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MEDIASET – CANALE 5: ” POMERIGGIO 5″: « LA MADRE DI GIOVANNI PADOVANI ARRESTATO PER L’OMICIDIO DI ALESSANDRA MATTEUZZI, “ MAI AVREI POTUTO PENSARE A TALE EPILOGO ” »

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20.06 - venerdì 15 settembre 2023

 

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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«Mio figlio era molto fragile nei confronti di questa situazione ma mai avrei potuto pensare a un epilogo del genere”. …Cercavo di calmarli quando c’erano questi momenti di forte tensione, perché capitava che Alessandra mi chiamava dicendomi che giovanni era agitato e che faceva cose strane. Chiedo scusa per tutto questo».

Sono queste le parole che la signora Virginia, madre di Giovanni Padovani, il ventisettenne di Senigallia, arrestato per l’omicidio di Alessandra Matteuzzi a Bologna, ha pronunciato in esclusiva oggi nel corso di “Pomeriggio Cinque”, il programma condotto da Myrta Merlino in onda su Canale 5. A seguire il colloquio integrale tra Myrta Merlino, la giornalista Maria Corbi presente in studio e la signora Virginia in collegamento:

 

Myrta Merlino: “C’è con noi, per la prima volta, la mamma di Giovanni Padovani che ha ucciso Sandra. È molto importante che lei oggi parli, conosciamo il cuore di una madre, vogliamo sentire cosa prova lei e come ha vissuto lei questa tragedia per noi è davvero una testimonianza chiave e la ringraziamo per questo”.

Ilaria Mura: “C’era qualche segnale che poteva far presagire quello che poi è accaduto perché Alessandra spesso si confrontava con lei”.
Signora Virginia: “Sì però, non c’erano dei segnali così forti da poter lasciar pensare ad un epilogo così drammatico. Giovanni era negli ultimi tempi molto agitato, lui non riusciva a chiudere con Alessandra che mi diceva Mamma è come una droga, e io lo incitavo: Giovanni basta perché una storia d’amore ti deve far stare bene, non male, non far soffrire. E poi chiaramente a tutti e due io parlavo, quando avevo l’opportunità di parlare con Alessandra, sono state poche le volte”.

 

Myrta Merlino: “Virginia, ti voglio parlare con il cuore in mano, da madre, da donna, io naturalmente da donna non posso che stare sempre dalla parte delle vittime. Ma voglio capire bene da te quali sono state le avvisaglie no. Era un’ossessione amorosa, questo era sicuro, perché l’amore, non deve essere una droga…Ma avevi capito tu che c’era qualcosa che stava andando fuori controllo? Tuo figlio era un ragazzo che aveva avuto degli scatti di ira, di gelosia già in passato, hai avuto il sentore che lui potesse essere pericoloso?”.

Signora Virginia: “No, lui non aveva mai avuto scatti d’ira. La cosa che era un problema e infatti io dicevo a Giovanni che dovevamo farci aiutare, perché se tu non riesci a staccarti da questa persona, un ragazzo come te, pieno di vita, con tante qualità, allora vuol dire che noi ci dobbiamo fare aiutare, ti porterò da un medico, ma non ho fatto in tempo perché Giovanni era molto agitato e non riusciva proprio a staccarsi da questa persona e non so come dire”.

 

Myrta Merlino: “Allora tu sei una donna esperta, in gamba quindi Sandra ti aveva anche scelta in questo disastro in cui erano finiti lei e Giovanni come confidente. Ti scriveva, cioè entrambi in qualche modo ti usavano come intermediario, è successo questo Virginia?”.

Signora Virginia: “Sì, è successo più volte e io chiaramente cercavo di calmarli quando c’erano questi momenti di forte tensione, perché capitava che Alessandra mi chiamava dicendomi che Giovanni era agitato e che faceva cose strane e io chiaramente le rispondevo sì però c’è anche una notevole differenza d’età, tu mettici del tuo perché sei una persona più matura. Perché in pratica era come se in qualche modo come in certi aspetti sostituisse la mamma”.

