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PROVINCIA AUTONOMA TRENTO * OSSANA: « AL CASTELLO DI SAN MICHELE UN NUOVO ALLESTIMENTO PERMANENTE, ESPOSTI UN CENTINAIO DI REPERTI »

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12.27 - venerdì 14 agosto 2020

Ossana: al Castello di San Michele un nuovo allestimento permanente. Curato dalla Soprintendenza è focalizzato su due temi, le miniere di ferro e la vita a cavallo fra XV e XVI secolo.

Al Castello di San Michele, a Ossana in Val di Sole, ha aperto un nuovo allestimento permanente dell’itinerario di visita curato dalla Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento.

Il percorso espositivo offre uno sguardo inedito sulla vita all’interno del castello nei secoli a cavallo fra Medioevo e Rinascimento. Una selezione di un centinaio di reperti esposti al pubblico per la prima volta, conduce il visitatore nelle affascinanti vicende storiche del castello e dell’intera vallata.

Il castello è visitabile nella stagione estiva fino al 6 settembre, ogni giorno con orario 10.00-12.30 e 14.00-18.30. Per informazioni su orari e visite: (+39) 340 4183540, info@fondazionesanvigilio.it.

 

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La storia
A partire da un primo nucleo sorto probabilmente fra il VI e l’VIII secolo, un vasto insediamento fortificato sorse sulla rupe di Ossana nel XII secolo, con la chiesa dedicata a San Michele – da cui il castello avrebbe tratto il nome – e un palazzo appartenente al principe vescovo di Trento. Fu al principio del XV secolo che il castello assunse l’imponente forma attuale per iniziativa della famiglia Federici, titolare del feudo di Ossana e del governo delle miniere di ferro della vicina val di Pejo. Abitato per tutto il Cinque e il Seicento, il complesso cadde poi in rovina fino al 1992, quando fu acquisito dalla Provincia autonoma di Trento, che ne avviò la messa in sicurezza e il restauro, concluso con la riapertura al pubblico nel 2014. Oggi il Castello di San Michele è uno dei siti monumentali più importanti e visitati della val di Sole.

 

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Il nuovo allestimento permanente
L’allestimento curato dalla Soprintendenza per i beni culturali rappresenta l’ultimo atto del recupero del monumento di proprietà della Provincia. Coordinato dall’Ufficio beni architettonici con il decisivo apporto dell’Ufficio beni archeologici per quanto attiene ai reperti mobili, il nuovo percorso si articola in diverse tappe. Due i temi caratterizzanti l’esposizione permanente ospitata nei locali della corte interna: le miniere di ferro e la vita materiale a cavallo fra XV e XVI secolo.

Delle miniere di ferro, il castello fu per almeno due secoli il principale centro amministrativo e di controllo. Il minerale, estratto dalle gallerie in quota sui versanti della val di Pejo, era trasportato a valle ove veniva sottoposto a un articolato processo di fusione e quindi alla lavorazione in fucina, dalla quale uscivano non solo oggetti finiti, ma soprattutto semilavorati da inviare sulle piazze commerciali tirolesi e italiane. L’esposizione racconta il ciclo di produzione del ferro attraverso una serie di immagini cinquecentesche a commento dei campioni di rocce contenenti minerali ferrosi, di alcuni esemplari di oggetti in ferro battuto e delle scorie dei processi fusori, tuttora presenti in abbondanza sul territorio e reimpiegate, fra l’altro, nelle murature del castello.

Vita e costumi dei signori di Ossana sono invece al centro della seconda e principale sezione espositiva, allestita all’interno del piccolo ambiente museale con i reperti provenienti dall’esplorazione archeologica dei fabbricati residenziali. Sono esposti in particolare oggetti relativi al periodo fra la fine del XIV e i primi anni del XVII secolo, quando il complesso visse il momento di maggiore sviluppo sia dal punto di vista costruttivo e architettonico, sia da quello di arredi e decori interni: tracce per lo più frammentarie, ma in grado di evocare suggestivamente alcuni aspetti di vita dei nobili abitatori del castello.

Di questi ultimi, i reperti testimoniano con chiarezza il gusto e l’elevato tenore di vita, come nel caso dei frammenti di lussuose stufe ad olle, di produzione tirolese dell’ultimo quarto del Quattrocento, ricomposti all’interno di un espositore che rievoca la sagoma di uno di questi manufatti. Serrature, chiavi, maniglie, cardini in ferro battuto ricordano le porte e gli arredi lignei scomparsi. Una campana bronzea preziosamente decorata, databile ai primi anni del Cinquecento, reca la memoria della ‘voce’ che doveva scandire le giornate degli abitanti della rocca. Dalla chiesa di San Michele, oggi ridotta a pochi resti, provengono i frammenti di un vasto paramento affrescato e un’interessante serie di monetine di provenienza italiana e tirolese, in cui si riflette la peculiare collocazione geografica di Ossana, per secoli crocevia di confine per uomini e merci.

Frammenti di armi e di apparati per la difesa illustrano il ruolo del castello quale presidio militare, mentre una selezione di frammenti di stoviglie in ceramica e in metallo rievoca i gesti della tavola. Il percorso si chiude con gli oggetti più intimi o preziosi: elementi metallici di vestiario, spilli e ditali per il cucito, frammenti di guarnizioni di libri di pregio o di oggetti liturgici, piccoli giochi come uno scacciapensieri o una serie di dadi, un anello e un raro bruciaprofumi tardogotico in bronzo.

Con l’allestimento permanente, il Castello di San Michele non solo accoglie nuovamente fra le sue mura le testimonianze materiali sopravvissute all’azione degli uomini e del tempo, ma soprattutto diviene il principale custode della storia dell’alta val di Sole e delle comunità che attorno al castello gravitarono lungo i secoli.

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