Il Cal interviene sull’emendamento in Consiglio regionale relativo ai segretari comunali. Il Presidente Paride Gianmoena: “Stigmatizzo il metodo”.
Tempistica sbagliata. Il contributo dei Comuni è stato sempre oggettivo e non ideologico. Serve rispetto tra le istituzioni.
Sull’emendamento approvato in Consiglio regionale, che detta nuove disposizioni in merito ai segretari comunali, interviene Paride Gianmoena, presidente del Consiglio delle autonomie locali.
Sul metodo, afferma Gianmoena, riteniamo che, pur nella consapevolezza che la competenza normativa è del Consiglio regionale, il Consorzio dei Comuni Trentini (che è seduto a un tavolo coordinato dall’Assessore Cia) deve essere coinvolto. I Comuni infatti hanno condiviso la necessità di rivedere alcune norme che riguardano il sistema deli Enti Locali e, quindi anche l’opportunità di modificare e migliorare la disciplina che riguarda i segretari comunali.
La nostra posizione parte dalla consapevolezza che i Comuni, per vivere le sfide quotidiane che accompagnano amministratori e dipendenti, necessitano di disporre di una classe dirigente preparata. Significa alta formazione, prima dell’assunzione nel ruolo di segretario comunale, e formazione continua durante l’intera vita lavorativa.
Un altro tema che avevamo lanciato, continua Gianmoena, e sottoposto in seguito al DDL, presentato dal PAT a firma Rossi, è anche quello dell’introduzione del sistema unico della dirigenza della Provincia autonoma di Trento. Esso garantirebbe anche la flessibilità, un elemento comunque che riveste anche aspetti positivi.
Il ruolo del segretario comunale deve continuare ad essere di garanzia e legittimità e di questo i Sindaci ne hanno piena consapevolezza. Certamente i nostri segretari comunali hanno anche un ruolo gestionale tipico delle figure dirigenziali. Insisto, quindi, sulla garanzia che deriva della preparazione.