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ISTAT * INFLAZIONE: « NEL 2022 LE FAMIGLIE IN CONDIZIONI DI POVERTÀ ASSOLUTA SONO 2,18 MILIONI (8,3% DEL TOTALE DA 7,7% NEL 2021) » (PDF REPORT)

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10.27 - mercoledì 25 ottobre 2023

In crescita la povertà assoluta a causa dell’inflazione. Nel 2022 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni
di famiglie (8,3% del totale da 7,7% nel 2021) e oltre 5,6 milioni di individui (9,7% in crescita dal 9,1% dell’anno precedente) . Questo peggioramento è imputabile in larga misura alla forte accelerazione dell’inflazione.

L’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 28,9%, si ferma invece al 6,4% per le famiglie composte solamente da italiani. L’incidenza di povertà relativa si attesta al 10,9% (stabile rispetto all’11,0% del 2021) e le famiglie sotto la soglia sono 2,8 milioni.

L’incidenza di povertà relativa mostra valori stabili a livello nazionale. Nel 2022 la soglia di povertà relativa familiare è pari a 1.150 euro per una famiglia di due componenti, valore superiore ai circa 1.054 euro del 2021 (Cfr. Glossario e Nota metodologica). Si tratta di un indicatore che rappresenta il posizionamento relativo di una generica famiglia rispetto alle altre famiglie del Paese.

Nel 2022 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono oltre 2,8 milioni (10,9%, stabile rispetto al 2021), per un totale di 8,6 milioni di individui (14,8%, stabile rispetto all’anno precedente). Rispetto al 2021 l’incidenza di povertà relativa familiare decresce solamente nel Sud, dove passa al 21,8% dal 23,3%. A livello individuale si osservano invece dinamiche diverse: si registra da un lato una crescita significativa dell’incidenza individuale al Nord-ovest (9,8%, dall’8,7% del 2021), mentre il Mezzogiorno mostra segnali di miglioramento (25,3%, dal 26,3% nel 2021). Tale risultato è il frutto di andamenti contrapposti, che vedono un miglioramento dell’incidenza individuale del Sud (26,4%, dal 28,8% del 2021) e un acuirsi dei valori dell’incidenza per le Isole (23%, dal 21,2% del 2021). Stabili invece le restanti ripartizioni.
L’intensità della povertà relativa si attesta nel 2022 al 21,3%, in linea con il valore del 2021 (21,0%). Le dinamiche più significative si osservano nel Nord-est (18,7%), dove si registra un lieve incremento rispetto al 2021, seppure a parità di incidenza familiare; stesso andamento del Sud (23,3%, nettamente superiore al valore medio), dove l’incidenza sia a livello familiare sia individuale registra un calo. Rispetto a un anno prima, ci sono meno famiglie residenti al Sud in povertà relativa, ma la situazione di coloro che si trovano in questa condizione è peggiore rispetto alle altre ripartizioni.

Nel Nord l’incidenza di povertà relativa familiare si attesta al 6,3%, con valori più elevati nel Nord-ovest (6,7%) rispetto al Nord-est (5,8%); nel Centro è pari a 6,5%, mentre nel Mezzogiorno il valore dell’incidenza è pari al 20,5%, nettamente superiore a quello delle altre ripartizioni. Su scala regionale Calabria (31,6%), Campania (22,1%) e Puglia (21%) sono le regioni che registrano valori più elevati dell’incidenza familiare, mentre Trentino-Alto Adige (con un’incidenza del 3,8%) e Lazio (5,5%) presentano i valori più bassi. Le incidenze regionali non sono significativamente diverse dallo scorso anno, a eccezione della Puglia, che vede un miglioramento (nel 2021 era pari al 29,1%) e della Calabria, che invece segnala un peggioramento (dal 21,4% del 2021).

Nel 2022 l’incidenza di povertà relativa è sostanzialmente stabile per le diverse tipologie comunali; il valore più elevato si registra per le famiglie residenti in comuni fino a 50mila abitanti (diversi dai comuni periferia dell’area metropolitana), che raggiungono il 12% (21,2% nel Mezzogiorno), mentre il valore minimo di 7,9% si osserva per le famiglie residenti in comuni centro dell’area metropolitana (anche in questo caso il valore risulta più elevato per il Mezzogiorno: 19,8%).

 

 

 

 

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