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ZANELLA (FUTURA) – INTERROGAZIONE * ACCOGLIENZA: « CHIUSURA RESIDENZA FERSINA, PERCHÉ LA PAT FA MARCIA INDIETRO? »

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07.07 - martedì 2 marzo 2021

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) – La residenza Fersina avrebbe dovuto chiudere a febbraio, invece tutto rimandato a fine settembre. Il motivo? Le persone richiedenti protezione internazionale sono aumentate e quindi si è deciso di affidare per sei mesi alla Croce Rossa il servizio di accoglienza presso la Fersina che può ospitare fino a 150 persone
Ma uno dei motivi per cui si chiudeva la struttura non era anche il rischio legato alla pandemia e la necessità di distanziamento che in una struttura così grande è impossibile mantenere?!
E poi perché sottostare alle condizioni dettate dalla Croce Rossa che ha chiesto di concentrare i nuovi arrivi tutti alla Fersina senza consentire uscite in seconda accoglienza fino a settembre per rendere sostenibile il servizio?! Viene prima un progetto adeguato per l’accoglienza delle persone o la garanzia per un solo ente di poter erogare un servizio? Il tutto senza coinvolgere gli altri enti dell’accoglienza che si erano organizzati con personale e alloggi in vista della chiusura programmata della Fersina con il trasferimento dei migranti in seconda accoglienza.
A questo punto si pongono due ordini di problemi. Il primo legato alle condizioni delle persone migranti nuovamente ammassate in una ex caserma militare durante una pandemia, senza possibilità di passare a progetti più dignitosi di seconda accoglienza. E poi il problema della disparità di opportunità e di trattamento nei confronti degli anti dell’accoglienza rispetto alla sola Croce Rossa. CRI per la quale, con la chiusura della Fersina, si era pronti ad attivare le clausole sociali: ora questo verrà fatto lo stesso per gli altri enti del Terzo settore che con questa decisione si troveranno in perdita o a rischio disoccupazione per i dipendenti rispetto a quanto avevano programmato?

Si allega interrogazione al Presidente della Provincia e alla assessora Segnana.

 

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Paolo Zanella

Consigliere provinciale del Trentino

e regionale Trentino-Alto Adige/Südtirol

FUTURA 2018

 

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Interrogazione a risposta scritta n.
Premesso che:
CHIUSURA RESIDENZA FERSINA: PERCHÉ LA PROVINCIA FA MARCIA INDIETRO?
con delibera n. 1468 del 29 settembre 2020 la Giunta provinciale ha stabilito che, visto il calo importante di persone migranti in accoglienza straordinaria e la necessità di ridurre la concentrazione di persone nello stesso luogo causa pandemia, la residenza Fersina sarebbe andata incontro a progressiva chiusura con trasferimento degli ospiti verso altre strutture di accoglienza e per questo motivo anche di non inserire più nuovi ingressi presso la stessa Fersina;

con successiva nota del dirigente generale del Dipartimento Salute e politiche sociali agli enti gestori dell’accoglienza D337/2020/3.5-202-96/LM del 30 ottobre 2020 si prevedeva la chiusura della Residenza Fersina per il mese di febbraio 2021, subordinandola alla disponibilità di posti in altre strutture e alla situazione emergenziale legata alla diffusione del CoViD-19. Nella nota è pianificato anche un cronoprogramma di massima dei trasferimenti e si danno indicazioni operative per l’attivazione delle clausole sociali, di cui all’articolo 32, comme 2 della L.P. 2/2016, a garanzia dei dipendenti della Croce Rossa, ente gestore della residenza Fersina;

con delibera n. 2142 del 22 dicembre 2020 la Giunta provinciale ha confermato la volontà di chiudere in tempi ragionevolmente brevi la residenza Fersina e di chiudere anche altri alloggi al fine di ottimizzare l’uso dei posti, sempre sulla base dei dati sui flussi migratori;

con nota D337/23.6.5-2021/PLS del 26 febbraio 2021 la Provincia ha comunicato agli enti dell’accoglienza e ai sindacati una revisione della programmazione sui tempi di chiusura della residenza Fersina, decisa con determinazione n. 19 del 24 febbraio. In tale determina si prevede di affidare alla Croce Rossa Italiana il servizio di accoglienza presso la Fersina per un massimo di 150 persone fino a fine settembre 2021;

