(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Lettera alle testate giornalistiche locali
Organo del Duomo di Trento
Apprendiamo dalla stampa con stupore le dimissioni dell’organista titolare della Cattedrale, il maestro Stefano Rattini, e restiamo rammaricati nel vedere un anello importante nella vita artistica della nostra comunità trentina che si è spezzato. Come rappresentanti di vari Enti e Istituzioni, pubbliche e private, o semplici cittadini, impegnati a pieno titolo nella crescita della vita artistica e musicale della città e del territorio della nostra Provincia, rilanciamo la nostra piena adesione e disponibilità a riprendere in mano l’annosa questione dell’organo del Duomo.
Un problema che è rimasto sulla scrivania di quattro vescovi, da settant’anni a questa parte (sin dai tempi di Monsignor Iginio Rogger e Don Alberto Carotta), nonostante la stesura di progetti tecnici di fattibilità per la sua ricostruzione, sollecitati dagli appelli del mondo musicale e culturale, da organisti come Giancarlo Parodi, storici e musicologi come Antonio Carlini o Marco Tiella, solo per citare alcuni nomi. Un problema che non si può risolvere solo consigliando all’ormai (ahinoi) ex-organista della cattedrale, di cospargersi il capo di cenere, perché è ben vero che bisogna servire il Signore Iddio in tutta umiltà, ma il sentiero della virtù, in questo caso, potrebbe abbassare ulteriormente l’asticella che anche nella Chiesa (e nella chiesa cattedrale) ci dà indicazione dello stato di Bellezza e di Dignità espressiva.
Anche considerando una funzione dello strumento esclusivamente di accompagnamento alla liturgia per il canto del popolo, un rito in cattedrale abbisogna, a nostro avviso, di cure e attenzioni (visive e sonore) compatibili con la rappresentatività e la centralità del luogo e non è possibile certo spostare l’organo di Santa Maria Maggiore (in sé e per sé un ottimo Mascioni ma che di antico non ha più nulla se non la superba cantoria), richiamato come responsabile della mancata realizzazione dei precedenti progetti. Ci ricordiamo peraltro che le canne del glorioso Vegezzi-Bossi costruito nel 1904 (superstiti allo smontaggio degli anni ’60) potrebbero in maniera significativa confluire in un ampliamento dell’organo attuale in un’ideale quanto reale continuità sonora e storica per accompagnare le liturgie.
Resta il fatto che l’organo non riguarda solo la vita cultuale della Cattedrale ma diviene, al pari di quanto in essa è stato mirabilmente restaurato, un segno nel quale il mondo artistico e musicale raccoglie la sensibilità e la passione di ogni cittadino che abbia a cuore la Bellezza e l’Arte. È un patrimonio collettivo, per il quale, come dimostrato dalla storia europea e dalle cronache anche recentissime in area sudtirolese e italiana, anche il mondo laico è disposto a concretamente mobilitarsi per sovvenzionare costruzioni, ricostruzioni e restauri del re degli strumenti. Ci sembra quindi di dover rinnovare l’appello a tutti, donne e uomini di buona volontà, e in particolar modo al vescovo Lauro, a fare in modo che le mille potenti soavissime voci tornino a risuonare in cattedrale.
Noi ci impegniamo!
Tarcisio Andreolli
Lorenzo Arnoldi (Filarmonica, Trento)
Alessandro Arnoldo (Ass. Ad Maiora)
Gianmario Baldi (SAT, Rovereto)
Corrado Bungaro (CDM, Rovereto)
Simonetta Bungaro (Conservatorio Trento)
Toni Cembran
Danilo Curti (Centro L. Feininger)
Giacinta Dapreda
Alberto Delama (Festival Musica Sacra)
Cecilia Delama (Conservatorio Benevento)
Hanns Egger (Festival Musica Sacra)
Andrea Ferroni (Labirinti Armonici)
Armando Franceschini
Paolo Ghezzi
Francesco Ghia (Università di Trento)
Michele Lanzinger (Muse)
Raffaella Lunelli
Renato Morelli
Franz Oberkofler (Dommusik, Bolzano)
Giancarlo Parodi
Mauro Pedrotti (Coro Sat)
Gianfranco Postal
Guido Raschieri (Università di Trento)
Marcello Russolo
Sandra Tafner
Rodolfo Taiani
Paola Saiani
Marco Uvietta (Università di Trento)
Romano Vettori (Accademia Filarmonica Bologna)
Annely Zeni (Festival Musica Sacra)