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OPENPOLIS * VERDE PUBBLICO: « PERDITA DI METRI QUADRATI PER PERSONA IN NOVE CENTRI URBANI, NELLA CITTÀ DI BOLZANO -7,9 TRA 2011 E 2021 / A TRENTO -7,2 / A PARMA -6,4 »

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08.38 - venerdì 21 aprile 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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La disponibilità di verde pubblico nelle città italiane. Ogni anno l’istituto di statistica rileva la presenza di verde nei capoluoghi del paese. A riportare la maggiore incidenza sono quelli del nord-est, che è la zona maggiormente esposta all’inquinamento.

Gli alberi riescono a mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

A Modena c’è più di un albero per abitante.
A nord, in particolare nel nord-est, l’incidenza delle aree verdi è maggiore.
A Torino il 15,5% del territorio è coperto da aree verdi, mentre a Trieste ci sono oltre 60 mq di verde per abitante.
A Milano si registra il maggior aumento nella disponibilità di verde dal 2011.

La disponibilità di aree verdi è un fattore fondamentale per la qualità della vita negli ambienti urbani. Non soltanto per il loro valore paesaggistico, estetico e di luogo di ritrovo e socializzazione. Le città presentano infatti alcune caratteristiche che contribuiscono ad aggravare gli effetti dei cambiamenti climatici. Per esempio il traffico veicolare e il consumo di suolo, che inaspriscono ulteriormente il processo di innalzamento delle temperature. Il verde urbano riesce a mitigare tali effetti negativi, rendendo gli ambienti urbani più vivibili.

Verde urbano: il ruolo degli alberi – Secondo la classificazione elaborata da Istat, rientrano nella categoria di verde urbano le ville e i giardini storici, i grandi parchi e il cosiddetto verde attrezzato (ovvero i giardini e le piccole aree dotate di impianti per i bambini). Ma anche le aree di arredo urbano come le aiuole, le rotonde e gli spartitraffico, i giardini scolastici, gli orti urbani e botanici, le aree sportive pubbliche all’aperto, le aree boschive, i cimiteri e il verde incolto.

Le foglie degli alberi assorbono Co2 e producono ossigeno – Gli alberi sono particolarmente importanti per contrastare il cambiamento climatico. Tramite le foglie infatti essi riescono a trattenere il particolato e neutralizzare gli effetti delle sostanze inquinanti, oltre a generare ombra che aiuta a gestire l’innalzamento delle temperature. Il fogliame inoltre è capace di assorbire l’anidride carbonica e di produrre ossigeno, con un effetto diretto sull’inquinamento. Analizziamo dunque quanti sono gli alberi a disposizione nei centri urbani del nostro paese stando all’ultimo aggiornamento Istat.

16,9 alberi ogni 100 abitanti in media nei comuni capoluogo di provincia e di città metropolitana nel 2021 – Questa è una media che riflette una situazione fortemente diversificata, con città più e meno coperte da aree alberate. A Modena ci sono 115 alberi ogni 100 abitanti. Il numero di alberi per ogni 100 abitanti (2021).

I dati provengono dal catasto delle alberature dei capoluoghi di provincia e di città metropolitana, realizzato da Istat. Sono aggiornati al 31 dicembre 2021 e fanno riferimento al numero di alberi in rapporto alla popolazione residente. Non sono disponibili i dati di Belluno, Rovigo, Pesaro, L’Aquila, Teramo, Campobasso, Caserta, Benevento, Trani, Vibo Valentia, Agrigento e Carbonia.

Sono entrambe in Emilia-Romagna le due città con la maggiore disponibilità di alberi in rapporto alla popolazione residente. Si tratta di Modena (115 ogni 100 abitanti, l’unico centro urbano in cui il numero di alberi supera il numero di residenti) e Reggio Emilia (52).

In generale, la maggiore incidenza si rileva nel nord-est del paese, dove il numero di alberi sale a 28,4 ogni 100 abitanti. Segue il nord-ovest con 23,4. Distante il centro con 13 alberi ogni 100 residenti e ancora più bassi i dati del sud e delle isole, rispettivamente pari a 8,9 e 3,9. I capoluoghi del nord tuttavia si trovano in zone maggiormente industrializzate e quindi inquinate. A maggior ragione, disporre di aree verdi per queste città è importante.

L’incidenza delle aree verdi nei centri urbani – Un altro indicatore importante per valutare la disponibilità di aree verdi è la loro incidenza a livello di estensione. Istat raccoglie tale dato, sia rispetto all’estensione del terreno del capoluogo in questione che in rapporto agli abitanti.

Anche in questo caso le cifre più elevate si registrano nel nord del paese (5,3% del territorio). Incidono in misura significativamente minore al centro (2,5%) e nel mezzogiorno (1,5%). Lo stesso vale per la disponibilità per abitante, che al nord sfiora i 42 metri quadri (con un record pari a 63,2 nel nord-est). Mentre non arriva a 30 mq al centro (27,4) né nel mezzogiorno (23,8).

32,5 mq per abitante, la disponibilità media di aree verdi nei centri urbani (2021) – A Trieste oltre 60 mq di verde per abitante. Il verde urbano in rapporto all’estensione del territorio comunale e al numero di residenti, nei capoluoghi di città metropolitana (2021). Trieste è il capoluogo di città metropolitana con la maggiore disponibilità di verde urbano (62,4 mq per abitante), seguita da Venezia (43,6 mq) e Reggio di Calabria (37). Agli ultimi posti Messina e Bari con estensioni inferiori ai 10 mq.

Per quanto riguarda invece la copertura del territorio, il dato più elevato lo riporta Torino (15,5%), seguita, anche in questo caso, da Trieste (14,6%). A Messina la quota è inferiore all’1%. Milano infine spicca come il comune dove la densità di verde urbano è maggiormente aumentata tra il 2011 e il 2021: + 1,8 punti percentuali (da 12% a 13,8%). Si tratta dell’unico comune capoluogo in cui l’aumento ha superato il punto percentuale.

Mentre nove centri urbani hanno perso mq per persona di verde pubblico. In particolare Bolzano (-7,9 mq per persona tra il 2011 e il 2021), Trento (-7,2) e Parma (-6,4). Si tratta comunque di 3 dei 20 comuni con l’estensione di verde maggiore.

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