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ISTAT * PRODUZIONE AGRICOLA: IN TRENTINO LA VARIAZIONE ANNUA È A -11,2%, PEGGIORE RISULTATO NAZIONALE (TABELLA 5) / IL VALORE AGGIUNTO È A -13,5%

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11.08 - giovedì 17 maggio 2018

Nel 2017 il valore aggiunto di agricoltura, silvicoltura e pesca ha registrato una crescita del 3,9% a prezzi correnti e un forte calo in volume (-4,4%), dovuto in buona parte al crollo delle produzioni vinicole (-14,0%) e frutticole (-6,1%), in un contesto di rilevante incremento dei prezzi di vendita.

 

 

I prezzi dei prodotti agricoli venduti sono risultati in forte rialzo (+6,2%) mentre i prezzi dei prodotti acquistati hanno segnato una crescita molto meno marcata (+1,6%); ne è derivato un deciso recupero dei margini rispetto al 2016.

Il valore aggiunto del comparto agroalimentare, che oltre al settore agricolo comprende quello dell’industria alimentare, è cresciuto dell’1,2% in termini correnti, ma è diminuito dell’1,5% in volume.

n   A causa dell’andamento negativo dell’output, condizionato dalle avverse condizioni climatiche, le Unità di lavoro sono diminuite complessivamente dell’1,2%. L’incremento delle Ula  dipendenti (+1,5%) non è stato sufficiente a compensare la flessione di quelle indipendenti (-2,5%). Risultati positivi si sono registrati, invece, per l’industria alimentare, in cui le Unità di lavoro sono aumentate del 3,0%.

Per il secondo anno consecutivo gli investimenti nel settore agricolo hanno registrato un recupero (+3,3% in valori correnti e +1,7% in volume) dopo la pronunciata contrazione degli anni precedenti il 2016.

Nel 2017 quasi tutte le componenti della produzione agricola hanno subito una marcata contrazione in volume. Il calo è stato più forte nelle coltivazioni legnose (-5,4%), foraggere (-5,4%) ed erbacee (-5,1%). Solo le attività secondarie hanno segnato una dinamica favorevole (+3,5%). Stazionarie quelle di supporto.

 

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PRODUZIONE, VALORE AGGIUNTO E UNITÀ DI LAVORO NELL’AGRICOLTURA. Anno 2017, variazioni percentuali

 

A livello territoriale la produzione ha segnato un modesto aumento in volume (+0,6%) solo al Sud mentre è diminuita in tutte le altre ripartizioni: -3,4% nel Nord-est, -2,7% nelle Isole, -1,9% nel Nord-ovest. La flessione più marcata è stata registrata al Centro
(-5,7%).

Le regioni con il maggior calo produttivo sono state la provincia autonoma di Trento, il volume della produzione è calato dell’11,2% e il valore aggiunto del 13,5%, e la Toscana con una flessione dell’8,8% della produzione e un calo dell’11,1% del valore aggiunto.

Con oltre 31,5 miliardi di euro correnti l’Italia si conferma nel 2017 al primo posto tra i paesi Ue per il livello del valore aggiunto dell’agricoltura.

Nel complesso dell’Ue l’indicatore di reddito agricolo è cresciuto nel 2017 dell’8,6%, sintesi di un  incremento dei volumi produttivi (+0,6%) e dei relativi prezzi (+4,6%), cui si è accompagnata una forte crescita del reddito dei fattori (+10,0%).

La crescita dell’indicatore di reddito agricolo ha riguardato, in particolare, Danimarca (+62,3%), Germania (+27,5%), Paesi Bassi (+21,9%), Regno Unito (+18,8%), Francia (+10,4%), Romania (+7,5%), Italia (+3,9%) e Grecia (+3,1%). Una flessione si è registrata, invece, in Spagna (-5,6%) e Polonia
(-1,8%).

Nel 2017, per la prima volta da molti anni, per l’Ue si è registrata una significativa inversione del rapporto tra i prezzi dell’output e i prezzi dell’input: i primi sono cresciuti del 4,6% mentre i secondi solo dello 0,7%.

 

 

 

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