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FENALT * CONTRATTO AUTONOMIE LOCALI: «DISERTATO TAVOLO APRAN, CON QUESTE PROPOSTE IL LAVORO PUBBLICO IN TRENTINO SARÀ SEMPRE MENO ATTRATTIVO»

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17.36 - martedì 28 maggio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Fenalt diserta il tavolo delle trattative in Apran. Con queste proposte il lavoro pubblico sarà sempre meno attrattivo. “La povertà di questa proposta che non guarda al futuro della PA si inserisce in un momento di forte degrado delle trattative in Apran per l’incapacità di dare un apporto costruttivo alle problematiche quotidianamente vissute da lavoratori” (Maurizio Valentinotti).

Fenalt ha scelto di non prendere parte all’incontro previsto per oggi pomeriggio in Apran sul rinnovo dell’ordinamento del personale del contratto Autonomie locali, ritenendo che dopo due anni di riunioni, con l’ultima proposta inviata ieri sera ai sindacati, sia drammaticamente naufragato ogni sforzo per aggiornare i sistemi di inquadramento e di progressione dei lavoratori del comparto. L’attuale modello è intrappolato in un congegno obsoleto, pre-Fornero, che non è più utile agli scopi di una moderna PA, chiamata a confrontarsi sul mercato del lavoro con il privato per garantire chances di carriera e al contempo trattamenti ed inquadramenti congrui in base alle mansioni. “Questo sistema organizzativo – osserva Valentinotti, segretario generale Fenalt – non è più in grado di rispondere alle premesse che la controparte pubblica sventola come uno specchietto per le allodole. Non riesce più a dare gratificazione al personale né riconoscimenti tali da rendere attrattivo il posto pubblico ed evitare la fuga dei lavoratori. E’ sotto agli occhi di tutti, ed è la maggior preoccupazione degli amministratori trentini, a partire dai sindaci. E’ proprio quella macchina amministrativa per cui il Trentino un tempo andava fiero, che oggi, se non si cambia, rischia il naufragio”.

Nella bozza c’è però anche qualcosa di positivo: “L’introduzione di una sesta fascia economica potrà accontentare gli anziani che sono già arrivati in quinta fascia dal 2017, ma difficilmente sarà raggiungibile dalla maggior parte dei lavoratori che avranno i requisiti quando saranno già in pensione. Dall’altra – ammette Valentinotti – c’è il giusto riconoscimento dell’inquadramento degli infermieri e delle altre professioni sanitarie al D base, richiesta che trova le sue radici in una causa di lavoro affrontata da Fenalt e che pone una una questione che deve essere risolta. Per questo aspetto siamo pronti eventualmente a sottoscrivere uno stralcio”.

Per il resto “proposta bocciata” è il verdetto di Fenalt. “Nessuna attenzione ai livelli più bassi per i quali l’aumento del costo della vita è sicuramente stato più pesante rispetto ai colleghi. Nessuna garanzia di fondi strutturali per rendere i meccanismi di progressione meno ingessati e più certi. Nessuna attenzione ai profili operai che continueranno a svolgere le stesse mansioni a prescindere dal livello B base o evoluto con evidente ingiusta differenza di retribuzione. Nessuna risposta a tutti quei profili che non hanno lo sviluppo su due livelli, primo fra tutti gli amministrativi del B evoluto, per i quali non si prevedono sbocchi realistici, ma un premio per pochi e chissà come scelti. Nessuna semplificazione nell’evoluzione delle carriere giuridiche ed economiche, per le quali un solo giorno di assenza non retribuita comporta la perdita di requisiti per un valore di migliaia di euro. Nessun riconoscimento, come richiesto da norme europee, del lavoro svolto a tempo determinato dai precari”.

Spicca poi la reintroduzione, avallata dai contenuti dell’accordo politico sottoscritto da Cisl, Uil e CGIL (non da CGIL FP e Fenalt), dei meccanismi incentivanti legati alla reintroduzione della valutazione individuale con punteggi, che peserà anche sulle progressioni: “Un fallimento del passato – commenta il Segretario – che si ripresenta a far nuovi danni. Come Fenalt abbiamo risposto con una controproposta basata sull’eventuale valutazione del raggiungimento degli obiettivi dell’équipe di lavoro, perché quello che interessa alla gente del Trentino è la qualità dei servizi”.

Secondo Fenalt la fragilità della proposta, che non guarda al futuro, si inserisce in un momento di forte degrado delle trattative a livello di Apran: “Come impostata dalla controparte – lamenta Valentinotti – la discussione non dà alcun apporto costruttivo alle problematiche che quotidianamente vengono vissute da lavoratori. Si pensi che non si riesce ad avere direttive o almeno pareri volti ad omogeneizzare i comportamenti degli enti su banali questioni, come il pagamento dei buoni pasto in determinati contesti, o il rimborso delle spese di trasferta al personale in reperibilità, o le modalità di utilizzo dei permessi 104. Insomma una latitanza che sta diventando cronica”.

Per questo Fenalt chiede di fissare un incontro politico urgente con la Giunta provinciale per stabilire obiettivi e paletti dei tavoli negoziali che consentano di dare risposte ai lavoratori. “In attesa, piuttosto che sprecare tempo – conclude il Segretario – ci dedicheremo ad incontrare i lavoratori nei posti di lavoro ed eventualmente ad organizzarci per la protesta”.

 

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Maurizio Valentinotti
Segretario generale Fenalt

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