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ARTE & MOSTRE

MART – ROVERETO (TN) * MOSTRE: « DA OGGI 16 MARZO KLIMT E L’ARTE ITALIANA, CABARET VIENNA E FAUSTO PIRANDELLO »

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15.37 - giovedì 16 marzo 2023

Eccezionalmente riuniti al Mart i due capolavori “italiani” di Klimt: “Giuditta II” e “Le tre età”, entrati a far parte delle collezioni pubbliche italiane in occasione della Biennale di Venezia del 1910 e dell’Esposizione internazionale del 1911 a Roma. Le due opere testimoniano il passaggio e l’eredità spirituale del maestro viennese in Italia e costituiscono il perno attorno al quale si sviluppa “Klimt e l’arte italiana”.

Il personalissimo e innovativo stile di Klimt influenzò infatti un’intera generazione di artisti italiani che, tra gli anni Dieci e Venti del secolo scorso, finirono per rinnovare profondamente il proprio linguaggio. La mostra presenta circa 40 artisti tra cui i pittori attivi a Venezia, come Vittorio Zecchin il cosiddetto “Klimt italiano”; o i giovani “dissidenti” di Ca’ Pesaro, come Felice Casorati; senza dimenticare quelli coinvolti nelle grandi imprese decorative della Biennale, è il caso per esempio di Galileo Chini. Non possono mancare coloro che per prossimità geografica e culturale furono particolarmente vicini al clima delle Secessioni, come il triestino Vito Timmel o i trentini Luigi Bonazza, Luigi Ratini e Benvenuto Disertori. Le atmosfere austriache e germaniche ispirano inevitabilmente anche l’opera dello scultore Adolfo Wildt, definito dai critici “il Klimt della scultura”.

Seppur con lo sguardo volto al linguaggio nordico, alle Secessioni di Vienna e di Monaco, gli italiani rielaborano l’influsso klimtiano in modo autonomo e originale: i riferimenti sono visibili nei decori, nelle linee, nei colori e nello stile che finisce per mescolarsi alle caratteristiche artistiche locali, permettendo la nascita di nuove ricerche.

Attraverso circa 200 opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, il Mart illustra quindi un panorama vario e complesso, nel quale discipline diverse – dalla pittura alle arti decorative – convivono sotto il segno di un riconoscibile gusto sontuoso, seduttivo e decadente.

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Nello stesso periodo della grande mostra dedicata a Klimt e l’arte italiana, il Mart propone una seconda esposizione sulla Vienna degli anni Venti, grande capitale europea in un’epoca di profonde trasformazioni sociali e culturali. Fondato dai coniugi Olga Spolarits e Adorjan Wlassics a Vienna nel periodo della Secessione Viennese e riscoperto dopo un lungo oblio in anni recenti, l’Atelier Manassé costituisce un archivio fotografico unico nel suo genere.

Nella mostra Cabaret Vienna 120 fotografie, spezzoni di film, documenti, copertine di riviste e libri d’artista descrivono l’atmosfera mondana e sfavillante di inizio secolo: ritratti dei protagonisti del mondo dello spettacolo e del cinema, calembour visivi, immagini di nudo e fotografie di ispirazione esotica contribuiscono all’affermazione della modernità e della stravaganza. Profondamente connesso al momento e al luogo in cui si sviluppa, il lavoro dell’Atelier Manassé tratteggia così “i ruggenti anni Venti”. È un periodo innovativo e straordinario, soprattutto per le donne che, in nome di una reclamata parità sessuale, si affrancano anche attraverso gesti considerati rivoluzionari: portare i capelli corti, fumare, guidare o vestire da uomo. Mezzo moderno per eccellenza, la fotografia diventa un’ottima alleata dell’emancipazione femminile. Da qui la nuova consapevolezza delle protagoniste delle foto di Olga e Adorjan, coscienti di rappresentare solo se stesse e di non essere più semplicemente muse ispiratrici. Le fotografie sono spesso evocative di una femminilità misteriosa e fatale, ma non mancano i toni ironici e surreali vicini alle sperimentazioni visive delle avanguardie che si diffondono in tutta Europa.

Davanti all’obiettivo di Olga e Adorjan non passano solo le attrici e le ballerine più famose, ma anche tutta la nobiltà viennese. La fama e il prestigio dell’Atelier superano i confini e conquistano altre città europee, come Berlino e Parigi. Dopo la morte di Adorjan, nel 1946, il lavoro dello studio viene portato avanti da Olga fino alla fine degli anni Sessanta.

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Il Mart dedica un focus a Fausto Pirandello, grande pittore del novecento di cui conserva due importanti opere, “Composizione” e “Nudo in prospettiva”, entrambe realizzate nel 1923.

Attraverso 50 lavori e un allestimento tematico la mostra sottolinea il carattere introspettivo della ricerca dell’artista. Nelle sale del Mart trovano collocazione opere iconiche come le “Bagnanti”, “Donne e salamandra” e il celebre ritratto al padre Luigi, premio Nobel per la letteratura.

Nell’arco della sua carriera, Pirandello passa dal linguaggio analitico di ascendenza nordica alla scomposizione cubista e astratta del dopoguerra; dall’espressionismo degli anni della “Scuola romana”, fino al ritorno, nel periodo maturo, di una rappresentazione esasperata dell’umanità. Considerato dai critici un precursore, Pirandello anticipa alcuni aspetti della pittura della seconda metà del XX secolo, da Lucian Freud ai figurativi contemporanei.

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