Gentile direttore,
le invio questa nota a seguito della sua richiesta di oggi.
La regola democratica è un valore. Sempre e comunque. Il Popolo trentino si è espresso per la continuità: ha deciso che va bene proseguire così. Si vede che i trentini sono felici e contenti di come vanno le cose. Tutto va bene, Madama la Marchesa, si diceva un tempo, ben sapendo che però non era vero.
Congratulazioni e buon lavoro dunque al Presidente Fugatti e ai suoi sostenitori. Chi non ha votato o ha votato per la continuità della politica e della classe dirigente di questi cinque anni non ha evidentemente dato peso ai tanti segnali di declino del Trentino e di una idea di Autonomia esigente, efficiente e innovativa. Ha dato peso ad altre cose. Scoprirà presto che non ha fatto un buon affare. Ma tant’è. Questa è appunto la regola democratica.
Chi ha provato a proporre il cambiamento ha forse atteso troppo ed ha anche scontato la colpa di quanti hanno lasciato in solitudine, negli ultimi anni, tante persone e tanti territori: la campagna elettorale pur generosa e capillare di Francesco Valduga e degli ottimi candidati delle sue liste non è bastata a colmare questo pregresso deficit di presenza.
Ha prevalso invece un mix di scetticismo sulla possibilità di cambiare; di affidamento ai messaggi degli onnipresenti Ministri di Roma (bel segno di Autonomia!) e di “conformità” ad un Potere uscente che si presupponeva comunque, nonostante tutto, anche rientrante. Chi ha provato invano a proporre una alternativa, non deve e non può tuttavia scoraggiarsi.
Ha il compito di tenere viva la speranza in un Trentino migliore e in una Autonomia più vera, autorevole, credibile e meno rinunciataria. Saranno cinque anni ancor più duri e difficili per il Trentino e per la sua Speciale Autonomia. Bisogna iniziare subito ad organizzarsi per limitare i danni della Legislatura che si è appena avviata e per preparare – sperando che non sia troppo tardi – il riscatto futuro dalle macerie che saranno copiose su tutti i fronti.
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Lorenzo Dellai