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MICHELEDALLAPICCOLA.IT * AUTONOMIA: « SE IL BUONGIORNO È QUELLO VISTO IN QUESTI PRIMI TRE ANNI, È CONCRETO IL TIMORE CHE I SUCCESSIVI DUE PORTINO AL TRAMONTO DELLA REGIONE »

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09.46 - mercoledì 2 giugno 2021

Del futuro politico del mio Partito non sta a me decidere. Ha un suo Segretario e un proprio apparato organizzativo fatto di Sezioni, Parlamentino e Congresso. Sono loro che daranno precise indicazioni al momento opportuno.

Certo un compito personale lo avverto. È una responsabilità. Viene da tanti anni di frequentazione delle nostre valli. Anche dalle prime uscite dopo il lockdown di questo scorso lungo inverno, l’umore della nostra rete non è cambiato, anzi!

L’impressione che ci sia un profondo rifiuto a sostenere eventuali correnti interne che ammiccano alla lega è un’evidente realtà. Ed io mi sento forte sostenitore di questa linea di pensiero politico. Non da solo, fortunatamente.

Ad esempio, appare estremamente indovinata la scelta fatta a Trento e Rovereto di sostenere innanzitutto un bravo Sindaco, facendo perno sulle nostre migliori figure. Queste, ora, impersonano ruoli di tutto rispetto in particolare nelle due Giunte delle principali città del Trentino. Il loro metodo di far politica grazie alla loro elezione, sono il lampante esempio di come può e deve lavorare un amministratore. Sono sempre rimasti lontani dalle telecamere e dal presenzialismo ad ogni costo, vicini piuttosto ai problemi indipendentemente dal numero di persone che li circondasse.

L’esatto contrario di quello che fa, e che del resto ha sempre fatto, la lega. Cercano la folla, i leghisti, ad ogni costo. Conferenze stampa-fiume, e poi, punti nascita e centri vaccinazione inaugurati due, tre, quattro volte, giri in bici o presenze allo stadio. Lo scopo è trovare ali di folla. Anche se queste si interrogano sul perché di certe scene. E qualche strale, magari a denti nemmeno troppo stretti, lo tiran dietro. Ma i leghisti scrollano le spalle, le hanno larghe. Il loro pensiero è già rivolto alla prossima manifestazione.

 

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Verso il 2023

Intanto, per mutuare proprio da quel ciclismo che abbiamo scoperto essere tanto caro al presidente leghista, la volata al 2023 è ancora lunga. Intendiamoci, lo è anche per la sinistra trentina, rimasta arroccata nelle città, lontana dai pensieri politici delle valli.

Ma qui voglio tener focalizzata l’attenzione sulla lega. Basteranno le strette di mano come fu nel 2018? Dopo 5 anni di governo, dar la colpa agli altri e pagare “giri di bianchi” e caffè, sarà ancora sufficiente?

E’ qui che gli Autonomisti, quelli veri, potranno dire la loro.

E’ il principale motivo che mi porta a dire che allearsi proprio con questa compagine sarebbe estremamente sciocco. Innanzitutto perchè il PATT non prende ordini da Roma, Ma soprattutto, a mio vedere, perchè ha un approccio ideologico a valori e alleanze completamente diverso riguardo agli argomenti più disparati. Prendete ad esempio l’ambito Regione.

 

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Tra poco sarà il momento della staffetta tra i due Presidenti.

Tra poco Fugatti proverà a prendere in mano le redini di un Ente ch’egli afferma stargli tanto a cuore. Lo afferma ahinoi, affidandosi al mero simbolismo. Come nella più lineare tradizione della destra più convinta, anch’egli si attacca ai totem. Non sarà sfuggito ai più attenti che di tanto in tanto, Fugatti sfoggia sul bavero della sua giacca, la spilla dell’ASAR. Quell’Associazione Studi Autonomistici Regionali che furono il primo motto del PPTT. Troppo poco.

Sono tre anni che nicchia dopo aver preso accordi con mezzo nord Italia pur di non accompagnarsi a Kompatscher. Eppure il lavoro sporco specie nei rapporti col Governo lo lascia fare agli altoatesini.

Ora, Savoi permettendo, la Presidenza gli cadrà letteralmente addosso. Come si comporterà con l’Ente Regione il nostro ineffabile Presidente in fieri?
Se il buongiorno è quello visto in questi primi tre anni, il timore che i successivi due portino al tramonto della Regione è concreto. E con questa l’Autonomia dei Trentini. C’è poco da scherzare.

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