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NURSING UP * SANITÀ: DE PALMA, « FUGA DI INFERMIERI LOMBARDI IN SVIZZERA, DOPO L’INDENNITÀ DI CONFINE ORA ARRIVA LA PROPOSTA PER LA CONCESSIONE DI CASE POPOLARI »

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09.17 - lunedì 12 giugno 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Sanità, Nursing Up De Palma: «Dopo l’indennità di confine, arriva la proposta di supportare i nostri operatori sanitari concedendogli case popolari. La politica lombarda prova ad aprire gli occhi per arginare l’emorragia di infermieri italiani in Svizzera». «Le nostre denunce, ultima in ordine di tempo la manifestazione del 29 maggio a Milano, hanno colto nel segno. Ora basta con le parole, si passi ai fatti».

Prima la mozione del Pd locale che ha proposto una indennità di confine, come noi stessi abbiamo chiesto a Bertolaso. Adesso la proposta di Fratelli d’Italia che chiede di agevolare il personale sanitario, delle province di Sondrio, Como, Lecco e Varese, per quanto riguarda il “caro affitti”, consegnando, a chi ne faccia domanda, un alloggio popolare che possa consentire di affrontare con maggiore serenità l’aumento spropositato del costo della vita.

La politica lombarda apre finalmente gli occhi, non c’è dubbio su questo, ed è palese, non entrando nel merito dell’efficacia o meno delle proposte, che, sia gli esponenti di destra che quelli di sinistra hanno finalmente compreso l’emergenza legata all’emorragia di infermieri che fuggono letteralmente verso la vicina terra elvetica. Tutto questo è il segnale evidente, e ne siamo fieri, che le nostre denunce hanno colto nel segno e in particolare, lo evidenziano i contenuti dei nostri comunicati stampa, siamo il primo sindacato in Italia che riporta costantemente report periodici sulla fuga di operatori sanitari all’estero».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up. «Siamo da tempo in costante rapporto con le agenzie che si occupano di reclutare infermieri per gli ospedali oltre confine, e gli stessi media svizzeri si sono interessati alle nostre inchieste.

Stipendi che partono da 3mila euro mensili e possono toccare anche gli 8mila euro, con le spese legate al caro vita nettamente ridotte nel caso degli infermieri lombardi che scelgono la strada del pendolarismo, vivendo nelle zone di confine. Solo negli ultimi 3 anni ben 350 infermieri si sono dimessi dagli ordini professionali lombardi e ora sono assunti in pianta stabile in Ticino o in altre zone della Svizzera.

Qui da noi stipendi del genere, legati a prospettive di carriera ben più concrete sono, almeno per il momento, pura utopia. La nostra recente Assemblea Plenaria di Milano con la manifestazione davanti alla Regione ed il successivo incontro con il team dell’assessore Welfare, Bertolaso, ha avuto lo scopo di ribadire a gran voce i disagi della sanità lombarda, che pesano come macigni sugli infermieri e sulla qualità delle prestazioni offerte ai cittadini.

Prima il Pd, adesso Fratelli d’Italia, lo avevamo ribadito senza mezzi termini: in questo momento così delicato non conta il colore politico bensì servono sinergie e strategie comuni per arginare l’emorragia di infermieri verso altri Paesi Europei. Certo, se anche la proposta di una casa popolare potesse essere utile a trattenere qualche famiglia di infermieri ben venga, ma non la si consideri la soluzione.

Non si dimentichi che la priorità è quella di una strutturale valorizzazione economica degli infermieri e delle altre professioni sanitarie ex legge 42/1999, che in Lombardia, come in tutti gli altri territori, è fondamentale per bloccare fughe all’estero e anche il pericoloso fenomeno delle dimissioni volontarie. Senza infermieri, continueremo a denunciarlo senza arrenderci mai, non c’è futuro per il nostro sistema sanitario», conclude De Palma.

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