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RCC * TITOLO DI LIBERO SU GAY, IL DIRETTORE SENALDI: « È IL NOSTRO STILE DI TITOLAZIONE, NON SIAMO IL SOLE O IL CORRIERE, HO ANCHE RICEVUTO DEI COMPLIMENTI »

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12.58 - giovedì 24 gennaio 2019

Titolo di Libero su gay, il direttore Senaldi: “E’ il nostro stile di titolazione, non siamo Il Sole o il Corriere. Ho anche ricevuto dei complimenti per quel titolo. Senza dubbio è un titolo che voleva essere scherzoso, ma in un Paese libero non ci si dovrebbe porre un problema del genere in maniera così profonda. Sembra che siamo gli unici a scherzare sui gay.

Quella di Crimi sull’editoria è una legge stile anni 30 fatta contro Libero. Noi siamo sotto attacco mediatico e questo è sotto gli occhi di tutti. Qualsiasi cosa facciamo non va bene, altri giornali che scrivono balle non vengono processati. Non sono paranoico, ma un po’ assediato mi sento. Perché aumentano i gay? Secondo me dipende dal fatto che è più semplice dichiararsi e dove c’è terreno più fertile si prospera”

Pietro Senaldi, direttore responsabile di Libero, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Riguardo le polemiche sul titolo di ieri di Libero “Calano fatturato e Pil ma aumentano i gay”. “Come abbiamo spiegato nel sommario, gli omosessuali sono gli unici che non sentono la crisi tant’è vero che aumentano –ha affermato Senaldi-. Noi abbiamo questo tipo di titolazione, non siamo il Sole 24 ore che fa: Economia virgola, o il Corriere che fa: Mattarella virgola. Può piacere o non piacere, ma io rivendico la libertà della mia titolazione.

Sai quanti titoli di altre testate a me non piacciono ma non è che faccio un processo a ogni titolo che non mi piace. Io ho anche ricevuto dei complimenti per quel titolo, non è che tutti la pensano allo stesso modo. Senza dubbio è un titolo che voleva essere scherzoso, ma in un Paese libero non ci si dovrebbe porre un problema del genere in maniera così profonda, non saremo mica gli unici a scherzare su gay, invece sembra così. Reazioni dal mondo gay? Ieri ero in una trasmissione su La 7 con uno stilista di Bottega veneta che ha detto: guarda, questo titolo mi rende molto gaio”.

Sulla vicenda dello sponsor Ristora che ha ritirato le inserzioni da Libero. “Gli sponsor sono liberi di fare quello che credono. Non è che la cosa mi rallegri, però è un loro diritto, non è che farò una campagna contro Ristora”.

Su Vito Crimi che ha rilanciato il taglio dei fondi all’editoria. “La sua reazione è indirizzata a Libero, i veri discriminati siamo noi. E’ una legge stile anni 30 che lui sta studiando, ma il vero problema è che noi siamo sotto attacco mediatico e questo è sotto gli occhi di tutti. Qualsiasi cosa facciamo non va bene, altri giornali scrivono balle e non vengono processati. Altri giornali invitano alla disobbedienza civile in prima pagina e l’Ordine si volta dall’altra parte. Se noi scriviamo che aumentano i gay sembra che abbiamo commesso un delitto.

Non sono paranoico, ma un po’ assediato mi sento. Apprezzo la FNSI che ha parlato di ritorsione da parte del M5S nei confronti di Libero e ha parlato di manganello, queste mi sembrano cose un po’ più gravi rispetto ai nostri titoli. Se il M5S ritiene libero carta straccia non se ne curi, se invece lo ritiene autorevole allora tappargli la bocca solo perché dice cose che non gli piacciano la dice lunga su come la pensino queste signori”.

Riguardo i dati sull’aumento degli omosessuali. “Secondo me dipende dal fatto che è più semplice dichiararsi e dove c’è terreno più fertile si prospera”.

Riguardo le polemiche su Luxuria al programma “Alla lavagna”. “Credo che queste cose spettino più alla famiglia e credo che l’età dei bambini presenti fosse troppo bassa per parlare di una sessualità difficile. Prima di dare lezioni di sessualità a un bambino aspetterei che almeno ne sviluppasse una”.

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