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L'INTERVISTA

INTERVISTA A PAOLO GHEZZI * RESISTENZA E POLITICA: « FOCUS SU “ROSA BIANCA” – UCRAINA – CENTRODESTRA – KESSLER – MELONI – FUTURA »

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10.11 - martedì 31 gennaio 2023

Di Luca Franceschi

 

Paolo Ghezzi torna in libreria come autore di una nuova edizione del suo classico “La Rosa Bianca – La resistenza al nazismo in nome della libertà” (San Paolo, 331 pagine, 20 euro). Nei trent’anni dalla prima edizione del 1993, ha incontrato migliaia di studenti per raccontare questa storia e, dopo i due anni in Consiglio provinciale di Trento (2018-2020), ritorna agli antichi amori: il giornalismo e la storia della resistenza.

 

Paolo Ghezzi, con questa nuova edizione della “Rosa Bianca” torna sul luogo del delitto, di quei 5 studenti e del professore ghigliottinati dai nazisti a Monaco 80 anni fa?

L’editore ha ritenuto che 30 anni dopo la prima edizione, di un libro che continua ad essere richiesto, ci fosse ancora bisogno di conoscere questa bellissima storia di resistenza. Io sono stato subito d’accordo: ho aggiornato, corretto, riscritto, aggiunto nuove conclusioni. E ho già ricominciato a girare le scuole per far conoscere la meravigliosa”Rosa Bianca”, “resistenza allo stato puro”, in nome della coscienza e della libertà.

 

Ma intanto è cambiato il mondo…

Ne siamo proprio convinti? La Germania hitleriana decapitava le belle teste di Hans e Sophie Scholl e degli altri giovani resistenti, perché erano teste pensanti. In Iran gli ayatollah impiccano la loro meglio gioventù. E a Mosca il dittatore Putin manda i ragazzi russi a massacrare i civili ucraini e a farsi ammazzare.

 

Quindi è anche un libro politico.

Io ho continuato a fare politica. Con i libri, a cominciare da “Creatura Futura” sull’indimenticabile Piergiorgio Cattani, che la politica ha totalmente ignorato ma che poteva essere il manifesto di una nuova politica. E faccio politica scrivendo sui giornali (Salto.bz, Il Dolomiti, Vita Trentina, ilT) anche se non scrivo di politica, perché il giornalismo è politica. Ed è politica far parte dei fondatori della Cooperativa Edera, che sta per aprire un nuovo emporio equo e solidale. È politica fare volontariato, con una bancarella di libri usati, per la Scuola Penny Wirton per migranti ai Cappuccini. È politica, fatta dal basso, andare a portare aiuti in Ucraina con EUcraina fondata da Giovanni Kessler.

 

Kessler di cui si parla come possibile futuro presidente della Provincia di Trento.

Lascio ai giornalisti di politica il loro mestiere. Non mi intendo di presidenze. Io so che Gianni, conoscendo bene l’Ucraina, ha avuto l’intuizione giusta: EUcraina aiuta direttamente i movimenti della società civile, i Comuni, gli ospedali, la gente innocente assediata da una invasione terroristica. Con i nostri generatori abbiamo portato un po’ di calore e luce nel loro terribile inverno.

 

Che cosa ha capito, in Ucraina, della guerra?

Ho capito, da obiettore di coscienza e pacifista, che non abbiamo il diritto di insegnare agli ucraini e alle ucraine come fare la loro resistenza. Loro lottano per la loro terra, per la libertà e per l’Europa, come i partigiani ottant’anni fa. Se riconosciamo che la nostra democrazia è nata dalla resistenza contro il nazifascismo, noi abbiamo il dovere di aiutarli a resistere all’invasione di un dittatore.

 

La Rosa Bianca ha lottato solo con le parole dei loro volantini o ha concretato anche azioni forti?

Le parole, le idee, la macchina per scrivere e la carta erano le loro sole “armi”. Quelle hanno usato, con grande coraggio, sfidando il dittatore. Ma ogni storia è diversa, Kyiv non è Monaco di Baviera e il 2023 non è il 1943. Io ho grande rispetto per l’autodeterminazione dei popoli e per chi rischia la vita per opporsi a un’ingiustizia, anche con una resistenza armata che probabilmente non sarebbe la mia opzione personale. Ma è impossibile (e ingiusto) giudicare gli altri senza mettersi nelle loro scarpe.

 

Il Premier Giorgia Meloni appoggia decisamente la causa ucraina. La apprezza, per questo?

Apprezzo la continuità “europea” nella politica estera del governo italiano, finché dura e finché tacciono gli amici di Putin, alleati della presidente. Non apprezzo certo il primo governo postfascista, che ha sdoganato un nazionalismo retorico e patriottico e pratica il disprezzo per le vite umane dei migranti, facendo la guerra alle navi delle Ong. Che vergogna.

 

E del centrodestra, da ieri ufficialmente, diviso in Trentino, che cosa pensa?

Non mi intendo di centrodestra. So che il presidente uscente si è trasformato in efficace agente di un famoso cantante per un maxi-evento a Trento Sud. Ma non mi intendo neppure di rock emiliano.

 

L’organizzazione politica “Futura” ha un futuro?

Spero che ne abbia voglia. Gli spazi ci sarebbero, a sinistra.

 

A proposito di centrosinistra, Bonaccini o Schlein?

L’uno ha il know-how di decisionista, l’altra prova a dire cose di sinistra. Ma non mi intendo neppure di Pd.

 

La “Rosa Bianca” oggi da che parte starebbe?

Con la storia non si gioca. Lascio ai “Querdenker”, come li chiamano in Germania, no-vax tedeschi, la strumentalizzazione di destra della Rosa Bianca, che però dimostra, paradossalmente, la grande forza di questo simbolo di resistenza. La Weisse Rose chiedeva libertà, democrazia, federalismo e un ragionevole socialismo. Non c’è dubbio che stava dalla parte giusta. La coscienza contro il potere. Come oggi le ragazze e le ragazze di Teheran. Per la libertà, per la democrazia, contro la dittatura autoritaria e assassina.

 

 

Nella foto: Giovanni Kessler e Paolo Ghezzi, in una recente visita in Ucraina accompagnati da attivisti Anticorruzione

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