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CAMPOBASE * SANITÀ TRENTINO * « PER IL 73% LA SANITÀ È IL PROBLEMA DA AFFRONTARE, IL 9% RINUNCIA ALLE CURE MEDICHE PER MOTIVI ECONOMICI »

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08.37 - giovedì 12 ottobre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Ogni paziente ha, costantemente, l’opportunità di verificare le difficoltà che sta attraversando la sanità trentina. Due soli dati: per il 73% dei trentini la sanità è il problema principale da affrontare e da risolvere, mentre il 9% circa rinuncia alle cure mediche per motivi economici. Eppure la sanità è un diritto costituzionale. La situazione in Trentino è notevolmente peggiorata durante la gestione di Fugatti e dell’assessora Segnana, evidenziando come sia indispensabile avere preparazione e competenza nel settore della sanità.

Basterebbe ricordare – e lo sanno bene i trentini – il problema delle liste di attesa, le dimissioni dei medici dagli ospedali pubblici, le difficoltà incontrate dagli infermieri ed altri lavoratori del settore, del continuo trasferimento di fondi dal pubblico al privato, delle mancate riforme della medicina del territorio e dei medici di famiglia. Nel 2018 il privato, grazie alle convenzioni, riceveva circa 59 milioni, nel 2022 siamo saliti a 72. Chi governa ha grandi responsabilità perché il sistema risponda velocemente a questi bisogni evitando di fare proclami che non modificano le cose.

I sanitari fanno del loro meglio per tappare i buchi ma è compito dei politici fare in modo che gli organici siano coperti. Rispetto a questi bisogni crescenti dei cittadini c’è una inarrestabile riduzione della capacità del sistema di dare risposte. Allora è tempo di cambiare se vogliamo evitare il collasso del sistema sanitario provinciale. Ci sono tanti interventi urgenti da adottare ma una delle prime cose da fare è una programmazione seria e ragionata, con un Piano sanitario quinquennale, che metta al centro le esigenze dei cittadini e una revisione complessiva strutturale del sistema sanitario provinciale. Ciò significa rispondere ad alcune sfide che chiamano fortemente all’azione sia i decisori politici sia i professionisti sanitari, e che riassumo in cinque punti.

 

1) SANITÀ PUBBLICA

Il sistema sanitario deve rimanere ancorato ad un servizio pubblico di qualità, che copra l’intero spettro delle cure, dalla medicina di base alle cure specialistiche ospedaliere. Salvaguardia del modello universalistico del sistema sanitario nazionale che assicura assistenza e cura a tutti, indipendentemente dalla nazionalità, dalla residenza e dal reddito. Un sistema sanitario provinciale diffuso sul territorio, ma accentrato per competenza e complessità clinica. La sanità privata convenzionata deve rispondere con una logica di complementarietà e sussidiarietà di quella pubblica.

 

2)  RIFORMA MEDICINA TERRITORIALE

Bisogna portare la medicina il più possibile vicino al paziente. A questo scopo accanto agli ospedali tradizionali, quello di Trento e degli altri centri provinciali, è urgente valorizzare le Case e gli ospedali di Comunità, ovvero ambulatori con la presenza organizzata di medici di base, infermieri e assistenti in grado di rispondere nell’arco delle 24 ore ai primi bisogni del paziente. Gli ambulatori dovranno essere forniti di attrezzature diagnostiche essenziali per una diagnosi iniziale, prima dell’eventuale ricorso ai Pronto soccorso dei vari ospedali. Sarà utile sviluppare la telemedicina, soprattutto per una miglior e veloce assistenza ai pazienti cronici e fragili. Nuovi spazi per le residenze per anziani.

 

3) LISTE ATTESA

I tempi di attesa devono garantire una cura ottimale ai pazienti. E un tema dolente, a cominciare dai tempi di risposta del CUP che va riorganizzato prevedendo una maggior flessibilità con canali ad hoc per le prime visite ed i controlli prescritti dal medico di base. Il rapporto con la sanità privata convenzionata deve essere misurato sul reale fabbisogno, rispondere a criteri di qualità e controllo fissati dal pubblico, prevedendo un tetto alla remunerazione chiesta.

 

4) CARENZA PERSONALE SANITARIO

Aumentare l’attrattività complessiva del sistema e reclutare in modo attivo. Per rendere più attrattiva la professione ripensare i modelli di organizzazione del lavoro, migliorare le possibilità di carriera e le retribuzioni dovranno essere in linea con la concorrenza europea. In attesa che la nuova Facoltà di Medicina ci dia soddisfazione con i giovani medici tra qualche anno.

 

5) NOT (NUOVO OSPEDALE TRENTINO)

L’ospedale Santa Chiara di Trento è inadeguato. Dopo 10 anni sciupati fra bandi falliti è necessario un impegno prioritario per realizzare il Nuovo polo ospedaliero ed universitario di Trento un’opera che avrà conseguenze cruciali a lungo termine su tutto il sistema sanitario provinciale. Gli ospedali territoriali dovranno essere potenziati per alcuni servizi e diventare partner delle rispettive Case di Comunità.

 

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Giorgio Devigili, medico cardiologo
Candidato per Campobase

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