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MEDIASET – ITALIA 1 * “LE IENE”: « CAOS BIGLIETTI AL COLOSSEO, INTERVISTA AL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA VITTORIO SGARBI »

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13.07 - martedì 21 novembre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Roma, Colosseo, caos biglietti: il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi dà ragione a Le Iene e torto al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a cui non le manda a dire, tornando anche sui loro rapporti da separati in casa. Con Filippo Roma si affronta nuovamente l’argomento che, al centro dell’inchiesta della trasmissione, occupa da tempo le pagine della cronaca nazionale. Nei precedenti servizi, Le Iene hanno documentato tutta una serie di anomalie: i tagliandi d’ingresso dell’Anfiteatro Flavio sono introvabili sul sito ufficiale del Colosseo per turisti e operatori del settore mentre vengono venduti a prezzi triplicati su siti di rivendita secondaria o dai bagarini in piazza.

Tra le testimonianze raccolte quella di Alfonsina Russo, la direttrice del Parco Archeologico che, in un fuorionda, ha detto che ci sarebbero clienti con una via privilegiata e che lei sta provando a scardinare un sistema e di temere per la sua incolumità. L’introduzione del biglietto nominale presentata dal Ministro Sangiuliano come la soluzione a tutti problemi, invece, farebbe acqua da tutte le parti. A dirlo con filmati esclusivi, non solo la trasmissione, ma anche il sottosegretario alla Cultura del Governo Vittorio Sgarbi, che usa parole molto forti nel servizio in onda stasera, martedì 21 novembre, in prima serata, su Italia1.

Sgarbi parla del rapporto con l’attuale Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e dice: «Io posso dirvi che non so quando gli parlerò. Il mio rapporto con Sangiuliano è un rapporto di antica amicizia che però in questo momento non è particolarmente attiva, per cui io credo che gli parlerò intorno al 30 di febbraio». Filippo Roma gli fa notare che la data che ha indicato non esiste, allora Sgarbi spiega: «Non credo che gli parlerò di questo tema, più che altro farei una denuncia all’autorità giudiziaria.». Alla domanda dell’inviato del perché non si parlino, Sgarbi risponde: «Paradossalmente per un titolo di un giornale che si chiama L’Adige che diceva “l’Antitrust, indaga sulle conferenze di Sgarbi”.

Non era mai capitato che ci fosse un’indagine sulle conferenze. Io farei le indagini sulla biglietteria. Viene fuori questo paradosso: l’Antitrust indaga sulle conferenze di Sgarbi. Io non ho mai visto nessuno indagare sulle conferenze. Sono cose aperte, libere. Questo mi mette nelle condizioni di non parlare con chi crede che la conferenza sia un reato. La sintesi assoluta è un titolo che dice “L’Antitrust indaga sulle conferenze di Sgarbi”.». Quando l’inviato fa notare a Sgarbi di non essere stato scelto da Sangiuliano, il sottosegretario afferma: «Io sono stato scelto da un presidente del Consiglio, però non ho dipendenza da nessuno».

Poi torna a commentare l’interruzione del rapporto con il ministro e, rispondendo alla domanda di Filippo Roma che gli chiede se parlerà con lui del caos biglietti Colosseo, Sgarbi risponde: «Lui, lì, ha agito su una lettera anonima. Lo stesso impegno, rispetto a un reato che non c’è che si chiama conferenza, dovrebbe metterlo nel trovare l’aspetto criminale della biglietteria. Io gli suggerirei di avere la stessa determinazione per risolvere un reato evidente, per affrontare un tema che è quello che voi avete in mente in modo molto radicale. A me basta la vostra inchiesta giornalistica che è trasparente, e che non è anonima.». E, aggiunge: «Il funzionamento del sottosegretario è legato a delle deleghe, io ne ho varie, se tu me ne dai una per affrontare la questione della biglietteria, io la affronto».

«Se la prenda, se la faccia dare», dice l’inviato. «Eh, no, – risponde lui – se vuole me la deve dare lui. Se me la affida io lo risolvo, se non me la affidano…non è che vado a mettermi in mezzo a cose che non mi riguardano, io dialogo con voi e traggo degli elementi. Andrò a portare alla magistratura e alla polizia la vostra denuncia. La porterò io. Andrò a dire “cerchiamo di chiarire quello di cui abbiamo documentazione attraverso l’inchiesta giornalistica fatta da Le Iene”. Che ci siano sia rallentamenti con impossibilità a trovare il biglietto è qualcosa che deve essere riparata.

Quindi io mi auguro che il ministro stesso, trovi una soluzione giusta. Credo che il ministro abbia pensato di trovare una soluzione che fosse risolutiva e poi non lo è stata, quindi ha imbarazzo. L’idea che qualcuno sia ostaggio di un bagarino che gli vende il biglietto moltiplicato è comunque inaccettabile, si configura come un reato e quindi io parlerei col capo della Polizia. La vicenda deve passare da un’inchiesta giornalistica a un’inchiesta giudiziaria, cioè a qualcosa che ha a che fare con l’obbligo da parte di chi è titolare dei dati di consegnarli. A voi non sono obbligati a consegnarli, ma all’autorità di polizia sì. Non è concepibile che ci sia una mancanza di trasparenza rispetto a dei dati che sono comunque attingibili. Il problema è che si può trovare una soluzione per cui la gestione della biglietteria va in carico al museo direttamente. E quindi c’è un ufficio e una struttura del museo che si occupano della biglietteria. Limiterei assolutamente la figura del concessionario».

Alla domanda dell’inviato che gli chiede se mai qualcuno avesse sollevato la questione con lui, Sgarbi risponde: «Io non ho mai ricevuto nessuno che mi abbia posto la questione. Il ministro ha personalizzato un’operazione che poteva, forse pensando che la soluzione fosse semplice. Il fatto che lui si sia trovato in questa situazione forse gli ha fatto pensare che ci fosse una soluzione più semplice di quanto lo sia. Non mi pare semplice, perché non l’ha capito nessuno di noi. Ecco una soluzione: affiderei la gestione della biglietteria a Le Iene, con l’esperienza che avete fatto ci arrivate in un mese. Credo che il ministro Sangiuliano sia in grado di parlare; quindi, io farei una conferenza dicendo “Io ho tentato una soluzione”, era improprio che dovesse risolvere il ministro. Credo che, a questo punto, sia giusto affidarla alla direzione generale, alla direttrice e alla polizia, i quali, messi insieme, vi devono portare, nell’arco di un mese, a una soluzione. Io farei così».

Infine, si parla delle dichiarazioni di Alfonsina Russo, la direttrice del Parco Archeologico, che, in un fuorionda, aveva confidato di temere per la sua incolumità per il tentativo di “scardinare un sistema”: «Si può immaginare che su una questione in cui c’è una macchina così complessa di profittatori ci sia un rischio criminalità. Per questo occorre la Polizia. Quello che ha detto la Alfonsina Russo fa pensare che, in questo sistema, le persone che vedono perdere quei privilegi o quelle azioni fraudolente che li hanno portati a quei vantaggi potrebbero vendicarsi. Non lo trovo strano».

 

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