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RAI 3 * “ REPORT “: 10 DICEMBRE « FINANZIAMENTO AI PARTITI / INCHIESTA SUI VENTILATORI RESPIRATORI / ORE 20.55 » (VEDI SEGUI IN DIRETTA TV VIDEO LIVE WEB STREAMING)

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09.11 - domenica 10 dicembre 2023

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https://www.raiplay.it/dirette/rai3

 

Il conflitto di interesse in Parlamento non ha colore politico. Dopo l’inchiesta sugli interessi del senatore Maurizio Gasparri nella cybersicurezza, stavolta gli affari della sinistra sui diritti civili. Le attività private di due volti di primo piano del Partito Democratico: da sempre in prima fila per la difesa dei diritti civili, fuori dal Parlamento hanno fatto di questa nobile battaglia politica un business. Nel 2013 il governo Letta mette fine ai finanziamenti pubblici ai partiti. Sono passati 10 anni esatti e oggi quei partiti per svolgere la loro attività politica possono raccogliere soldi dalle donazioni dei privati e dal 2×1000 devoluto dai contribuenti. Spesso, la fonte principale di finanziamento dei partiti è data dai contributi dei loro stessi parlamentari. Lo faceva un tempo solo il Partito Comunista. Report ha scandagliato i bilanci di tutti i partiti politici e delle maggiori fondazioni legate agli stessi partiti, dove i simboli politici diventano anche terreno di cause in tribunale.

Come quella che riguarda l’antica fiamma del Movimento Sociale Italiano, che oggi troviamo dentro il simbolo di Fratelli d’Italia. Chi controlla? La Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici. È composta da 5 magistrati e solo 4 funzionari che, tra partiti e fondazioni, controllano ogni anno circa 120 bilanci, le donazioni dei privati e la fedina penale di migliaia di candidati per ogni elezione, e con un budget di solo 60mila euro l’anno. Si chiude con l’inchiesta sui ventilatori respiratori distribuiti in tutto il mondo da Philips, che dovevano aiutare i pazienti a respirare meglio. Nel 2021, 15 milioni di dispositivi sono stati dichiarati pericolosi per la salute dei pazienti. L’azienda olandese è chiamata a sostituire tutti i dispositivi ma a distanza di due anni, nel nostro Paese ce ne sarebbero ancora circa 15mila che nessuno sa dove siano finiti e chi li stia utilizzando.

 

 

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