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MASÈ (LA CIVICA) * BUONI SERVIZIO: « APPROVATO MIO ODG, PER IL SOSTEGNO ECONOMICO AD ENTI GESTORI SERVIZI CONCILIATIVI »

Scritto da
18.05 - giovedì 27 luglio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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É stato approvato oggi l’ordine del giorno presentato da Vanessa Masè, consigliere de La Civica, volto ad impegnare la Giunta provinciale ad intervenire sul valore dei buoni di servizio. Il Trentino oggi risponde alle richieste delle famiglie per la fascia 0-3 attraverso due modalità: dei 5399 posti-utenza totali, 4220 sono gestiti attraverso la filiera dei servizi educativi, mentre 1179 attraverso quella dei conciliativi.
Sul fronte contrattuale è in corso un progressivo impegno per valorizzare la figura professionale dell’educatrice, investimento centrale per la piena valorizzazione dei servizi all’infanzia. Se con la l.p. 4/2023 per il personale delle cooperative che gestiscono i servizi di nido d’infanzia si fa fronte con quanto previsto dal protocollo di finanza locale per l’anno 2023, è necessario allargare il raggio dell’azione per coinvolgere anche il mondo della conciliazione.
Aumentando il valore dei buoni di servizio (con un intervento interamente a carico della PAT, in modo tale da mantenere il numero di ore garantite attraverso il finanziamento europeo e statale) si va così a coinvolgere trasversalmente tutti gli enti gestori dei servizi conciliativi per la fascia 0-3, indipendentemente dalla natura giuridica dell’ente erogatore.

La misura richiesta va quindi a tutela sia delle educatrici dei servizi conciliativi, sia del servizio in sé in quanto un’eccessiva distanza retributiva rispetto ad altri contesti lavorativi causerebbe una diminuita appetibilità di questa tipologia, con una conseguente minore risposta in termini di offerta, soprattutto in un settore che copre circa un quarto della richiesta di servizi da parte delle famiglie per la fascia d’età 3 mesi-3 anni.
Per questo la Provincia si impegna ad adeguare l’importo del c.d. “buono di servizio” aumentandone il valore, compensando con ciò l’aumento dei costi dei servizi derivanti anche dei maggiori oneri dei contratti collettivi di riferimento. Ciò rappresenta l’inizio di un percorso sulla regolamentazione dei buoni di servizio che nel corso della prossima legislatura ci si augura possa portare da un lato ad una semplificazione dell’uso dello strumento, sia per le famiglie che per gli enti erogatori, sia anche ad un miglioramento delle condizioni contrattuali di riferimento nel settore, nell’ottica di un continuo investimento complessivo sulle politiche per l’infanzia messe in campo dalla Provincia autonoma di Trento.
Si allega testo dell’Ordine del giorno

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Gruppo Consiliare Provinciale
La Civica

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PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO n. ddl n. 184 /XVI Assestamento del bilancio di previsione della Provincia autonoma di Trento per gli esercizi finanziari 2023 – 2025.
La filiera dei servizi educativi della Provincia di Trento tra i 3 mesi e i 3 anni conta complessivamente 265 realtà, di cui 177 sono costituite dai Nidi d’infanzia e Tagesmutter (66,8%) mentre le restanti 88 sono costituite da realtà che offrono i così detti servizi conciliativi. Da oltre un decennio quindi il Trentino risponde alla domanda delle famiglie sulla fascia 0-3 secondo due modalità: quella prevista dalla legge provinciale 4/2002 e quella della 1/2011, arrivando in questo modo a coprire il 44,6% dei posti-utenza totali, di cui 4220 gestiti presso servizi educativi, e 1179 presso i servizi conciliativi.
A fronte di numeri così importanti, anche in ottica di una sempre maggiore risposta da poter fornire alle famiglie su tutto il territorio provinciale, è necessario affrontare anche il tema della attrattività contrattuale del personale, in particolare delle educatrici.
Con la l.p. 4/2023, all’articolo 8, si è intervenuti per far fronte con quanto previsto dal protocollo di finanza locale per l’anno 2023 per rispondere alle richieste di adeguamento contrattuale per il personale delle cooperative che gestiscono i servizi di nido d’infanzia. Considerato quanto sia variegata l’offerta sulla fascia 0-3, e tenuto conto anche della necessità di continuare ad implementarla, è necessario adottare un approccio complessivo e di sistema che sappia prendere in considerazione tutte le esigenze.

L’art. 61, co. 3 del ddl 184 istituisce un fondo di importo pari a 2.5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 nell’ambito della missione 12 (Diritti sociali, politiche sociali e famiglia), programma 07 (Programmazione e governo della rete dei servizi sociosanitari e sociali) per i fini del rinnovo dei contratti dei dipendenti delle cooperative sociali. Poichè, a fronte di tale disponibilità, comprensibilimente non è ancora definito il raggio di azione di detto fondo, si ritiene importante rammentare la necessità di intervenire anche sul mondo della conciliazione, tout court. Infatti, per poter essere accreditati FSE, gli enti che fanno conciliazione dovrebbero essere tenuti all’applicazione del contratto nazionale delle cooperative sociali, il maggiormente applicato nel settore. Attualmente però vi sono operatori con diversa natura giuridica: 9 cooperative, 9 snc, 4 sas, 3 srl, 8 imprese individuali, 2 associazioni e una fondazione.

Pertanto, per poter coinvolgere tutto il personale che opera all’interno dei servizi conciliativi, indipendentemente dalla natura giuridica dell’ente erogatore, si propone con la presente proposta di adeguare l’importo dei c.d. “Buoni di servizio” per la fascia 3 mesi-3 anni, integrando l’attuale importo di 6,30€ l’ora, invariato da tempo, prevedendo di aumentarne il valore di un 15,5% tenuto conto dell’aumento dell’inflazione delle ultime due annualità. Si tratterebbe quindi di prevedere un aumento di 0,98 € l’ora per un calcolo di 508.464 ore di servizio erogato per la fascia 3 mesi-3 anni, proponendo parallelamente di integrare l’articolo della normativa in cui si regolamenta l’impiego delle risorse nei servizi inserendo un vincolo relativo alla corretta applicazione dei contratti di lavoro in base alla categoria di appartenenza degli enti erogatori, in modo tale che l’intervento finanziario possa andare a beneficio delle lavoratrici. Ciò quindi sia a tutela delle educatrici dei servizi conciliativi, sia del servizio in sé in quanto un eccessivo delta rispetto ad altri contesti lavorativi determinerebbe una diminuita appetibilità di questa tipologia lavorativa, con una conseguente minore risposta in termini di offerta.

Tutto ciò premesso
Il Consiglio impegna la Giunta Provinciale

ad intervenire sul valore del buono di servizio, affinché esso possa coinvolgere trasversalmente tutti gli enti gestori dei servizi conciliativi per la fascia 0-3, compensando con ciò l’aumento dei costi dei servizi derivanti, come evidenziato in premessa, anche dai maggiori oneri dei contratti collettivi di riferimento
Consigliere provinciale.

 

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Vanessa Masè

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