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ROSSATO (FDI) * REPLICA A LORENZO DELLAI: « ANIMALI DA AFFEZIONE, IL MIO DDL MIRA A RESPONSABILIZZARE IL PROPRIETARIO PER EVITARNE LO SFRUTTAMENTO »

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16.20 - martedì 14 febbraio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Replica Ddl divieto utilizzo animali accattonaggio. Con riferimento alle affermazioni del già Presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai apparse su “Il T quotidiano” nella giornata odierna con riferimento alla presentazione – a prima firma della sottoscritta – di un Disegno di legge (Ddl) per vietare l’utilizzo di animali nella pratica dell’accattonaggio vorrei precisare quanto segue.
Quello che Dellai pare (o finge) di non aver capito è il fine del Disegno di legge. Quando lui afferma che con la mia proposta la nostra Provincia “intende approvare una legge per tutelare gli animali d’affezione che accompagnano queste persone, molto spesso gli unici esseri viventi con i quali esse condividono la loro condizione di estrema marginalità”, pare dire: l’illecito si giustifica, se la persona che lo commette sfrutta un altro essere vivente per soddisfare un proprio bisogno permanente o momentaneo (in molti casi generato da una vera e propria scelta di vita, che nulla ha a che fare con l’essere – come sostiene l’ex Presidente – “povero, straniero, emarginato, sfasato, sfortunato”). Una visione decisamente semplicistica della vita e delle direttive che devono regolamentarla.

Come sarebbe tutto più semplice, per alcuni, se ognuno potesse vivere liberamente la propria vita senza pagare le conseguenze delle proprie scelte! Eppure, anche in questo contesto (che secondo Dellai parrebbe essere “ideale”), i prepotenti avrebbero la meglio sui deboli. E’ infatti risaputo che un eccesso di libertà conduce ad una falsa autonomia del singolo, che quindi è destinato a piombare in uno stato di schiavitù persino peggiore a quello di una società dove vengono applicate le giuste regole, e dove ogni soggetto paga il prezzo delle proprie scelte.

L’animale, in quanto tale, deve avere pari dignità del padrone. Non è quindi ammissibile che – ai giorni nostri – esso sia oggetto di maltrattamenti fisici e psicologici fin dalla tenera età, per permettere al proprio proprietario (o in molti casi alle organizzazioni dedite all’illecito che si nascondono dietro di esso) di soddisfare le proprie esigenze economico-finanziarie. Ecco che, allora, il mio Disegno di legge non ha il fine di fornire una tutela all’animale a discapito di quella del proprietario, ma esso mira a responsabilizzare lo stesso affinché si eviti lo sfruttamento. Ci tengo infine a sottolineare come ciò non impedisce in alcun modo all’accattone di possedere un animale che gli faccia da compagno di vita nelle ore in cui esso non pratica l’elemosina, ma evita che l’animale diventi uno strumento finalizzato a impietosire i passanti e ad aumentare la rendita della propria attività.

 

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Cons. Katia Rossato – Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia

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