News immediate,
non mediate!
Categoria news:
OPINIONEWS

UIL – TRENTINO * ISTRUZIONE: ALOTTI, « COMPETENZA PROVINCIALE SULL’UNIVERSITÀ, NE VALE PROPRIO LA PENA? »

Scritto da
18.47 - giovedì 5 gennaio 2023

Competenza provinciale su Università: ne vale proprio la pena? L’assenza del Presidente Fugatti all’inaugurazione dell’Anno accademico 22/23 il 22 novembre scorso e nel contempo il breve e parziale accenno alla situazione dell’Università di Trento, peraltro limitatamente all’avvio della Scuola di Medica, nel suo intervento in occasione dell’illustrazione della manovra finanziaria 2023-2025, danno il segno di una mancanza di attenzione o comunque di evidente superficialità della Giunta al governo rispetto all’istituzione Università di Trento e alle sue necessità finanziarie e, soprattutto, potenzialità per il territorio trentino.

La riduzione delle previsioni di bilancio del 2,6 per cento, assieme al silenzio assordante rispetto alle richieste del Rettore e del Direttore generale di conoscere la volontà e le linee che si intendono adottare per l’esercizio della delega provinciale all’Università, sono a nostro giudizio la cartina tornasole di una evidente difficoltà strategica della Giunta nel governare le proprie competenze autonomistiche speciali.
Tanto più se ciò avviene a soli dieci anni dall’approvazione dello Statuto dell’Ateneo, pietra miliare di una Riforma che la UIL, a suo tempo unica voce sindacale fuori dal coro, aveva strenuamente avversato: una riforma che sembrava puntare all’assoggettamento della nostra Università alla politica locale, subordinando gerarchicamente l’autonomia e la libertà dell’Ateneo ai futuri cospicui finanziamenti provinciali.

Nell’immediato, quel nuovo assetto di governance universitaria provincializzata come primo passo portò al risultato di lasciare fuori dalla cabina di regia dell’Ateneo, e dalla stessa vita dell’Ateneo trentino, le rappresentanze dei lavoratori, purtroppo assieme a tanti altri soggetti della società civile trentina: una partecipazione attiva derubricata a conferenza annuale di ascolto e contatto con gli stakeholders dell’importante istituzione.

Dal 2018 i rapporti di forza politici tra le diverse rappresentanze consigliari sono decisamente mutati. Per queste ragioni, siamo piuttosto stupiti davanti alle proteste dei rappresentanti delle forze politiche, sindacali e degli accademici, che allora non si avvidero del vulnus che quell’accordo, sostanzialmente economico tra lo Stato (Tremonti- Calderoli) e la Provincia (Dellai), poteva creare. Un danno che si è concretizzato negli anni in forza sia dell’immediata cancellazione della partecipazione delle parti sociali e della società civile alla vita dell’Ateneo, sia del restringimento degli interessi all’interno dei confini di un’autocompiaciuta autonomia, allora ricca e capace di creare centinaia di milioni di euro di riserve finanziarie. Risorse erogate in seguito, a partire dagli anni della Giunta Rossi, sempre più col “conta-gocce”.

Una svolta copernicana rispetto alle scelte di Kessler e Ferrari che avevano invece mantenuto il legame con lo Stato, ma con la garanzia di poter percorrere la strada della “libera università” e del suo Statuto particolare. Da allora Scuola e Università hanno assistito, e stanno quotidianamente subendo, a continue invasioni di campo rispetto alla propria autonomia, invasioni e violazioni subite in forza dei numeri della nuova maggioranza di governo, ma anche di un modello di riforma senza tutele e contrappesi, a nostro parere troppo legato alle situazioni economico finanziarie e alle oramai mutevoli stagioni politiche contingenti anche in Trentino.

L’invito che poniamo oggi al mondo della politica è quindi quello di avere la capacità di ammettere gli errori, di tornare sui propri passi e di aprire una discussione sulle modalità di gestione dell’importantissima competenza dell’Università, tenendo presente un’altra “autonomia”, quella che la conoscenza e la scienza debbono laicamente sempre avere, dal e sul territorio, comprese le pressioni delle categorie economiche che orientano a loro volta l’economia e le attività produttive. “L’arte e la scienza sono libere”, ci indica la nostra Costituzione. Non possono essere dominate da alcun potere: politico, economico, finanziario e nemmeno autonomistico istituzionale.

 

*

Walter Alotti

Segretario Prov.le UIL del Trentino

Categoria news:
OPINIONEWS
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.