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LETTERE AL DIRETTORE

ELENA ADAMI (PRESIDENTE “ONDA”) * LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE GEROSA: « LA SCUOLA TRENTINA HA URGENTE BISOGNO DI UN RIFERIMENTO CHE CURI L’INTERESSE DEGLI STUDENTI »

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10.25 - domenica 18 febbraio 2024

Gentile direttore Franceschi,

la scuola trentina, per come i predecessori dell’assessora Gerosa l’hanno lasciata, ha urgente bisogno di un riferimento politico che curi l’interesse degli studenti, degli insegnanti e delle famiglie anziché assecondare poteri – e compiacere interessi – che con la nostra provincia hanno poco a che fare. L’intenzione di apertura al dialogo che ha più volte espresso fa ben presagire, perché nell’ultimo decennio la politica ha radicalmente mutato il proprio approccio alla scuola. A partire dalla “buona scuola” del Partito Democratico, gli interventi a gamba tesa sul sistema scolastico trentino sono diventati la regola, mentre il confronto con le parti interessate è divenuto l’eccezione.

Dall’imposizione del “CLIL” e del “trilinguismo” ad opera del centrosinistra, al prolungamento del calendario scolastico delle Scuole dell’Infanzia imposto dal centrodestra, passando per la digitalizzazione della didattica avallata da entrambi gli schieramenti, gli inviti alla ragionevolezza provenienti da chi lavora quotidianamente sul campo sono stati sistematicamente declinati. Naturalmente, gli insegnanti hanno ben chiaro che certe decisioni non spettano a loro. Ma è altrettanto evidente che chi decide, se non considera le indicazioni degli addetti ai lavori, finisce col creare più problemi di quelli che pretenderebbe di risolvere.

Ciò premesso, mi permetto di avanzare una proposta su una questione che lei stessa ha sollevato: il “diritto alla disconnessione”. È evidente che l’assegnazione dei compiti a casa tramite il registro elettronico costringe gli studenti ad avvalersi dei dispositivi digitali anche durante le ore di studio pomeridiane, con ciò che ne consegue in termini di concentrazione. Di fatto, a questi ragazzi viene chiesto di studiare avendo a disposizione gli stessi dispositivi che usano per distrarsi. È chiaro che questa pratica risulta controproducente. Almeno i compiti a casa credo sarebbe meglio assegnarli in modo tradizionale, lasciando che siano gli studenti a prendersene nota. Diversamente, il rischio è quello che uno studente arrivi a superare l’esame di maturità senza aver imparato ad annotare i propri impegni.

Vorrei segnalarle anche un’altra problematica, quella legata alla “didattica digitale”. Negli ultimi dieci anni le scuole trentine si sono dotate – oltre che del registro elettronico – di lavagne multimediali, di tablet, di piattaforme digitali. Recentemente i fondi PNRR hanno dato un impulso importante alla dotazione tecnologica delle scuole. La digitalizzazione della didattica è stata presentata e recepita come una grande opportunità per la scuola, ma sulla base di quali evidenze? Nel 2021 il Senato della Repubblica ha condotto un’indagine conoscitiva dal titolo «Sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento» che ha coinvolto neurologi, psichiatri, psicologi, pedagogisti, grafologi ed esponenti delle Forze dell’ordine.

Nel documento, approvato dalla Settima Commissione Permanente, si legge che «dal ciclo delle audizioni svolte e dalle documentazioni acquisite, non sono emerse evidenze scientifiche sull’efficacia del digitale applicato all’insegnamento. Anzi, tutte le ricerche scientifiche internazionali citate dimostrano, numeri alla mano, il contrario. Detta in sintesi: più la scuola e lo studio si digitalizzano, più calano sia le competenze degli studenti sia i loro redditi futuri». Nello stesso documento si legge: «non è esagerato dire che il digitale sta decerebrando le nuove generazioni, fenomeno destinato a connotare la classe dirigente di domani».

È chiaro che alla base della didattica digitale c’è un pesante conflitto d’ interessi, sul quale né il Dipartimento Istruzione e Cultura né i dirigenti scolastici sembrano disposti a intervenire. Credo che su questa tematica sia urgente aprire un confronto serio e informato, che coinvolga le parti interessate. Le sarei grata se valutasse queste proposte, e se rendesse pubblico il suo pensiero in merito alle problematiche che le ho sottoposto.

Un cordiale saluto.

 

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Elena Adami Presidente di Onda

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