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OPENPOLIS * ACQUA POTABILE EROGATA PRO CAPITE OGNI GIORNO: « PRIMA LA VALLE D’AOSTA (438 LITRI) POI TRENTINO ALTO ADIGE (291) E CALABRIA (277) »

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11.28 - venerdì 30 giugno 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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In Italia si preleva più acqua potabile che nel resto d’Europa, e la metà si disperde. Dopo la Grecia, il nostro paese è il secondo in Ue per prelievo di acqua per uso potabile. Inoltre, quasi la metà di questa viene sprecata. Con l’aumento della siccità sono urgenti politiche pubbliche volte a evitare gli sprechi. L’Italia è il secondo paese Ue per estrazione d’acqua pro capite. La Valle d’Aosta è la regione in cui viene erogata più acqua potabile: 438 litri pro capite al giorno.
Solo il 51% dell’acqua immessa in rete viene erogata. Le perdite idriche maggiori si registrano al sud.

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L’acqua è una risorsa fondamentale per la terra e la sopravvivenza di chi la abita, ma è esauribile e non sempre di facile accesso. Per gli esseri umani, disporre di acqua potabile, pulita ed economica è meno ovvio di quello che può sembrare. Ancora oggi milioni di persone bevono acqua di scarsa qualità e circa il 40% della popolazione globale affronta situazioni di scarsità, secondo l’Onu. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie è infatti uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’agenda 2030.

A volte il problema sono gli sprechi causati dall’inefficienza delle strutture idriche. Questo è il caso dell’Italia, che relativamente alla situazione globale non ha problemi di approvvigionamento o di salubrità, nonostante il 24,9% delle famiglie italiane nel 2022 non si fidi a bere l’acqua del rubinetto secondo Istat. Questi sprechi risultano ancora più gravi se consideriamo che il problema della disponibilità idrica si sta aggravando a causa degli effetti dei cambiamenti climatici.

L’estrazione di acqua potabile in Italia
Secondo la European environmental agency (Eea), anche in Europa le risorse idriche sono sotto pressione. Questo è soprattutto il caso nei paesi dell’Europa meridionale, dove le precipitazioni sono sempre più scarse e la siccità è un aumento. Oltre ai cambiamenti climatici, l’altro fattore di pressione è l’aumento della domanda, causato dallo sviluppo dei settori produttivi e dal progressivo incremento della popolazione.

Per questo è importante favorire il risparmio di acqua e il suo utilizzo efficiente. A partire dall’estrazione. Sempre secondo l’Eea, dal 1990 a oggi l’estrazione di acqua in Europa è diminuita del 19% circa. L’Italia si conferma il secondo paese Ue dopo la Grecia per prelievo di acqua dolce per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei. Parliamo di 155 metri cubi annui per abitante.

L’acqua prelevata viene poi immessa nella rete idrica comunale ed erogata per l’utilizzo civile.

In Valle d’Aosta oltre 400 litri pro capite erogati ogni giorno
Acqua erogata per usi autorizzati nelle reti comunali per regione, in litri giornalieri pro capite (2020)

I dati si riferiscono all’acqua erogata, in litri giornalieri pro capite, nelle reti per la distribuzione di acqua potabile, e provengono dal censimento delle acque per uso civile.

La Valle d’Aosta è la prima regione italiana per acqua erogata in rapporto alla popolazione (438 litri al giorno). Seguono a distanza Trentino Alto Adige (291) e Calabria (277).

L’erogazione giornaliera pro capite è mediamente più elevata nelle aree settentrionali del paese. Come rileva Istat, la diffusione dei fontanili, soprattutto nelle zone montane, può in parte spiegare questi valori elevati. Il minore volume di acqua si rileva invece nelle isole, anche se i valori più bassi si registrano in Umbria (166) e Puglia (155). Un altro fattore che differenzia le zone è il distretto idrografico: è soprattutto nell’area del Po che si riportano i volumi maggiori di acqua erogata.

La Valle d’Aosta è la prima regione italiana per acqua erogata in rapporto alla popolazione (438 litri al giorno). Seguono a distanza Trentino Alto Adige (291) e Calabria (277).

L’erogazione giornaliera pro capite è mediamente più elevata nelle aree settentrionali del paese. Come rileva Istat, la diffusione dei fontanili, soprattutto nelle zone montane, può in parte spiegare questi valori elevati. Il minore volume di acqua si rileva invece nelle isole, anche se i valori più bassi si registrano in Umbria (166) e Puglia (155). Un altro fattore che differenzia le zone è il distretto idrografico: è soprattutto nell’area del Po che si riportano i volumi maggiori di acqua erogata.

Perdite idriche sul totale dell’acqua immessa in rete, nei capoluoghi italiani (2021)

Il dato rappresenta la differenza percentuale tra i volumi immessi nella rete e i volumi erogati per usi autorizzati.

Dei comuni capoluogo, sono 43 quelli in cui si supera la media nazionale. Di questi, 15 si trovano nell’area del centro-nord e i restanti 28 nel sud. I capoluoghi che sono caratterizzati dalle perdite più ingenti sono Chieti (71,7%), Latina (70,1%), Belluno (68,1%) e Siracusa (67,6%).

Le perdite idriche sono quindi particolarmente elevate nel sud del paese, in particolare in Basilicata (con oltre il 60%), in Abruzzo, Sicilia e Molise. Mentre le cifre più basse si registrano nelle regioni settentrionali, prima tra tutte la Valle d’Aosta.

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