News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA

PRESIDENTE BERLUSCONI * ” L’AZIONE DEL PREMIER CONTE È STATA DI ASSOLUTA MEDIOCRITÀ, È IL GOVERNO DEL PAESE DEI ‘SESSANTOTTINI IN RITARDO’ “

Scritto da
17.03 - giovedì 26 luglio 2018

Ritengo che questo incontro sia il punto di partenza per il nostro futuro: dobbiamo realizzarlo con una forma di democrazia di base. Forza Italia rappresenta la parte migliore degli italiani: la sinistra è legata ai vecchi disegni del secolo scorso l, i populisti sospinti dall’invidia e dall’odio sociale non sono in grado di governare.

Dobbiamo saperci organizzare, individuare azioni da svolgere e dare a Ciascuno di noi un preciso compito e precisa responsabilità.

La parola manager mi fa venire in mente ognuno di voi di Forza Italia: è come se ci fossero 300 manager, preparati negli studi e nel lavoro.

Sono convinto che per far riprendere agli italiani un pò di fiducia nella politica, dobbiamo ribadire il valore della coerenza: non si può andare al Governo e contraddire tutto o gran parte di quello che si è detto fino al giorno prima, e poi aspettarsi che gli elettori si fidino ancora dei politici.

​Questo vale per tutti, ma dovrebbe valere a maggior ragione proprio per chi ha chiesto e ottenuto i voti in nome del cambiamento, della lotta alla vecchia politica, ai suoi metodi, ai suoi riti. Anche in questo i grillini si sono dimostrati peggiori della politica che dicevano di voler cambiare.

Tuttavia siamo stati chiari, dal primo giorno: questo Governo non è il Governo scelto dagli italiani, non è il Governo dei vincitori delle elezioni. La Lega e il Movimento Cinque Stelle hanno ottenuto un ottimo risultato elettorale, ma non l’hanno ottenuto insieme, non l’hanno ottenuto su una proposta di Governo, su un unico programma, su un’alleanza consilidata. Lo hanno ottenuto con programmi e schieramenti diversi, opposti, alternativi. ​Non sono una maggioranza, sono “due minoranze” che si sono unite senza passare dalle urne.

Sono due idee opposte del futuro dell’Italia. Per governare bisogna avere un’idea chiara di dove si vuole andare, non basta dire che fino ad oggi si è seguita la strada sbagliata. Mi dispiace dirlo ma l’azione del Governo Conte fin qui è stata di assoluta mediocrità, e nei prossimi mesi è destinata a peggiorare.

 

*

Immigrazione:

Abbiamo fatto e continueremo a fare il nostro dovere con senso di responsabilità verso gli italiani, ma proprio per questo possiamo dire esplicitamente che la fermezza contro gli sbarchi è necessaria ma non sufficiente, che alzare la voce in Europa può essere giusto solo a condizione di poterselo permettere e di avere degli alleati pronti ad aiutarci, a fare da sponda alle nostre richieste.

È giusto anche chiedere all’Europa un atteggiamento diverso, chiedere di rivedere gli accordi di Dublino, che furono sottoscritti in un’epoca profondamente diversa, quando i numeri delle migrazioni erano tutt’altri e le rotte non erano solo quelle del Mediterraneo.

Non dobbiamo dimenticare però che l’ondata di immigrati irregolari che si è abbattuta sulle nostre coste non dipende affatto dagli accordi di Dublino, dipende dalle politiche concordate in sede europea dai governi della sinistra negli ultimi anni, per avere in cambio un po’ di flessibilità sui conti pubblici

 

*

Europa:
Per affrontare questi compiti ci vorrebbe un’Europa diversa, in mano a statisti capaci di condividere le grandi idee e le grandi visioni dei padri fondatori. Un’Europa capace di una politica estera e di difesa comune perchè consapevole di essere portatrice di valori e interessi comuni. Un grande spazio di libertà, governato dai cittadini, e non una sommatoria di egoismi nazionali governata da una burocrazia miope.

Questa Europa non ci piace. Ma vogliamo e dobbiamo cambiarla perchè ne siamo parte, perchè è la nostra famiglia, è la nostra cultura, è il nostro destino. Il Ppe deve esso stesso rinnovarsi e adeguare la sua proposta politica. Non può essere il partito dello status quo.

Il futuro è dei liberali. Perchè credo che solo i liberali abbiano risposte davvero adeguate ad un mondo sempre più complesso.

Non c’è neppure bisogno che vi dica che il Governo del quale oggi dispone il nostro Paese non è neppure lontanamente in grado di affrontare queste sfide. Non ha neppure la cultura necessaria a ragionare seriamente su questi problemi.

Non avrei mai creduto di ritrovarmi ancora di fronte in Italia a un modo di ragionare, a scelte politiche e di Governo, che sembrano venire dall’estrema sinistra del secolo scorso.

 

*

Invece ci troviamo al Governo del Paese dei “sessantottini in ritardo”

1) con la stessa arroganza,
2) la stessa incultura,
3) la stessa violenza verbale di allora,
4) lo stesso disprezzo per la società borghese.

Le politiche economiche del Governo, ispirate da Di Maio, sono ispirate dalla peggiore ideologia della vecchia sinistra, quella anti-industriale, statalista, nemica dei produttori.