 

Myrta Merlino: “Virginia, io ho letto alcuni dei messaggi che ti ha inviato Sandra. Lei un mese prima della tragedia, il 23 di luglio, ti scrive Io non voglio morire, ho paura. Questa cosa ti ha fatto scattare l’allarme o hai pensato che fosse inverosimile, perché tu le scrivi No, ma che dici?

Signora Virginia: “Assolutamente sì, inverosimile, ma non l’ho neanche interpretato nel vero senso fisico della parola. L’ho interpretato come un modo di dire “Non voglio morire, non mi voglio arrabbiare”, cioè questo era il senso che io avevo dato a queste parole perché per me era una cosa impossibile, esagerato questo pensiero nei confronti di Giovanni”.

 

Myrta Merlino: “Fuori dalla tua mente, non riuscivi neanche a immaginare un pericolo del genere. Capisco bene?”.

Signora Virginia: “No, no, perché non ero stata messa al corrente delle cose che succedevano…”.

 

Myrta Merlino: “Scusami Virginia, faccio rivedere quei messaggi che sono molto importanti per far capire come questa donna avesse capito, lo dicesse, avesse denunciato, aveva richiamato i carabinieri perché aveva paura… Guardate i messaggi che si scambiavano Virginia e Sandra, due donne in posizioni molto diverse ma che si capivano”.

 

Vengono mostrati alcuni scambi di messaggi tra le due donne, Virginia e Alessandra (ndr, screenshot in allegato):

Alessandra: “Io non voglio morire. Tuo figlio va aiutato perché ha dei grossi problemi!”

Virginia: “Lui è rimasto convinto che lo tradivi continuamente dicendomi che hai rovinato tutto… comunque poi ci sentiamo al telefono”.

Alessandra: “Questa è la sua follia e la sua patologia che lo porta a essere violento. Io non voglio morire!”.

Virginia: “Guarda Giovanni non è mai stato come dici con nessuno. Su queste cose ti sbagli”.

 

Myrta Merlino: “Tu sapevi di questa denuncia? Ti eri preoccupata? Avevi Capito?”.

Signora Virginia: “No, appunto. Le spiego: quando Alessandra mi ha parlato di denuncia mi ha detto che Giovanni era fuori di testa, era un pazzo e che gli avevano fatto un video per dimostrare quanto fosse pazzo. Le ho detto ‘Visto che mi dici queste cose mandami questo video’. E lei: ‘No questo video non te lo mando”. E vabbè, finita lì. Quando mi ha parlato di denuncia mi ha parlato di una denuncia che avrebbe fatto perché a lei mancava un cappello nero, non perché ci fosse dietro tutta una storia come si sta raccontando adesso. Per quanto riguarda la denuncia, ne ho parlato con Giovanni e gli ho detto: Giovanni non puoi assolutamente, tu adesso sei in Sicilia e rimani in Sicilia e stai tranquillo. Cerca di dimenticare questa persona. Quando poi si parlava di questa denuncia lui mi chiedeva se lei lo avesse denunciato e io gli dicevo di no perché non era arrivato niente a casa. Ci sarebbe dovuto arrivare un avviso, qualcosa ma non è arrivato mai niente perché se fosse arrivato qualcosa a casa io sarei andata in Sicilia da mio figlio. Mio figlio era molto fragile nei confronti di questa situazione ma mai avrei potuto pensare a un epilogo del genere”.

 

Myrta Merlino: “Quindi Virginia ci sta dicendo che lei non ha mai avuto notizia della denuncia?”
Signora Virginia: “Il giorno prima – che io non sapevo che Giovanni era andato da Alessandra – l’ho visto la sera felice, mi ha detto che stava arrivando dalla Sicilia ed era felicissimo. Io ho pensato che stesse superando questa situazione. Il giorno prima, quando è stato tutto il pomeriggio con Alessandra, ha chiesto ad Alessandra: È vero che mi hai denunciato? e lei ha risposto: Assolutamente no.

