(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
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Tra le questioni su cui spendersi vi è la necessaria consapevolezza che il Trentino non è una qualche aspirazione, ma un territorio con tutte le sue contraddizioni e le sue peculiarità, inserito in una complessità il cui evolvere è del tutto indipendente da una qualsivoglia rappresentazione nostalgica e che “il Trentino che non c’è”, proprio per il peso del turismo sul Pil locale, non sarà mai indifferente a ciò che è fuori da esso.
Inoltre, che l’Identità si costruisce ogni giorno su ciò che è sentire comune e condiviso.
La Giornata dell’Autonomia, pur invenzione relativamente recente, è già e solo un’altra trita celebrazione tra le tante, se non è in grado di parlare del Trentino ai trentini, del Trentino e delle ambizioni della politica trentina. Ecco perché si rende indispensabile un cambio di marcia rispetto alle banali ritualità che in un passato fatto di promesse e delusioni, sono servite solo a nascondere la pochezza delle ambizioni di chi l’Autonomia la ha svenduta negli anni dal 2003 al 2008.
Quel cambio di passo richiede altro da ciò che palesemente, tra un’emergenza e l’altra, non ha saputo incidere sulle regole che non hanno funzionato in passato. A cominciare dalla durata degli incarichi direttivi e l’obbligo delle rotazioni nell’amministrazione ed enti correlati.
Lì ci sentiamo di impegnarci come UdC con il vostro sostegno ed il vostro voto.
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Roberto Dal Rì
Commissario straordinario dell’Udc Trentino Alto Adige Suedtirol
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