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LETTERE AL DIRETTORE

FERNANDO GUARINO * SPUMANTE: « MOTORE PER L’AGRICOLTURA TRENTINA, DUE IMPEGNI PER SOSTENERE LA CRESCITA DEL “TRENTO DOC” »

Scritto da
14.39 - mercoledì 27 dicembre 2023

Gentile direttore Franceschi,

allego quanto oggi pubblicato sul quotidiano l’Adige, anche per consentire la visione ai lettori di Opinione.

Fernando Guarino

 

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complice la disattenzione, causata dal dibattito per il rinnovo dei nostri organi di governo dell’Autonomia, in pochi si sono soffermati sugli esiti del Concorso internazionale per lo Champagne e il vino spumante che si è concluso qualche mese fa . Il Concorso, il più completo e rispettato al mondo, ha reso alla viticoltura trentina un impressionante riconoscimento concedendo un’autentica pioggia di riconoscimenti alle cantine del “Trento classico”. Si tratta di un risultato così importante che dovrebbe indurre le nostre Amministrazioni pubbliche, in primis la Provincia e il Comune di Trento ,ad aprire al loro interno una riflessione e un serio esame.

È vero infatti che questo comparto della viticoltura e dell’enologia trentina ha ormai assunto un rilievo e un impatto così pervasivo da ritagliarsi una dimensione di economia identitaria; di un prodotto cioè che concorre a definire la percezione del nostro territorio e della nostra comunità.

Non è inappropriato il pensiero di chi sostiene che se ci sarà un grande gioco di squadra della nostra Comunità la fascia di alta gamma della viticoltura e dell’enologia trentina potrà rivelarsi un fattore significativo per concorrere a sollevare il Trentino dalla crisi in cui è precipitato negli ultimi anni. Abbiamo una storia così fascinosa ed unica che affonda le sue radici tra la fine dell’ ‘800 e i primi anni del ‘900 dove accanto e insieme a Giulio Ferrari sono cresciuti straordinari produttori,ricercatori e abili uomini di mercato che hanno saputo scrivere un capitolo di successo di cui tutti dobbiamo essere fieri e consapevoli.

Siamo ormai in grado di traguardare più di 12 milioni di bottiglie che i mercati mostrano di apprezzare alimentando una produzione che coinvolge oltre 60 cantine del nostro territorio.Ma accanto ai soci del Consorzio Trento Classico è significativa la presenza di alcune centinaia di viticoltori e piccoli produttori che spesso si impegnano a presentare un prodotto esiguo nei numeri ma di buona qualità Una produzione di scarsa rilevanza per il mercato ma così importante per caratterizzare il Trentino e le sue vocazioni per prodotti di qualità e di alto valore aggiunto.

Dobbiamo tutti riflettere sul fatto che il successo del Trento Classico non esaurisce i suoi effetti sui bilanci delle aziende produttrici ma proietta i suoi benefici su un perimetro molto più largo che spinge e motiva un agricoltura altrimenti più fragile e influenza i comparti del commercio e del turismo.

La viticoltura trentina con il Trento classico conosce uno stimolo che si allarga alle produzioni vinicole indotte a qualificarsi per poter occupare più remunerativi segmenti di mercato. Valutiamo inoltre il fatto che oggi i vigneti di uve Chardonnay e Pinot nero portano a vita nuova terreni a quote molto alte garantendo,complici i cambiamenti climatici, risultati di vendemmia molto interessanti e remunerativi contribuendo a tenere attrattiva l’agricoltura di montagna.

Il paesaggio delle valli ,delle colline, dei fondi di mezza montagna ha esaltato una nuova e ordinata armonia del territorio che le diverse stagioni caratterizzano con i colori e i profumi della vite. In Alto Adige dopo aver valorizzato come si deve le strade del vino e aver curato con grande attenzione l’accoglienza in Cantina. hanno più recentemente lanciato i percorsi e i sentieri tra i vigneti offrendo accoglienza nelle campagne e soste di ristorazione apprezzate dal turista dell’Europa centrale e sempre più anche dal turista italiano.

Qualcosina si comincia a vedere anche da noi: lodevole il Festival Trento doc di Trentino Marketing/Corsera, ma sono le APT e i comuni che devono capire l’importanza di costruire attorno al prodotto di punta quella cornice che aiuta a fare un salto, a distinguersi, a diventare una meta più ambita.
Accanto agli interventi sul territorio è tempo di pensare a due progetti significativi: potenziare le risorse della Fondazione Mach perché si raggiungano presto risultati efficaci con piante di vite base spumante resistenti alle malattie e in secondo luogo pensare ad una struttura museale moderna che si potrebbe realizzare in piazza della Mostra nelle vecchie stalle del Castello del Buonconsiglio in anni più recenti adibite a sede della Questura.

I trentini fanno molta fatica a celebrare o a sottolineare i loro successi , è un po’ il nostro carattere e forse anche un limite, ma dobbiamo guardare almeno per un attimo cosa sono stati capaci di fare nella regione francese dello Champagne o anche più semplicemente agli interventi pubblici nelle Langhe con la realizzazione del MUVI (Museo del Vino) pensiamo anche solo per un istante ai milioni di visitatori della Cité du Vin magico investimento della Città di Bordeaux.

Noi abbiamo un prodotto straordinario, una storia che sembra una leggenda, un territorio che affascina il visitatore e la tenacia e la serietà di tanti produttori anche giovanissimi in campagna e in Cantina, dobbiamo unire questi fattori , muoverci con un piano , coordinare tutti i soggetti pubblici e privati un compito che devono assumere in primis i governi della Città e della Provincia.A questi progetti dovrebbe lavorare la nuova Giunta!
In queste settimane si apriranno le iniziative per celebrare i 150 anni della Fondazione Mach .E’ il momento giusto per chiedere che questa benemerita istituzione, venga messa nelle condizioni di aiutarci a produrre il Trento Classico senza nessun utilizzo della chimica e dei prodotti sistemici attraverso la selezione di viti resistenti ai patogeni. Due progetti alla nostra portata!

E’ vero che la nostra Comunità non è stata storicamente capace di vendere quanto sappiamo fare meglio di altri ma, forse, se il Comune di Trento, la Provincia, il Consorzio Trento Classico, la FEM,Trentino Marketing i produttori e le cantine si sedessero ad un tavolo comune potremo sfatare quel retaggio e costruire un progetto di sicuro impatto per il futuro del Trentino.

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