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SINDACO DI TRENTO * FESTA DELLA REPUBBLICA: ” È PERICOLOSO VEDERE OVUNQUE IL COMPLOTTO, DELLA FINANZA, DEI TECNOCRATI, DEGLI SCIENZIATI, DELLE MULTINAZIONALI “

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08.58 - sabato 2 giugno 2018

Cari concittadine e concittadini di Trento, autorità, poche volte, nei decenni scorsi, il compleanno della nostra Repubblica è stato festeggiato in un clima politico così conflittuale. Non che le divergenze, anche aspre siano una novità, non è questo che intendo.

La novità che preoccupa molti di noi è semmai il venir meno della condivisione del vocabolario democratico, scritto oltre 70 anni fa dai padri costituenti, e dunque la crescente incomunicabilità tra le forze politiche, sempre più autoreferenziali, sempre più incapaci di guardare all’interesse generale del Paese, di trovare convergenze in nome di un obiettivo più grande di quello elettorale.

Mai come in questo periodo la democrazia rappresentativa appare delegittimata, mai come in questi mesi si parla di politica con disprezzo, come se si trattasse di un’attività disdicevole e corrotta intrinsecamente.

Ma è pericoloso pensare che il mondo sia un campo di battaglia tra élites egoiste e popolo innocente, tra casta privilegiata e cittadini in difficoltà.

Èpericoloso sostenere che il popolo, lungi dall’aver bisogno di istituzioni, può governarsi da sé, senza mediazioni, decidendo per alzata di mano come se la nostra democrazia fosse ancora quella dell’Atene di Pericle.

È pericoloso vedere ovunque il complotto: quello della finanza, dei tecnocrati, degli scienziati, delle multinazionali. Perché se tutto è trama oscura e indecifrabile, allora solo uno stregone, solo un superuomo dai super poteri, solo un pifferaio magico potrebbe riuscire a condurci alla luce.

Sia chiaro, non assolvo la politica, che è corresponsabile di questa crisi di fiducia, viste le sue talvolta discutibili performance e i personaggi non sempre all’altezza degli ultimi lustri.

Ma la storia italiana dell’ultimo secolo ci ha insegnato che non c’è Repubblica senza una Costituzione, che non c’è Costituzione senza politica e non c’è politica senza partiti.

Era stato il fascismo ad azzerare i partiti, ritenendo che la comunione mistica tra il Capo e il popolo fosse sufficiente a interpretare i bisogni della maggioranza.

Sappiamo bene come finì l’ubriacatura che portò molti italiani ad appoggiare il Regime: finì con il confino degli oppositori, con i manganelli e l’olio di ricino, con le leggi razziali, con una guerra scellerata che causò milioni di morti.

Quest’anno allora l’anniversario della nostra Repubblica assume un significato particolare. Se siamo qui a festeggiare, è per ribadire la nostra fiducia nella Carta costituzionale e nei padri costituenti che, superando contrasti, visioni del mondo antinomiche, ideologie agli antipodi, riuscirono a tracciare il sentiero stretto capace di condurci fuori dalla palude della dittatura.

È su quel tracciato che oggi dobbiamo camminare, badando a non alterare pesi e contrappesi di un’architettura costruita per superare venti di tempesta e terremoti. A un patto però: che tutti gli attori politici riconoscano, non solo in teoria, la cogenza delle norme costituzionali e delle prassi consolidate di questi ultimi settant’anni.

E a patto che nessuno scelga la scorciatoia della delegittimazione delle istituzioni: è il disconoscimento di ogni autorità, è il dileggio delle regole del gioco il punto di non ritorno, quello che può intaccare le fondamenta di un sistema politico già messo a dura prova dalla crisi economica e dalle emergenze internazionali di questi anni.

Piero Calamandrei, costituente, fondatore del partito d’azione, ammonì così i posteri sul significato della nostra carta costituzionale: “È stato detto che la vera Costituzione è la maggioranza: se la maggioranza non vuol rispettare la Costituzione, vuol dire che la Costituzione non c’è più.

Ma proprio per non sentir ripetere questo discorso, che era di moda sotto il fascismo, la Costituzione aveva predisposto al disopra della maggioranza organi indipendenti di garanzia costituzionale, destinati a proteggere la Costituzione contro la stessa maggioranza”.

Sono parole forti, importanti: la Costituzione – scrive Calamandrei – è al di sopra della maggioranza, della massa, del popolo, perché se la maggioranza, la massa, il popolo sono contro la democrazia allora la Costituzione è lì, apposta, per tutelare le minoranze democratiche e liberali.

A questa Costituzione così potente rinnoviamo la nostra fedeltà, convinti che questa Carta sia ancora oggi la nostra bussola verso il futuro, sicuri che dei suoi 139 articoli abbiamo bisogno ora più che mai.

Invito tutti a rendere omaggio al documento fondamentale della nostra Repubblica visitando in Cappella Vantini la mostra dedicata ad Alcide De Gasperi: tra i cimeli dello statista trentino, troverete anche una delle tre copie della Costituzione firmata in originale dallo stesso De Gasperi, presidente del Consiglio, dall’allora presidente della Repubblica Enrico De Nicola e dal presidente della Costituente Umberto Terracini.

Un trentino democristiano, un napoletano liberale e un comunista genovese.

I tre non anteposero la propria appartenenza politica e la propria origine geografica all’interesse generale, non ritennero mai di dover chiedere a un partito o a qualsivoglia autorità il permesso di pensare.

A loro, ai partigiani che fecero la Resistenza, a chi osò disubbidire e boicottare il fascismo in mille modi diversi, dobbiamo oggi il nostro grazie.

Buona festa della Repubblica a tutti voi.

 

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Alessandro Andreatta

Sindaco di Trento

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