 

Myrta Merlino: “Virginia tu lo sai cosa ha scatenato la follia omicida di tuo figlio? Quella fotografia che lei ha postato con la mano di un uomo tatuato? È partita così?”

Signora Virginia: “Io non credo. A me dispiace dire queste cose, sicuramente dopo che si sono lasciati ci sono state dei segnali un po’ provocatori”.

 

Myrta Merlino: “Le ricostruzioni che hanno fatto gli inquirenti sono che lui vede questa fotografia, lascia il ritiro, lascia la squadra. So che tu hai insistito per farlo andare in Sicilia, per farlo allontanare ma lui torna di corsa dalla Sicilia perché aveva un piano in testa. Questa è la cosa spaventosa”.

Signora Virginia: “No, non era un piano in testa. Loro sono stati tutto il pomeriggio insieme molto bene da quello che ho capito. Se lui avesse avuto un piano in testa lo avrebbe attuato quel pomeriggio lì, quando nessuno lo vedeva”.

 

Myrta Merlino: “Tu credi che sia successo qualcosa di scatenante dato che lui è tornato contento, voleva vederla e poi ha deciso di aspettarla sotto casa e di ucciderla in quel modo barbaro?”.
Signora Virginia: “No Myrta, loro si sono visti il giorno prima, il 22, sono stati tutto il pomeriggio insieme. Si sono promessi che si sarebbero rivisti dopo quindici giorni. Lui il giorno dopo l’ha chiamata per tutto il giorno, lei non ha risposto più, chiaramente, non so perché. Lui – chiaramente io non lo sapevo – è partito e mi ha detto che era a Senigallia, poi è andato su a Bologna e quando l’ha vista ci voleva parlare. Questo è quello che ha detto Giovanni: lui l’ha aspettata e le ha mandato un messaggio di disperazione, che si sarebbe tolto la vita, questo aveva fatto capire il suo messaggio, che aveva messo anche sui social. Questo ragazzo era molto disturbato, non sapeva che cosa fare, era andato su un terrazzo al quarto piano e si voleva buttare di sotto. Questo è quello che io ho saputo e intuito”.

Myrta Merlino: Fermiamoci un attimo su questo. Io capisco benissimo il tuo stato d’animo e la tua condizione. Dopodiché non può passare per nessun motivo il messaggio che se una donna che fa qualcosa, non ti risponde al telefono, non ti apre la porta, non ti vuole vedere per un qualunque motivo che ha lei, tu vai fuori di testa. Questo lo voglio dire anche per chi sta a casa: qualunque cosa accada tra due persone, qualunque forma di violenza è bandita in un rapporto tra due persone. Anche se l’altra persona ti ha provocato, è stata sgradevole, ti ha trattato male. Non esiste nulla che possa scatenare violenza. E non parlo di omicidio, parlo anche di un ceffone o di un calcio. Così ci mettiamo le idee in chiaro.
Signora Virginia: “Questo è chiaro. Però voglio finire di dire”.

 

Myrta Merlino: “Non è rivolto a te. Però lo devo dire questo perché sembra che stiamo raccontando una storia in cui lei lo ha provocato. Anche se fosse, non è rilevante”.
Signora Virginia: Non è questa la provocazione.

 

Maria Corbi: Non si può neanche giustificare con il raptus, con la follia perché i femminicidi affondano in un problema culturale e non affondano nella follia, nel raptus. Io capisco anche la madre rispetto al fatto che sia qui, che ci metta la faccia però non si può dire che è stato un raptus.
In merito ai messaggi inviati all’investigatore da Giovanni Padovani, Myrta Merlino chiede: “Capisci Virginia? È una forma persecutoria. Lui aveva bisogno di trovare una prova a tutti i costi. Io ho dei figli maschi un po’ più giovani di tuo figlio. Conosco anche i rapporti tra le madri e i figli, sono profondissimi. Davvero tutto questo non lo hai mai sospettato? Perché parliamo di una follia devastante rispetto a questa donna, mettendola in difficoltà, facendola seguire.

