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CGIL – FP DEL TRENTINO: UFFICI PAT APERTI VIA SKYPE: ” GLI ORARI DI LAVORO NON LI DECIDE IL PRESIDENTE UGO ROSSI “

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16.30 - mercoledì 18 aprile 2018

 

«Qualche collaboratore o qualche dirigente provinciale avvisi il presidente Ugo Rossi che l’orario di lavoro dei dipendenti pubblici si concorda con le organizzazioni sindacali». Così Giampaolo Mastrogiuseppe, segretario generale della Funzione pubblica Cgil, replica all’uscita del governatore apparsa oggi su un quotidiano locale. Rossi parla infatti di uffici aperti, via Skype, anche nei weekend.

«Mentre a livello nazionale ci siamo appena liberati dalle incursioni legislative di brunettiana memoria – rincara la dose Mastrogiuseppe – qui assistiamo a interventi legislativi d’imperio con cui la politica cerca di regolare i contratti di lavoro. La cosa sorprende soprattutto perché il governatore ha esperienza di relazioni sindacali. Per questo non si capisce come possa fare certe esternazioni, anche se con esse tradisce la volontà di disintermediare la contrattazione, di saltare il confronto con le parti sociali. Tra le altre cose, la proposta di Rossi ha un vago sentore di rincorsa ad atteggiamenti populistici, che da qualche anno si consumano ripetutamente contro i dipendenti pubblici. Questi ultimi del resto, in Provincia di Trento, assicurano da sempre un alto standard di efficienza ed efficacia della pubblica amministrazione».

A questo punto, per la Fp Cgil, serve un chiarimento: «Chiediamo a Rossi quali siano le sue reali intenzioni e come intenda proseguire nel confronto coi sindacati. Chiediamo anche un’immediata convocazione, per verificare lo stato dell’arte del progetto annunciato. Ma avvisiamo fin da subito che, trovandoci di fronte a un disegno che sembra dato per fatto, la nostra reazione dovrà essere adeguata».

Con l’occasione, Mastrogiuseppe riporta l’attenzione su due temi che dovrebbero avere priorità rispetto al lavoro domenicale via Skype: «Sollecitiamo Rossi a definire, con la sua giunta, un percorso concreto di stabilizzazione del precariato che raggiunge livelli di allarme sociale soprattutto nelle case di riposo e nei comuni. Inoltre, ricordiamo che la Cgil, su tutti i settori merceologici, ritiene che la domenica vada dedicata al recupero psicofisico, alla famiglia e soprattutto non vada impiegata per un servizio che non riscuoterà interesse da parte dell’utenza: qui non parliamo di servizi essenziali e dunque vogliamo capire da quale esigenza nasca questa proposta».

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