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FONDAZIONE MUSEO STORICO TRENTINO * “AUTOSTRADA DEL BRENNERO – ARCHITETTURE E PAESAGGI“: « INAUGURATA LA MOSTRA  ALLE GALLERIE DI PIEDICASTELLO »

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18.34 - venerdì 29 settembre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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E’ stata inaugurata oggi, alle Gallerie a Piedicastello (Trento) la mostra “Autostrada del Brennero. Architetture e paesaggi”, a cura di Andrea Gritti, Elena Fontanella e Claudia Zanda (Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano) e sarà visitabile fino al 4 febbraio 2024. Le foto sono di Giovanni Hänninen.

L’inaugurazione

L’Autostrada del Brennero è una delle infrastrutture più rilevanti della rete autostradale europea: con i suoi 314 chilometri supera oltre 1.300 metri di dislivello tra le Alpi, dove si connette con l’omonima Autobahn austriaca, e le pianura Padana, punto di incontro con l’autostrada del Sole. L’E45, la rotta europea cui appartiene, collega il Mediterraneo con il Mare del Nord. La sua complessità e la sua rilevanza nel sistema di comunicazione europeo la rendono più di un’infrastruttura. Realizzata in soli 10 anni, tra il 1964 e il 1974 sulla base di tecnologie ingegneristiche di assoluta avanguardia e con materiali di altissima qualità, l’Autostrada del Brennero è un’architettura territoriale.

Ed è in quest’ottica che è stata studiata e sezionata nell’ambito di una ricerca condotta dal Dipartimento di Architettura e Studi e Urbani del Politecnico di Milano e finanziata da Autostrada del Brennero SpA. Gli esiti di quella ricerca vengono ora proposti nella mostra “Autostrada del Brennero. Architetture e paesaggi”. Più grande e complessa di una nave da ricostruire nella bottiglia, l’Autostrada del Brennero è stata scomposta e ricomposta attraverso l’ausilio di fotografie, modelli, documenti e filmati in una ex galleria stradale, la Galleria Bianca della Fondazione Museo storico di Trento. L’esposizione, che ha potuto contare sulla collaborazione dell’Alta Scuola politecnica Fondazione Ing. Lino Gentilini ed è stata curata da Andrea Gritti, Elena Fontanella e Claudia Zanda (Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano) è stata inaugurata oggi e sarà visitabile fino al 4 febbraio 2024. Le foto sono di Giovanni Hänninen.

“Siamo sempre stati fortemente consapevoli – ha esordito Diego Cattoni, Amministratore Delegato di Autostrada del Brennero – dell’assoluto valore della nostra autostrada. Quest’esposizione, di cui siamo molto orgogliosi, lo racconta meglio delle parole: l’Autostrada del Brennero è simbolo di efficienza, qualità e sostenibilità ambientale. Lo dimostra la sua storia e lo rivela il suo futuro: il progetto è di farne il primo Green Corridor d’Europa, puntando su digitalizzazione vettori energetici e opere d’arte ecologici”. “Siamo onorati – ha detto Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo Storico di Trento – di poter ospitare questa importante mostra presso Le Gallerie di Trento.

Inutile sottolineare la coerenza tra il tema e la prospettiva scelta per leggerlo e interpretarlo e il luogo espositivo, che nasce dal riutilizzo culturale di uno spazio autostradale. Mi piace pensare che questa mostra apra a future collaborazioni e possa essere, specialmente per i territori e le comunità di riferimento, un’occasione per comprendere e riappropriarci della storia di questa grandiosa infrastruttura stradale: l’Autostrada del Brennero”. È toccato al professor Andrea Gritti, professore associato del Dipartimento di Architettura e Studi e Urbani del Politecnico di Milano nonché coordinatore della ricerca, entrare nel merito dei significati e degli obiettivi dell’esposizione: “Un’autostrada – ha osservato – non è solo un nastro d’asfalto punteggiato da stazioni di servizio, svincoli e caselli. È qualcosa d’altro, che si rivela se la osserviamo con occhi ben aperti e con l’ausilio di una mappa più grande, complessa e precisa di quelle che siamo soliti usare. Questa mostra è quella mappa”.