 

Signora Virginia: Assolutamente no. Non si poteva pensare assolutamente che ci fosse un finale così drammatico. Quello che volevo aggiungere è che quello che è stato scatenante quella sera per Giovanni non è stato il fatto che lei non aveva risposto per tutto il giorno al telefono. Il fatto scatenante è stato che quando lui l’ha vista lei ha cominciato a urlare. Lui aveva detto Alessandra ti voglio parlare, lei invece lo mandava via urlando Vai via, vai via. E lui chiaramente… Questo è stato il fatto scatenante.

 

Myrta Merlino: Lui aveva paura? Lo ha detto in tutte le salse che aveva paura.
Maria Corbi: Il dramma di Alessandra e il dolore di questa madre ci devono insegnare che noi madri non dobbiamo giustificare mai, stare attente. Così facciamo il bene dei nostri figli perché solo in questo modo, cercando di capire anche che non sono quegli angeli che abbiamo cresciuto, quei bambini piccoli ma che sono diventati altri. Così possiamo difendere le donne e anche i nostri figli.

 

Myrta Merlino: Hanno chiesto la perizia psichiatrica per Giovanni perché dentro di sé Virginia pensa che gli sia esploso qualcosa di orribile. Questo è il motivo per il quale oggi è con noi e c’è anche il suo avvocato. Ti rimproveri qualcosa?
Signora Virginia: Solamente il fatto che con Giovanni, andando in trasferta, eravamo lontani. Molto presto lui ha cominciato con le trasferte e quindi chiaramente non ho potuto monitorare. Da circa 15-16 anni che aveva fino a quest’età lui ce l’ho avuto molto lontano. Quindi non ho avuto la possibilità di seguirlo bene nella sua crescita fino ad oggi, fino a un anno fa.

 

Myrta Merlino: Hai sentito il bisogno di parlare con i familiari di Alessandra? Di parlare con sua sorella? Di chiedere scusa? L’hai fatto?
Signora Virginia: Io avrei voluto, avrei voluto farlo. Però ho capito, a me è sembrato, che ci fosse una grande chiusura da questo punto di vista. Certo, io voglio chiedere scusa.

 

Myrta Merlino: Vuoi farlo in televisione? Vuoi dire qualcosa ad Alessandra su quello che è successo? Ai suoi parenti. Sua sorella è disperata, distrutta. Urlare al telefono mentre la uccidevano. È una persona devastata. Sente ancora le urla nelle orecchie la sorella.
Signora Virginia: Certamente, Myrta. Chiedo scusa per tutto questo. Però purtroppo se io avessi avuto anche più informazioni rispetto a quello che succedeva tra Alessandra e Giovanni forse, sicuramente, magari le cose potevano andare in maniera diversa. È che noi non abbiamo mai approfondito. Cioè io ero sempre un tramite perché se Giovanni se non si faceva trovare, Alessandra chiamava me. Questo era il problema. C’è stato un rapporto di simpatia, parlavamo di tante cose però chiaramente di questo argomento si parlava fino a un certo punto.

 

Myrta Merlino: Chiudiamo con un pensiero per questa donna che è stata uccisa da tuo figlio.
Signora Virginia: Questo è un dolore che ho ogni giorno. Per lei che non c’è più, perché mi è sembrata una cosa assurda, impossibile. Perché io ho pensato solo che Giovanni stesse male perché un ragazzo così non poteva fare assolutamente un gesto del genere. E chiaramente un dolore forte per lei e per la sua famiglia e un dolore forte per me e per mio figlio perché è un ragazzo malato. Io chiaramente devo aiutarlo. Chiaro che non giustifico assolutamente quello che è successo, ci mancherebbe.

 

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Il link video di “Pomeriggio Cinque”:
https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/pomeriggiocinque20232024/parla-la-madre-dellassassino-di-alessandra_F312802901010C16

 

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