrebbe fatto, è altro. Lavorare, a livello europeo, ad una riforma del credito bancario, una riforma del fare banca. Oggi, le piccole banche del territorio (ex Casse Rurali) sottostanno alle stesse regole dei grandi gruppi bancari (ad esempio Intesa San Paolo, Unicredit, ecc.); regole rigide e burocrazia ferrea per quel che concerne la concessione di credito, sia a famiglie che ad imprese. Servirebbe una deroga; la banca di credito cooperativo dovrebbe avere la possibilità di poter derogare a tali regole, cercando di essere più vicina al territorio, aiutando imprese e famiglie in difficoltà. Non dico “andare contro le regole europee”, ma dar loro la possibilità di essere meno rigide e più flessibili, più vicine al territorio.

Il termine “cassa rurale” significa “cooperativa di credito fra piccoli agricoltori”. Sono sempre stato dell’idea che per essere vicina al territorio una cassa rurale deve essere brava a fare prima la banca. Oggi le casse rurali non esistono più, in quanto la complessa normativa bancaria le ha quasi eliminate. Oggi si chiamano “Casse” o “Banche di credito cooperativo”. Ma oggi, più che mai, il territorio ha bisogno delle casse rurali, almeno dello spirito che queste banche una volta avevano. Le imprese hanno necessità di liquidità ed il credito cooperativo, a causa dell’immensa burocrazia della complessa normativa bancaria, non è in grado di soddisfare l’impresa in tempi celeri.

Le famiglie fanno difficoltà: i mutui hanno avuto una crescita esponenziale anche se, va detto, abbiamo terminato un decennio anomalo con tassi negativi. Cosa servirebbe quindi? La possibilità di poter agire, in determinate situazioni, come “cassa rurale”, ovviamente sempre seguendo la normativa bancaria. Solo così il territorio rimarrà legato alla propria banca e riuscirà ad uscire dalla “tempesta inflattiva”. Altrimenti, credo che molte imprese e famiglie non ce la faranno ed inizieranno a chiedere aiuto altrove.

 

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Lorenzo Rizzoli

Trento

 

 

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