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MAESTRI (PD) – INTERROGAZIONE: PNRR – TRENTINO «FINANZIAMENTI, QUAL’È LA RENDICONTAZIONE EFFETTIVA DEI PROGETTI? »

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10.14 - lunedì 15 gennaio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Lucia Maestri del PD interroga sullo stato dell’arte dei finanziamenti del PNRR in Trentino

Dopo l’allarme lanciato dal Presidente nazionale dell’A.N.C.I. sul problema dell’assegnazione dei fondi del P.N.R.R. ai Comuni italiani e dopo il rischio di un possibile dirottamento di 92 milioni di euro destinati ai Comuni del nostro territorio, la Consigliera del PD del Trentino Lucia Maestri, ha presentato una dettagliata ed articolata interrogazione per sapere nel dettaglio quali sono gli imposti assegnati e disponibili a tutt’oggi per ognuna delle sei Missioni nelle quali è suddiviso il PNRR; qual’è la rendicontazione effettiva dei progetti finanziati; quali previsioni di tagli ci sono da parte del governo nazionale e come intende agire la Giunta provinciale in questo caso; se non sia opportuno modulare una scala di priorità della spesa per i Comuni e le Comunità di Valle e, infine, a che punto è il sostegno all’occupazione femminile e giovanile in Trentino, prevista dalla Missione 5 del PNRR , quanti bandi sono stati emessi e come le aziende aggiudicatarie degli stessi rispettano la clausola di tali assunzioni.

 

 

 

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Trento, 15 gennaio 2024

Egr. Sig.
geom. CLAUDIO SOINI
Presidente Consiglio provinciale
SEDE

Interrogazione n.

P.N.R.R.: UN BILANCIO SULLO STATO DELL’ARTE

Recentemente, la stampa nazionale e locale ha posto in evidenza il grido di allarme lanciato dal Presidente nazionale dell’A.N.C.I., circa l’assegnazione dei fondi del P.N.R.R. ai Comuni italiani, dato che il governo nazionale ha dirottato su altre poste di bilancio quella somma pari a dieci miliardi di euro, prevista lo scorso anno per il finanziamento dei Comuni.

Si tratta ovviamente di una situazione che desta molte preoccupazioni anche in Trentino, dove i Comuni attendono la cifra complessiva di novantadue milioni di euro per opere di medie e piccole dimensioni e concentrate soprattutto su interventi di rigenerazione urbana, messa in sicurezza del territorio, efficientamento energetico e sviluppo sostenibile. D’altronde, il P.N.R.R. è stato giudicato centrale per le nostre Amministrazioni comunali, posto che il 98,8% di queste ha aderito al progetto che dovrebbe garantire “entro la primavera del 2024, l’attivazione di complessive 44 tipologie di servizi digitali a favore di cittadini e imprese.” (Com. stampa della Provincia n. 1381 d.d. 17.05.2023). Il caso di Trento vale per tutti, perché l’impatto del finanziamento del P.N.R.R. è qui davvero molto importante e mobilita risorse per oltre cinquanta milioni di euro, mentre il totale del “plafond” di risorse previste dal Piano di Resilienza per la nostra provincia ammonta a un miliardo e ventisei milioni di euro. Si tratta insomma di un impulso finanziario di grande importanza e che può favorire realmente un rilancio positivo di questa terra, altrimenti esposta all’evidenza di qualche rischio di declino rapido, ma anche di una gestione complessa e delicata, vista la propensione dello Stato ad attingere fondi dove ci sono per trasferirli nelle aree di maggiore debolezza strutturale ed infrastrutturale.

Il P.N.R.R. denominato “Italia domani” si inserisce nel programma “Next Generation”, cioè in un pacchetto pari a settecentocinquanta miliardi di euro di finanziamenti previsti dall’Unione Europea quale risposta complessiva per le economie degli Stati membri dopo le difficoltà innescate dalla diffusione della pandemia “Covid 19” e per favorire la transizione ecologica, la digitalizzazione, la competitività, la formazione, nonchè l’inclusione sociale, territoriale e di genere.

Ad oltre un anno di distanza dall’avvio di questo progetto, sembra però che la politica nazionale abbia deciso di riorientare i finanziamenti sul territorio, secondo scale di esigenze e priorità che paiono penalizzare realtà di periferia come la nostra.
Infatti cominciano ora le dolenti note.

