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COPPOLA (VERDI E SINISTRA) * PATRIMONIO STORICO-CULTURALE: « RESTITUIAMO AL TRENTINO CASTEL MALOSCO »

Scritto da
15.52 - giovedì 11 gennaio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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In Trentino sono oltre 300 i castelli, le rocche, le sedi fortificate, le cinte murarie e i ruderi che fanno parte di un patrimonio storico-culturale e architettonico straordinario. La Val di Non è la terra trentina che può contare il maggior numero di castelli e residenze nobiliari. Antichi palazzi testimoniano la storia antica e gloriosa di questa terra. Molti castelli sono stati trasformati in eleganti residenze private, altri palazzi sono stati sapientemente restaurati e oggi sono sedi di mostre, esposizioni temporanee di grande importanza. Non così è per Castel Malosco, castello medioevale che sorge nell’omonimo paese.

I primi documenti riguardanti il maniero risalgono al 1188, ma il primo riferimento esplicito risale invece al 1228, quando Pietro di Malosco, nel suo testamento, lo lasciò in eredità ai fratelli Bertoldo ed Enrico. Il castello passò quindi varie volte di mano, diventando di proprietà tra gli altri dei Boymont e dei Neideck. Nel 1579 Vittore Neideck lo cedette a Girolamo Guarienti che lo ristrutturò. I Guarienti mantennero il possesso del castello fino al 1820 quando si estinsero e il castello passò al demanio austriaco che vi insediò l’ufficio giudiziario di Fondo.
Nel 1863 subì una profonda ristrutturazione per adattarlo alle esigenze dell’ufficio giudiziario a cui dobbiamo l’aspetto attuale: vennero abbattute le mura esterne, aperte finestre più ampie, ridefiniti gli spazi interni e spostato l’ingresso.

Nel 1892 vi nacque il celebre artista Fortunato Depero, il cui padre viveva nel castello in quanto dipendente dell’amministrazione austriaca. Dopo la prima guerra mondiale vi trovò sede prima la pretura di Fondo e poi quella del Libro Fondiario, finché negli anni’80 non venne lasciato inutilizzato dall’amministrazione pubblica. Da allora il castello ha subito un forte degrado anche se non in maniera irreversibile. La proprietà di Castel Malosco è stata trasferita al Demanio della Provincia di Trento con D.Lgs. 21 dicembre 1998, n. 495. L’immobile è inoltre vincolato con D.M. del 16 ottobre 1948, ai sensi della L. 1089 del primo giugno 1939.

L’impostazione attuale, molto semplice, conserva un tratto della cinta muraria e il palazzo rinascimentale, compatto e massiccio, sviluppato attorno alla torre-mastio medievale. Attualmente Castel Malosco è quindi di proprietà pubblica ed è disabitato, in attesa di restauri che lo rendano visitabile. Ora lo stato di generale abbandono dovuto all’assenza di un uso, gli evidenti dissesti, evidenziano la necessità di un intervento di consolidamento non più procrastinabile. Si rendono pertanto indispensabili i lavori per la conservazione del bene e per la sua ristrutturazione.
In data 16 dicembre 2019 il Consiglio della Provincia autonoma di Trento ha approvato un ordine del giorno che impegnava la Giunta provinciale a verificare con urgenza lo stato di Castel Malosco, mettendo in atto gli interventi che dovessero risultare necessari a bloccarne i dissesti strutturali, utilizzando a tal fine le somme stanziate a bilancio. A verificare inoltre con il Comune la possibilità di sistemazione dell’area sottostante al castello.

Quindi Castel Malosco attende di rinascere a nuova vita con una ristrutturazione adeguata e conseguentemente trovare una collocazione importante all’interno del nostro patrimonio storico-culturale.

Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia per sapere:

se sia stato rispettato l’impegno preso con l’ordine del giorno approvato dal Consiglio Provinciale in data 16 dicembre 2019 e in che modo;

in caso di risposta negativa, le motivazioni e se sia nelle intenzioni della Giunta procedere con quanto stabilito;

se intenda inoltre verificare l’opportunità di definire la destinazione d’uso di Castel Malosco, bene di interesse culturale accertato, al fine di mettere in atto interventi oltre che di recupero anche di valorizzazione culturale.

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Cons. Lucia Coppola
Gruppo Alleanza Verdi e Sinistra

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