La mostra

La mostra si articola in due sezioni che corrono tra di loro parallele: Palinsesti e Mappe iconografiche. La prima analizza e scompone l’autostrada con i metodi con cui s’indaga ogni altra opera del territorio, riconoscendo le fasi di progettazione, costruzione e manutenzione che si sono susseguite nel tempo.
I documenti che testimoniano questa successione, dagli anni Sessanta ad oggi, mettono in rilievo il complesso equilibrio tra le necessità di trasformare e di conservare l’insieme costituito dall’infrastruttura e dai territori attraversati. Alla progettazione e alla costruzione dell’Autostrada del Brennero hanno contribuito importanti autori: da Pietro Porcinai (1910-1986), cui fu affidato nel 1965 un incarico di consulenza per l’inserimento paesaggistico dell’infrastruttura, ai fratelli Bruno (1925-1988) e Lino Gentilini (1933-2001), che furono coinvolti nelle prime soluzioni e poi nella realizzazione delle opere d’arte maggiori; da Costantino Dardi (1936-1991), cui si deve il progetto dell’area di servizio di Garda Ovest, ai tecnici della società concessionaria, che hanno realizzato nuove opere e garantito l’efficienza di quelle originali.

Le tracce di queste azioni sono impresse nel lungo diagramma che localizza, in sezione e in pianta e a due scale di riferimento (1:10.000 per le distanze e 1:500 per le altezze e le profondità), i nodi e le opere d’arte maggiori presenti oggi lungo il tracciato. Disposti secondo la loro effettiva sequenza geografica, tra la Pianura Padana e le Alpi, rilievi e progetti, fotografie e filmati compongono una densa ‘quadreria’, il cui compito è dimostrare come l’Autostrada del Brennero sia un testo, costantemente scritto e riscritto: un palinsesto dentro il palinsesto territoriale, pronto a ricevere nuovi e futuri impulsi. “Ogni singolo intervento progettato lungo l’asse – spiega il Direttore Tecnico Generale di Autostrada del Brennero SpA Carlo Costa – risponde non solo a criteri di efficienza e sicurezza, ma è pensato per costruire un rapporto osmotico con il territorio circostante in una logica di sostenibilità ambientale. Rispondono a questi criteri le opere d’arte del passato e del presente, dai sovrappassi alle barriere fonoassorbenti ai sicurvia in acciaio Corten, ma anche il futuro restyling delle aree di servizio, disegnate come veri hub di innovazione e ecosostenibilità”.

Nella sezione mappe iconografiche si concretizza il tentativo di tradurre la linearità del tracciato in modalità narrative: alle pareti si trovano le fotografie realizzate da Giovanni Hänninen, per documentare l’accelerazione delle trasformazioni realizzate ai bordi dell’autostrada nella ‘megalopoli padana’, il persistente disegno dei suoli ai lati dei fiumi Adige e Isarco, l’apparente fissità del contesto alpino. A pavimento è riprodotto il tracciato autostradale (in scala 1:10.000), cui si riferiscono, nel centro della sala, i 15 modelli tridimensionali, che rappresentano (in scala 1 :2000) il territorio disposto nel raggio di 500 metri dalle 22 aree di servizio dell’A22. Su uno degli schermi sono proiettate le carte tematiche, che Marco Voltini ha elaborato utilizzando le risorse dei sistemi informativi geografici (GIS), per rilanciare dal punto di vista dell’osservazione ‘in volo’, quanto le fotografie avevano colto ‘a terra’.

Le Gallerie sono visitabili dal martedì alla domenica, ore 10 -18, ingresso libero.

 

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©hanninen

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