Già nelle scorse settimane, abbiamo dovuto assistere, nonostante le rassicurazioni elettoralistiche del competente Ministro dei Trasporti, alla cancellazione della “Missione 3” del P.N.R.R., che prevede fondi per la mobilità sostenibile e le infrastrutture, con una perdita netta pari a novecentotrenta milioni di euro per la circonvallazione ferroviaria della città di Trento, nell’ambito della nuova linea ad alata capacità del Brennero.
E mentre ciò avveniva, la maggioranza politica irresponsabilmente si dilaniava, preoccupata solo degli equilibri di forza intestini alla compagine.

Ma non basta e adesso ecco giungere anche il taglio dei fondi del Piano per i Comuni che potrebbe ridurre in briciole quello che dovrebbe essere invece un volano straordinario di rilancio economico e di sviluppo.

Le rassicurazioni, come sempre, abbondano anche perché non costano nulla, mentre il Consiglio delle Autonomie sta presentando alla Provincia l’elenco delle proprie richieste ed esigenze, a fronte del quale, il Presidente della Provincia ha già messo le mani avanti, affermando in una intervista televisiva (“Trentino TV” 08.01.2024) che non si è riusciti ad avere una visione almeno triennale sulla programmazione e ciò è valso anche per i Comuni.” Constatata la realtà, il Presidente ha poi sottolineato come “i chiari di luna che interessano il patto di stabilità nazionale ed europeo, il bilancio nazionale, la crescita del Pil e il costo dei titoli di Stato sul tasso di interesse, faranno sì che la maggiore flessibilità che c’è stata a livello nazionale sulla gestione dei conti non si ripresenti e questo lo sentiremo anche noi.” Ciò significa forse che la coperta si farà sempre più corta e che non potremo contare nemmeno più sui fondi del P.N.R.R.?

Ovviamente di tali questioni si tende a non parlarne più, nell’auspicio che il silenzio possa addormentare la memoria e dimenticando che, così facendo, si innesta una potente retromarcia sulla strada dello sviluppo, con il rischio oggettivo di riportare il Trentino a quella nefasta condizione di “piccolo e solo” dal quale un uso oculato ed attento alla difesa delle nostre prerogative autonomistiche ci aveva tratto nell’ultimo trentennio del secolo scorso.

Alla luce di tali considerazioni, diventa essenziale, soprattutto in avvio di Legislatura, comprendere la situazione complessiva, ovvero lo stato dell’arte dei finanziamenti certi ed incerti del P.N.R.R. per questa provincia.
Solo così la politica e le istituzioni potranno ragionare sulla prospettiva e definire il quadro delle priorità e delle risposte possibili, adesso che siamo fuori dall’agone elettorale che giustifica ogni “sparata” propagandistica.

Ciò premesso, si interroga quindi la Giunta provinciale per sapere:

– quali sono, nel dettaglio, gli importi assegnati ed oggi disponibili per ognuna delle sei Missioni nelle quali si articola il Piano di Resilienza per il Trentino;

– qual’è la rendicontazione effettiva dei progetti finanziati da ogni singola Missione ed il loro stato di avanzamento;

– quali previsioni di tagli a tali risorse sono in essere, posto che il governo nazionale sembra alla disperata ricerca di rastrellare ovunque fondi per sostenere l’economia di quel Paese al quale ha promesso una “stagione di allori” che si stanno invece trasformando in ortiche;

– nel caso in cui il taglio delle risorse del P.N.R.R. per i Comuni, attivato a livello nazionale con il già richiamato dirottamento dei fondi su altri capitoli di spesa, dovesse colpire anche le Amministrazioni del nostro territorio, come intende agire la Provincia per salvaguardare almeno i progetti già avviati ed in corso d’opera;

– se, a fronte di questa situazione, non ritenga opportuno modulare una scala di priorità della spesa, secondo regole di previdenza e di buon governo, anche per rispondere alle domande dei soggetti istituzionali come i Comuni e le Comunità di Valle;

– posto che fra gli obiettivi del P.N.R.R. vi è anche quello del sostegno all’occupazione femminile e giovanile (Missione 5) e per accedere a tali finanziamenti è necessario che le aziende interessate destinino agli “under 36” e alle donne almeno il 30% delle assunzioni legate agli appalti, si vuole sapere quanti e quali bandi siano stati emessi a fronte delle risorse del P.N.R.R. stanziate e come le aziende aggiudicatrici rispettano la clausola delle assunzioni qui richiamata.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Cons. Lucia Maestri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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