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NURSING UP – TRENTINO * AGGRESSIONI A OPERATORI SANITARI: « CELERE ATTIVAZIONE DI TAVOLO CONFRONTO CON ASSESSORE TONINA E DIRETTORE GENERALE FERRO »

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11.07 - sabato 16 marzo 2024
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Aggressioni ai danni degli operatori sanitari sanitari: Nursing up chiede la celere attivazione di un tavolo di confronto con l’assessore Tonina ed il direttore generale Ferro
Le cronache di quest’ultimo periodo ed in particolare l’episodio di ieri avvenuto nell’azienda sanitaria trentina nei confronti di un medico riportano l’attenzione su una problematica mai affrontata seriamente a livello istituzionale ed aziendale, quella delle aggressioni nei confronti dei nostri professionisti sanitari ed operatori, sempre più esposti al rischio di subire atti violenti da parte di da pazienti e familiari.
Si tratta di eventi che possono portare a gravi lesioni e/o morte e ripercussioni psicologiche permanenti.
Il National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH) definisce la violenza nel posto di lavoro come “ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro”. Statisticamente, il 69% degli atti violenti, fisici o verbali, non viene denunciato da chi lo subisce, infermieri ed Oss i più colpiti, in prevalenza donne. Le 35 aggressioni del 2022 segnalate formalmente da professionisti ed operatori sanitari in Trentino è un dato pertanto fortemente sottostimato, il fenomeno è ben più ampio e diffuso, molte aggressioni sono di tipo verbale e non vengono segnalate.
Nursing Up crede che la maggior parte degli atti di violenza contro gli operatori sanitari siano prevenibili ed evitabili, adottando tutta una serie di interventi ed azioni. Per questo, al fine di prevenire gli atti di violenza, Nursing Up chiede con forza ai datori di lavoro dell’APSS di adempiere tempestivamente agli obblighi, tra l’altro sanzionabili, previsti dal D.lgs. 81/2008, la tutela psico-fisica del dipendente deve essere una prerogativa fondamentale delle nostre aziende e sanitarie e Apsp, l’inasprimento delle pene nei confronti degli aggressori previsto dalla legge 113/2020 non è un atto sufficiente, dobbiamo inoltre tenere conto di un’utenza sempre piu’ esasperata dai tempi di attesa e spesso costretta in situazioni di sovraffollamento.
In particolare, al datore di lavoro, si chiediamo di:
– effettuare un’approfondita, dettagliata e precisa valutazione del rischio “aggressione” nelle strutture dell’azienda partendo dalle realtà in cui si sono verificati gli atti di violenza (servizi di emergenza-urgenza, area psichiatrica, serd…);
– adottare le idonee misure preventive e protettive, individuate nella valutazione di cui sopra, che consentano l’eliminazione o la riduzione delle condizioni di rischio presenti nelle strutture aziendali;
– applicare immediatamente la “Raccomandazione per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari” n. 8 del Ministero della salute del novembre 2007 (in allegato) e rivolta a tutte le strutture sanitarie ospedaliere e territoriali.
Si tratta di un documento illuminante e di riferimento, che nella nostra azienda non ha mai avuto piena applicazione e con cui s’intende incoraggiare l’analisi dei luoghi di lavoro e dei rischi correlati e l’adozione di iniziative e programmi, volti a prevenire gli atti di violenza e/o attenuarne le conseguenze negative.
Relativamente ai fattori di rischio riportati nella raccomandazione Nursing Up segnala alcune problematiche presenti in APSS:
– Implementare la formazione specifica del personale nel riconoscimento e controllo dei comportamenti ostili e aggressivi tenuti anche da pazienti stranieri;
– implementare un efficace coordinamento con le Forze di Polizia, spesso non è presente all’interno della struttura un presidio di sicurezza
– l’aumento di pazienti psichiatrici (anche di provenienza straniera) di difficile gestione
– implementare l’utilizzo del sistema informativo dettagliato in cui registrare tutti gli episodi di violenza occorsi ed elaborare le informazioni raccolte al fine di definire ogni necessaria misura di prevenzione;
– evitare l’allocazione di ambulatori in zone logistiche isolate ed orari di lavoro che mettano l’operatore in condizioni di lavorare da solo ed in maniera isolata in settori a rischio, come quelli dell’area psichiatrica
Il sindacato Nursing up vuole essere soggetto proattivo e promotore di iniziative che possano individuare e stimolare tutta una serie di atti ed iniziative volte a tutelare maggiormente il personale, che risulta essere particolarmente esposto nei servizi/reparti di urgenza/emergenza (pronto soccorso,118) e dell’area della salute mentale (spdc, csm).
Oltre all’adozione delle azioni previste nella Raccomandazione n.8 del Ministero della Salute Nursing Up propone di:
-aumentare le risorse umane, non si può continuare a lavorare in situazione di carenza, gli operatori sanitari devono essere in numero adeguato a poter soddisfare tutte le esigenze assistenziali dell’utente, parte dei conflitti che scaturiscono da lunghe attese verrebbero meno.
-elaborare progetti educativi rivolti anche agli utenti
-a livello legislativo, elaborare una specifica disciplina in ambito prevenzionistico
-Implementare la partecipazione da parte dell’azienda a sostegno del procedimento penale intentato dall’aggredito, l’azienda si potrebbe costituire parte civile nel procedimento penale, ogni qualvolta si verifichino atti di violenza ed aggressione a danno degli operatori sanitari oppure potrebbe sostenere le spese legali del dipendente aggredito
-elaborare procedure AZIENDALI per la prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari
-Strutturalmente prevedere anche zone di sicurezza dove il personale può rifugiarsi in attesa del soccorso da parte di altri operatori esterni.
-definire un protocollo d’intesa tra APSS e Forze dell’ordine che regola-menti le modalità di collaborazione per la gestione di questi casi;
– riportare con cura le conclusioni della valutazione del rischio nei DVR
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