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LETTERE AL DIRETTORE

VIGILIO VALENTINI – COORDINAMENTO LAVORO PORFIDO * LONA-LASES: « SIAMO PREOCCUPÀTI PER IL GRAVE ATTEGGIAMENTO DEI RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI »

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19.36 - giovedì 30 novembre 2023

Gentile direttore Franceschi,

 

sono a scriverle circa il tema delle “INFILTRAZIONI MAFIOSE, analisi e difesa del territorio per un futuro libero e democratico”, dibattito al teatro di Lona del 28.11.2023 con il Prefetto dott. Filippo Santarelli, il commissario straordinario dott. Alberto Francini e la dirigente del dipartimento sviluppo economico della Provincia dott.ssa Laura Pedron.

Ci si permettano alcune considerazioni innanzitutto in merito ai resoconti giornalistici fatti dai media locali in merito a tale evento. Ampio spazio al pensiero e alla non volontà di azione del Prefetto era già stato dato il giorno stesso, si poteva documentare la reazione dei presenti all’incontro di Lona, prestare attenzione a quanto sarebbe emerso. Invece no, all’unisono si è preferito ripetere, fino alla nausea, discorsi che coprono in realtà l’immobilismo delle autorità che sarebbero preposte ad adottare misure di prevenzione atte a permettere che venga intrapreso un percorso di risanamento.

Eppure in quel teatro affollato (100 persone, ma solo 15 residenti di Lona-Lases, e nessun sindaco o amministratore dei comuni del porfido), si sono levate quasi soltanto voci critiche nei confronti dei tre relatori.Tralasciando i due interventi fatti da esponenti del CLP, da Ettore Paris (direttore di QT) a Vincenzo Calì, passando per l’ex consigliere provinciale M5stelle Alex Marini e il consigliere di Onda Civica Filippo Degasperi (per citare i più significativi), si sono sentite solo dure critiche.

Unica voce solitaria a difesa della politica di chi ci governa l’ex presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder, accanto ad una doverosa precisazione del comandante provinciale dei CC col. Matteo Ederle che giustamente ha fatto risaltare il ruolo del ROS nel condurre l’indagine che ha portato al processo “Perfido”. Di questo noi abbiamo sempre dato atto.

Significativi gli interventi di Marini e Degasperi. Marini ha ricordato la chiusura del Consiglio provinciale e della maggioranza in particolare nei confronti della sua proposta di OSSERVATORIO per contrastare la criminalità organizzata, e il grave comportamento del presidente Fugatti che non ha consegnato la relazione del Gruppo di studio sulla criminalità (presieduto dall’ex procuratore Dragone) in occasione della sua audizione da parte della Commissione Parlamentare Antimafia, tenendolo nascosto anche ai consiglieri provinciali. Ha sottolineato le gravi decisioni assunte anche in anni lontani da chi amministrava (centro-sinistra) nei confronti di gruppi di lavoro inter-universitari che evidenziavano la vulnerabilità della nostra “Autonomia” (rapporto Metric redatto dall’Università di Trento in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano) e le secche smentite venute da più parti rispetto alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia (intervista rilasciata a QT dieci anni fa da Luigi Bonaventura) che parlavano di “colonizzazione mafiosa” del nostro territorio.

Degasperi ha ricordato le ostilità incontrate quando nel 2016/17 aveva presentato, in collaborazione con il C.L.P., un progetto di legge di revisione della legge sulle cave, al quale venne immediatamente contrapposto un progetto di legge a firma dell’allora assessore Alessandro Olivi (PD). Egli è stato durissimo nei confronti di chi ha governato fin qui la nostra “Autonomia”, affermando che costoro sono corresponsabili del disastro del settore porfido e di quanto avvenuto in questi anni in Valle. Egli ha giustamente ricordato i vergognosi emendamenti presentati nel 2017 dall’attuale presidente della Giunta provinciale, allora all’opposizione, in occasione della discussione sulla revisione della legge cave. Un settore in difficoltà nonostante le promesse (e i soldi pubblici) del Distretto del porfido.

