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LETTERE AL DIRETTORE

JACOPO ZANNINI (SINISTRA ITALIANA – TRENTINO) * SALARIO MINIMO: « PUNTO DI PARTENZA, PER COMBATTERE LE DISUGUAGLIANZE «

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08.03 - venerdì 25 agosto 2023

Gentile direttore,

il dibattito sul Salario Mimino ha monopolizzato il confronto politico estivo, questa proposta è riuscita a unire (quasi) tutta l’opposizione (solo il partito di Renzi è rimasto fuori dai giochi) e ha fatto anche prendere tempo al Governo Meloni (che fino a qualche settimana fa la definiva come inutile e pericolosa). Quanto il Salario Minimo sarebbe importante anche in Italia, lo ha già certificato l’Istat rilevando circa 4 milioni i lavoratori non arrivano ai 9 euro lordi se non si tiene conto dei ratei di tredicesima e Tfr.

Le categorie in cui i salari sono più bassi sono quelle dei lavoratori domestici e dell’agricoltura, con il 35% dei braccianti sotto la soglia minima. Il salario minimo proteggerebbe quindi queste categorie più a rischio di emarginazione e sfruttamento, per le quali l’alternativa sarebbero salari più bassi e ancora meno tutele nel sommerso.

L’economista Arindrajit Dube – uno dei massimi esperti al mondo sul tema – sostiene che l’obiettivo principale dell’introduzione di un salario minimo è quello di dare sostegno ai lavoratori che vivono con una paga inidonea. La settimana scorsa anche il professor Tito Boeri, che non certo un estremista di sinistra, rilanciava il tema dalle colonne del Corriere della sera, sostenendo che sarebbe un modo per limitare l’eccessivo potere dei datori di lavoro nei confronti dei lavoratori più vulnerabili, che spesso non conoscono i loro diritti e pensano di non avere opportunità di lavoro alternative.

Il Salario Minimo inoltre garantito per legge alleggerirebbe il Contratto Nazionale di Lavoro dalla responsabilità di determinare l’ammontare della “equa retribuzione” costituzionalmente prevista.Nel giugno del 2022 l’Eurofond (La Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro) ha certificato che l’impatto sui paesi che hanno adottato il Salario Minimo è stato nella maggior parte dei casi un aumento degli stipendi dei lavoratori meno pagati con un minimo impatto sull’occupazione.

Quindi anche qui in Trentino la proposta di un salario minimo a 9 euro va sostenuta con forza, non perché sia un “farmacon” risolutore del problema delle disuguaglianze sociali, ma come un punto di partenza per iniziare a risolverle.

 

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Jacopo Zannini
Alleanza Verdi – Sinistra del Trentino

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