ciò che risulta particolarmente rilevante nella nota del 26 febbraio sono le condizioni che si apprende aver posto la CRI alla Provincia per garantire la sostenibilità economica per la gestione della residenza Fersina, condizioni legittime per la tutela occupazionale dei propri dipendenti, ma che rischiano di andare a detrimento innanzitutto delle persone migranti e poi degli altri enti dell’accoglienza. Le condizione poste (così come presentate nella nota) risultano le seguenti: 1) la Residenza Fersina deve rimanere fino al 30 settembre 2021 l’unica struttura di prima accoglienza presente e utilizzabile in provincia di Trento per i nuovi ingressi nel progetto di accoglienza straordinaria; 2) nessun beneficiario dovrà essere trasferito presso altre strutture/appartamenti, salvo residenza Brennero, durante il periodo di vigenza del contratto senza che si sia raggiunta un’intesa sulla salvaguardia dei livelli occupazionali attualmente in essere;

le ragioni alla base della decisione di rinviare la chiusura al 30 settembre prossimo sembrano risiedere in particolare in un aumento di arrivi (di fatto dalla rotta balcanica con una maggiore permanenza sul territorio di chi arriva, legata a mancanza di opportunità lavorative in altre aree del Paese a causa della crisi economica). Non vi è traccia però nella delibera di una delle ragioni che nello scorso autunno avevano determinato la decisione di chiudere la residenza Fersina: la pandemia in corso con la necessità di non concentrare troppe persone in una struttura;

questa nuova decisione, tra l’altro, avviene senza confronto con gli enti dell’accoglienza – eccezion fatta per la Croce Rossa – a fronte di una pianificazione che questi hanno messo in campo per organizzare il trasferimento programmato da mesi delle persone richiedenti protezione internazionale presso gli alloggi in gestione, pianificazione che ora salta completamente, con alloggi disponibili e che rimarranno vuoti e personale dipendente che rischia di restare disoccupato (le clausole sociali, della cui attivazione in favore della CRI ci si premurava con la nota del 30 ottobre, devono valere per tutti);

tornare a concentrare molte persone migranti in una struttura di accoglienza che è un’ex caserma militare, oltre a presentare un maggiore rischio di contagio legato alla pandemia in corso, è una soluzione che non può che essere temporanea, perché non mette al centro necessari progetti individuali di inclusione e inserimento nel contesto territoriale, progetti che andrebbero coprogrammati e coprogettati assieme agli enti del Terzo settore che si occupano di accoglienza.

 

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Tutto ciò premesso
CHIEDO AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E ALLE POLITICHE SOCIALI

1. perché si torna a concentrare l’accoglienza delle persone richiedenti protezione internazionale in una grande struttura in periodo di pandemia con i rischi correlati, quando l’obiettivo di chiuderla era legato anche a questa ragione;

2. per quale motivo si è deciso di accettare l’incomprensibile condizione posta dalla CRI di non permettere fino a fine settembre il passaggio in seconda accoglienza, presso appartamenti gestiti da altri enti dell’accoglienza, delle persone migranti giunte in prima accoglienza presso la residenza Fersina;
Consiglio della Provincia autonoma di Trento Gruppo consiliare Futura 2018

3. come si giustifica la disparità di trattamento tra la Croce Rossa Italiana e gli altri enti dell’accoglienza e perchè non ci si è confrontati prima di arrivare all’affido diretto alla CRI della residenza Fersina per sei mesi;

4. come si pensa di supportare, in particolare dal punto di vista occupazionale, gli altri enti che si erano organizzati per l’accoglienza in appartamento dei migranti in uscita dalla Fersina e se a questo punto non si ritenga opportuno coinvolgere tali enti nella gestione della residenza Fersina stessa, anche riattivando a quel punto il passaggio in secondo accoglienza;

5. perchè non si coinvolgono gli enti del Terzo settore direttamente nella copro​grammazione e nella coprogettazione dell’accoglienza, come previsto dalla legge provinciale 13/2007 (legge sulle politiche sociali), per una gestione più efficace, efficiente, umana e finalizzata ad una reale inclusione dei migranti.

 

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Paolo Zanella Gruppo consiliare Futura 2018

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