Per parte nostra, non possiamo che condividere pienamente tali critiche; indubbiamente chi ha governato in questi anni la Provincia dovrebbe metaforicamente stare sul banco degli imputati. Come ha affermato Vincenzo Calì, l’intera politica provinciale, tranne rari esempi, dovrebbe essere posta sotto accusa per aver lasciato che la potente lobby del settore porfido “spolpasse” indisturbata una risorsa non più rinnovabile e appartenente alla comunità.

Un lasciar fare, che non è stato disinteresse, ma connivenza con i locali poteri forti a danno delle comunità locali ma anche dell’intera comunità provinciale. Il degrado economico, sociale e culturale nel quale versano molti paesi della zona del porfido, è il risultato di questa connivenza e dell’insipienza politica, di chi avrebbe dovuto rappresentare i lavoratori e quella gran parte di comunità danneggiata da questo enorme saccheggio.

Un degrado che ha costituito e costituisce il terreno fertile anche per l’insediamento di consorterie criminali, che in una imprenditoria dalla logica predatoria non trovano affatto un ostacolo al loro insediamento ma semmai un potenziale partner. La richiesta di risposta in merito all’intenzione o meno di inviare una” Commissione d’accesso”, fatta con lettera aperta e ripetuta verbalmente durante l’incontro da Ettore Paris (direttore di QT), ha incontrato la pressoché totale chiusura da parte del Prefetto. Questi si è trincerato dietro la non attualità di tale misura visto che il Comune è retto da un Commissario straordinario (non certo commissariato per mafia come erroneamente affermato dal Tg3 regionale).

Ebbene, il rifiuto di avanzare la richiesta al Ministro dell’Interno per l’invio di una “Commissione d’accesso”, sostenendone la non attualità, può solo significare che chi si è fin qui opposto al malaffare “sarà lasciato solo”! Non prendere atto, che quattro mancati appuntamenti elettorali in 3 anni sono indizio inequivocabile di una comunità ancora in soggezione, testimonia la non volontà di intaccare interessi ed equilibri consolidati.

Queste comunità, non solo Lona-Lases, ma anche Albiano, vedono da anni conculcata la loro vita democratica, a tal punto che vi è una vera e propria atrofizzazione delle pratiche partecipative. Una vera e propria assuefazione ad una condizione di “sottomissione” che giunge ad impedire di apprezzarne gli enormi guasti che ciò comporta all’interno della stessa comunità valligiana. Rispondere a ciò affermando che a curare sarà la Magistratura significa dire all’ammalato, che la sua guarigione è affidata all’anatomopatologo!

Per parte nostra facciamo notare che né il Prefetto né il Commissario straordinario si sono degnati di invitarci, anche informalmente, all’incontro di Lona e questo la dice lunga sulla volontà di riconoscere e coinvolgere coloro che sul territorio si batte da anni contro il malaffare. Di fronte al grave atteggiamento assunto dai rappresentanti istituzionali, in qualità di “cittadini responsabili” (per usare le parole di don Luigi Ciotti), non possiamo che essere allarmati e preoccupati.

Facciamo pertanto appello a tutte le realtà associative sensibili a questi temi e a tutte le coscienze democratiche affinché mantengano vigile l’attenzione rispetto a queste vicende. Rilanciamo altresì con decisione e in maniera autonoma quel percorso informativo e formativo per la cittadinanza dell’intera Valle di Cembra, negato a Lona-Lases dal Commissario straordinario Francini, invitando le associazioni interessate a confrontarsi e collaborare con il C.L.P. in questa prospettiva.

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Vigilio Valentini – Coordinamento Lavoro Porfido (Clp)

Albiano – Lona Lases – Fornace – Baselga di Piné – Cembra (Tn)

 

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