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ISPRA * INCENDI: « ECOSISTEMI BOSCHIVI, NEL 2022 BRUCIATO IL 40% IN MENO RISPETTO AL 2021 (VALORE ANCORA SUPERIORE ALLA MEDIA DEGLI ULTIMI 10 ANNI) »

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10.34 - lunedì 10 luglio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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NEL 2022 BRUCIATO IL 40% DI ECOSISTEMI BOSCHIVI IN MENO DELL’ANNO PRECEDENTE VALORE ANCORA SUPERIORE ALLA MEDIA DEGLI ULTIMI 10 ANNI. SICILIA RESTA LA REGIONE CON PIU’ ECOSISTEMI A FUOCO

Nel 2022 il nostro territorio è stato interessato da incendi di medie e grandi estensioni (superiori all’ettaro) per più di 68500 ettari (ha), superficie pari quasi all’estensione del Parco Nazionale Gran Paradiso. Anche se questa superficie rappresenta meno della metà di quanto bruciato l’anno precedente (40%), il dato è comunque superiore al valore medio delle aree bruciate annualmente in Italia negli ultimi 10 anni, tra il 2012 e il 2021 (55000 ha).

Di quanto bruciato nel 2022, oltre il 20% consisteva in ecosistemi forestali, in particolare latifoglie decidue (querceti e faggete, circa 6800 ha), latifoglie sempreverdi (leccete e macchia mediterranea, circa 4700 ha) e aghifoglie sempreverdi, (pinete mediterranee, quasi 2700 ha). Eccezionalmente nel 2022 è stata interessata anche una porzione boschiva ad aghifoglie decidue alpine (lariceti, 16 ha).

È quanto emerge dalle attività ISPRA nell’ambito delle osservazioni e monitoraggi degli impatti degli incendi di medie e grandi dimensioni sugli ecosistemi. Lo scopo è quello di fornire ogni anno un dettaglio informativo a supporto delle politiche nazionali e regionali e per il ripristino e la conservazione degli ecosistemi terrestri a scala nazionale e locale.
I dati relativi agli incendi sono forniti dal sistema European Forest Fires Information System del programma europeo Copernicus Emergency, ed elaborati da ISPRA con sistemi di machine learning per il riconoscimento degli ecosistemi coinvolti negli incendi.
Il rapporto tra la superficie complessiva percorsa da incendio (dato EFFIS) e la superficie forestale coinvolta (dato ISPRA) è rimasto non troppo distante dal 20% negli ultimi cinque anni.

Dove – A livello regionale, in Sicilia oltre il 50% del totale nazionale di territorio incendiato (più di 35.000 ha), ed è risultata anche la regione che ha subito più danni in termini di superficie bruciata forestale (4.437 ha). Sono state interessate coperture boschive anche in Calabria (più di 1800 ha), Lazio (più di 1300 ha), Campania e Toscana (quasi 1100 ha), Piemonte e Friuli-Venezia Giulia (circa 1000 ha). Rispetto al 2021, la superficie interessata da incendi è complessivamente diminuita nelle regioni del Centro-Sud, Sud e nelle isole maggiori, mentre è aumentata nelle regioni del Centro-Nord e Nord.

Il 38% degli ecosistemi forestali colpiti da incendio ricade all’interno del sistema nazionale delle aree protette terrestri. Nel 2022 le aree protette maggiormente interessate da incendi sono state: la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) “Boschi di Piazza Armerina” nella provincia di Enna in Sicilia, già significativamente colpita da incendi anche nel 2021 (quasi 900 ha di cui circa 500 pinete), la Riserva Naturale Regionale “Riserva naturale orientata Rossomanno-Grottascura-Bellia” sempre nella provincia di Enna (anche qui quasi 900 ha, principalmente pinete). Sono state inoltre colpite la Zona Speciale di Conservazione “Carso Triestino e Goriziano” (circa 400 ha quasi interamente latifoglie decidue), la ZSC “Complesso Monte Bosco e Scorace” in provincia di Trapani (circa 400 ha).

Quando
Gli eventi principali, in termini di estensione in aree boschive, si sono verificati nei primi giorni di luglio in provincia di Enna (comuni di Aidone, Piazza Armerina – più di 900 ha), nella terza decade di luglio in provincia di Lucca (Camaiore, Massarosa, Lucca, 750 ha) e in provincia di Gorizia e Carso triestino-sloveno (Doberdò del Lago, Duino, Monfalcone, più di 400 ha), nella metà di agosto in provincia di Trapani (Buseto Palizzolo, Castellammare di Stabia, circa 450 ha). Nella seconda metà di marzo è avvenuto un episodio in provincia di Belluno (comuni di Longarone e Ponte nelle Alpi, che ha interessato poco più di 400 ha.

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