News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE

DANILA ZANETTI * BYPASS FERROVIARIO TRENTO * LETTERA ALLE CIRCOSCRIZIONI DI POVO E VILLAZZANO: « APPROFONDITE IL TEMA, TROPPI GLI ELEMENTI CHE I PROMOTORI TENTANO DI NON RENDERE PUBBLICI »

Scritto da
18.09 - lunedì 11 aprile 2022

Mercoledì 6 aprile u.s. si è svolta l’ennesima passerella dei “tecnici” di e con Rfi nella videoconferenza con le circoscrizioni di Povo e Villazzano. Ed è stato l’ennesimo di minimizzare i rischi che la circonvallazione ferroviaria porterà alla città di Trento.

Troppe domande raggirate, troppe rassicurazioni senza fondamento.

Parliamoci chiaro: le tante criticità di questo progetto sono state esposte da un variegato gruppo di persone: attivisti NOTAV, che da più di vent’anni raccolgono dati su questo progetto; associazioni ambientaliste che ne studiano l’impatto sul clima; sindacati di base, avvocati e singoli cittadini che hanno a cuore il loro territorio e cercano di salvarlo. Sono molte le osservazioni da loro presentate durante il dibattito pubblico, tutte ancora a disposizione per chi volesse approfondire i motivi del NO a questo bypass AV/AC.

La criticità che interessa in modo più diretto le circoscrizioni di Povo e Villazzano è la cosiddetta paleo-frana, movimento franoso che, chi è nato e cresciuto in collina est, ben conosce. Sono noti agli abitanti di via Gabbiolo a Povo, di Salita dei Molini e del Poggio a Villazzano quali siano stati (e lo sono tuttora) gli effetti della paleo-frana: case e garage già ora dal suo movimento.

Figuriamoci cosa potrà accadere con l’utilizzo di quattro frese TBM (il lavoro in coppia di questi mezzi non è mai stato sperimentato) che scavano in profondità e con l’uso di esplosivi per creare i tunnel di collegamento tra le due gallerie. Questi ultimi saranno 21 in totale, uno ogni 500 metri più delle vie di fuga aperte verso la città. Ma di questo non si parla! D’altro canto Rfi ha dichiarato che i rumori hanno una regolamentazione per legge, mentre le vibrazioni no, per cui quelle che saranno provocate dallo scavo e/o dal passaggio dei treni è un dato trascurabile.

È tutto un minimizzare, un dimenticare la fragilità della nostra Marzola. Nel lontano autunno del 2000 anche la casa dei genitori del sindaco era inserita nella zona rossa, zona pronta all’evacuazione a causa dell’accelerazione del movimento franoso nella Val delle Mole a Povo, dovuto alle piogge copiose e persistenti. Purtroppo non ho conservato la documentazione di quell’evento, ma probabilmente i pompieri ne hanno copia in archivio, visto che loro hanno trascorso molti giorni e notti alla slavina sotto il Chegul per monitorare i sensori posti a controllo del terreno. Quel che è certo è che nonostante le terre armate e le briglie di contenimento messe a protezione delle abitazioni dai bacini montani, quando i torrenti scaricano rosso per l’argilla o nero per le altre terre profonde negli abitanti di quella parte di paese si fa strada l’inquietudine perché sanno qual è il rischio che corrono.

Ma ora è tutto un business, una corsa ad accaparrarsi i soldi stanziati dall’Europa, anche per opere devastanti dal punto di vista ambientale come questa, semplicemente parlando di mitigazione dell’opera, opere compensative, indispensabilità dell’opera per il territorio… Sta di fatto che tutto questo lo pagheranno i cittadini in termini di salute (i terreni della SLOI si possono paragonare a quelli di Chernobyl per la pericolosità che nascondono), di viabilità (strade chiuse, Trento Malè interrotta, 600 camion al giorno per la movimentazione di materiali per le discariche e dal cementificio delle Sarche), vivibilità (rumori, vibrazioni, polveri), impoverimento delle risorse idriche (al Mugello, nonostante le rassicurazioni di Rfi, sono andate perse sorgenti ed interi paesi vengono riforniti con le autobotti), dissesti geologici (se il nome Marzola deriva da “marza” ossia “marcia” un motivo c’è!).

La vera sconfitta per Trento, riallacciandomi alle parole del sindaco sull’Adige di domenica 10 aprile, è l’apertura dei cantieri che rischiano di non aver mai fine per l’aumento dei costi, la difficoltà di reperimento dei materiali e per tutti i problemi elencati prima. È molto facile che diventi un altro NOT.

Pertanto invito le circoscrizioni di Povo e Villazzano ad approfondire il tema anche tramite i quaderni degli attori pubblicati sul sito “dpcirconvallazioneferroviariatrento.it”, dove sono ben spiegate da associazioni e cittadini le molte criticità di questo progetto, perché sono troppe le cose che i promotori dell’opera tentano di non rendere pubbliche al fine di far approvare la (mezza)circonvallazione di Trento. C’è una valle da salvare, la salute dei cittadini da proteggere e un ambiente da tutelare anche per le future generazioni.

 

*
Danila Zanetti – Povo

Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.