In questi giorni assistiamo a un balletto di cifre sul cosiddetto Decreto Dignità. Un provvedimento, scritto da chi evidentemente non sa nulla del mercato del lavoro, che è destinato a distruggere dei posti di lavoro.

io spero ancora che la Lega ci aiuti, anzi rivolgiamo un accorato appello a Salvini per bloccare queste norme, in nome delle aziende, dei produttori, dei lavoratori, degli artigiani, dei commercianti, degli agricoltori, che non hanno davvero bisogno di altre difficoltà da aggiungere alle tante con cui combattono ogni giorno

 

*

Decreto dignità:

ll risultato di queste politiche sarà quello di allontanare le imprese dall’Italia, di scoraggiare chi vuole investire, di spaventare chi vuole creare lavoro.
Non sanno cos’è la politica industriale: Ilva, Alitalia, infrastrutture.

Gli investitori stranieri fuggirebbero, ci sarebbero conseguenze drammatiche per il Mezzogiorno, per l’occupazione e per l’intero Paese, che uscirebbe sostanzialmente da un settore strategico come l’acciaio.

L’Italia oggi è ancora il secondo paese manifatturiero d’Europa. Davvero vogliamo rinunciare a questo primato, magari a favore della Francia, che a differenza di noi fa di tutto per attrarre e non per far fuggire le imprese?

L’Italia non può permettersi questo, tantomeno se lo può permettere il Mezzogiorno.

Un’altra illusione, tipica delle vecchie ideologie della sinistra nel secolo scorso, è quella che i problemi delle aziende in crisi si risolvano con la nazionalizzazione.

E’ una strada che è fallita in tutto il mondo già da decenni, e che il Governo ripropone oggi come soluzione per la crisi di Alitalia. Eppure dovrebbe essere ormai chiaro a tutti, da tempo: scaricare sulla collettività i costi di un’azienda inefficiente sembra una soluzione facile, ma ne pagano il prezzo tutti gli italiani.

Le nazionalizzazioni sono un metodo dirigista che non ha mai creato ricchezza, sviluppo, efficienza.

Non può governare d’altronde una grande democrazia industriale dell’Occidente chi – come i grillini – non si rende conto che le infrastrutture, le grandi opere, sono la pre-condizione indispensabile per la crescita.

Un Governo che non ha neppure il coraggio di dire se sta con la polizia, o con gli attivisti No-Tavvche assaltano le Forze dell’Ordine e mandano gli agenti in ospedale siamo di fronte al Governo più sbilanciato a sinistra della storia recente.

Cosa succederà nei prossimi mesi ? Per attuare le pericolose promesse dei grillini bisognerà sfasciare l’equilibrio dei conti pubblici, oppure imporre nuove tasse.

Entrambe sono ipotesi devastanti per l’economia e per il futuro del Paese.

Io credo che bolla di consenso che oggi accompagna i partiti di Governo si sgonfierà velocemente, e la politica ricomincerà a correre, a contare e a farsi valere.

Io spero che la Lega se ne renda conto in tempo, ricostituendo anche a livello nazionale quell’alleanza di centro-destra che è la maggioranza naturale degli italiani.

Quello sarà il nostro momento. Il momento di ridare una casa politica, un progetto serio, una speranza a quella che mi piace chiamare la “nostra Italia”, “l’altra Italia”.

Non è scomparsa l’Italia seria, l’Italia onesta, l’Italia perbene, l’Italia concreta e laboriosa. Non è scomparsa l’Italia dei ceti produttivi, quella che lavora e che vuole lavorare, che non crede nelle illusioni e nelle facili promesse, che non si attende dallo Stato la soluzione di tutti i problemi, ma che chiede solo di essere messa in condizione di lavorare, di crescere, di produrre ricchezza.

Siamo noi, non certo il Pd, la risposta al pauperismo e al giustizialismo, che rischiano di distruggere l’Italia, di riportarla indietro di decenni, ma che gli italiani non sopporteranno a lungo.

Oggi noi dobbiamo prepararci per quel momento – che non è lontano – nel quale dovremo di nuovo assumerci importanti responsabilità alla guida del Paese. Io sarò con voi in questa battaglia. Sarò in campo perchè lo considero un dovere morale verso il mio Paese.

Partito: soprattutto dobbiamo prepararci rimanendo uniti, e rinnovandoci profondamente.Conto anche, ed è altrettanto importante, sul vostro contributo di idee, sui vostri suggerimenti, sulle iniziative che vorrete assumere. Oggi non ne abbiamo il tempo, ma vi anticipo che dopo le vacanze a settembre ci rivedremo tutti per continuare questo lavoro.

Io considero quello di oggi come un nuovo inizio, una nuova discesa in campo. L’Italia ha ancora ed anzi, sempre più bisogno di noi, oggi come e forse più del 1994, perchè il pericolo che corriamo è altrettanto grave, forse peggiore, quando alla sete di potere si aggiunge l’incompetenza, quando all’ideologia si aggiunge il dilettantismo, quando le decisioni che vengono assunte sono ispirate prevalentemente dall’invidia e dall’odio sociale.

Oggi come allora l’Italia necessita di una politica diversa, credibile, responsabile. Noi siamo i soli a poterlo fare, ad avere la cultura, l’esperienza, l’organizzazione, la struttura necessaria ad un compito così importante.

Rendere questo servizio al nostro Paese è la bellissima sfida che abbiamo di fronte, la nuova e decisiva battaglia di libertà, che condurremo insieme e insieme vinceremo ancora una volta, per noi, per i nostri figli, per i nostri nipoti, per tutti gli italiani e per l’Italia

Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.